giovedì 26 giugno 2008
Caldo
mercoledì 11 giugno 2008
Dino Risi
domenica 8 giugno 2008
Europei di calcio 2008
Da allora più niente, neanche nella notte di Rotterdam, quando, nel 2000, la Francia ci sottrasse un titolo già vinto.
Ora l’talia è in un girone infernale con almeno altre due possibili candidate alla vittoria: Olanda e Francia.
Può succedere di tutto.
Chi può ancora vincere? Spagna e Portogallo piacciono molto.
Poi Germania e Croazia.
Anche l’Austria, che gioca in casa.
Chiudo gli occhi e sogno: si chiude il 29 giugno a Vienna.
Inutile dire che gradirei ritornare a festeggiare per le strade con le mani sulle bandiere e sui clacson!
In fin dei conti: “I campioni del mondo siamo noi…!” Po,PoPoPoPoPo,Po…
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
venerdì 6 giugno 2008
Pensieri tristi
Collevecchio.
Sento l’odore della campagna.
Sane zaffate di erba tagliata, fiori e letame.
E me lo gusto.
Ho la testa leggera e i polmoni lavorano lentamente: sto bene.
L’aria si sta calmando, è un piacere respirarla.
I campi sono pieni di pecore e agnelli dal manto lanuginoso: sento i loro belati, l’odore del loro sterco.
Guardo il panorama, le colline in lontananza.
Guido piano.
E’ domenica pomeriggio tardi e non c’è traffico.
Il tragitto non è lungo, appena un’ora.
Da Collevecchio a Ostia.
Quando arrivo sono esausto; il debito di sonno comincia a pesarmi e il percorso è stato lungo e noioso.
Non c’era nulla di interessante alla radio; è stata una lotta rimanere sveglio al volante.
In casa mi tolgo le scarpe e i jeans; vado in camera da pranzo con addosso solo la t-shirt e cado sul divano.
Guardo fisso al di là della testa di Gabriele e attraverso la porta che da sul balcone; vedo il sole rosso che tramonta su questo angolo di Ostia.
Ci sono molte persone oltre questa finestra.
Chissà quanti di loro mi conoscono o si stanno preoccupando minimamente per me.
Probabilmente nessuno.
Fisso ancora fuori dalla finestra.
Il cielo è coperto; la luce del sole, che filtra tra le nuvole, è fioca offuscata, la calura umida.
Ho sete e voglio un bicchiere d’acqua, ma non ho la forza di andare in cucina.
Poi, scivolo placidamente nel sonno.
Poco dopo, mi risveglio.
Penso a Nicole Kidman.
Lei non mi manda più in orbita.
Penso al calcio.
Da ragazzo adoravo il calcio; ora mi attira poco.
Guardo qualche partita, ma non mi interessano le classifiche né le competizioni: quando si assiste a una gara a cui partecipano ventidue giovani milionari, è difficile badare al risultato.
Penso a una coppia che ho incontrato ieri al Pontile.
Lui vecchio.
Molto.
Ricco.
Molto.
E sposato con una rumena.
Giovanissima.
Lui ha 75 anni, lei 22.
Me l’immagino proprio quel rapporto: un vecchio ricco e la sua giovane moglie dalla personalità passivo-aggressiva.
Probabilmente lei gli spilla tutto quel che vuole; lo ripaga con la bellezza e con la fellatio.
Non c’è dubbio che la loro vita sessuale sia tutta lì; il cuore di lui non reggerebbe altro, e può darsi che lei sia frigida.
Le donne a cui piace essere scopate non sposano i vecchi.
Penso a papà.
Chiudo gli occhi e vedo il suo viso.
Quell’immagine mi toglie ogni energia.
Mi appoggio il viso tra le mani e piango in silenzio.
Le lacrime si raccolgono sui palmi e mi scivolano lungo i polsi, fin dentro le maniche.
Penso al lavoro.
Niente di quello che ho voluto si è mai avverato; sono stanco delle delusioni.
Sono stanco dei mie indugi, del mio eterno senso di incompletezza.
Sono una persona con poche abilità; l’unica cosa che ho è la capacità di accettare i fallimenti.
Ciononostante, sono lì disteso e mi sento svuotato e sconfitto.
Penso allo pseudo presidente di una associazione.
Da un po’ di tempo mi sta facendo girare i coglioni a mille.
Sembro sul punto di iperventilare.
Falso allarme.
Qualche secondo dopo, sto dormendo.
Mario Pulimanti
(Lido di Ostia –Roma)