lunedì 28 dicembre 2009

La morte di Giulio Bosetti


Dopo una lunga malattia, se ne è andato a 79 anni Giulio Bosetti, attore, regista e impresario teatrale, direttore da molti anni del teatro Carcano di Milano. Con la morte di Bosetti il teatro italiano perde un pezzo di storia. L'attore e regista bergamasco ha vissuto una stagione straordinaria al fianco di Strehler e De Bosio, di Gassman e Mastroianni, divenendo uomo da Teatro Stabile e protagonista di esperienze distinte come la Cooperativa Teatro Mobile. Allievo dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica sotto la direzione di Silvio D’Amico, Giulio Bosetti attore ha attraversato il repertorio del teatro classico e del contemporaneo. Ha iniziato la carriera nel 1950 con l’interpretazione di Tonin nella Moscheta di Ruzante al Teatro dell’Università di Padova con la regia di Gianfranco De Bosio, approdando già l’anno dopo alla corte di Strehler al Piccolo Teatro di Milano. Tra le interpretazioni si possono ricordre “Un uomo è un uomo” di Brecht, “L’albergo dei poveri” di Maxim Gor’kij e “Colombe” di Jean Anouilh, ma anche “Oreste” di Vittorio Alfieri, “Il gabbiano” di Cechov e “Il bugiardo” di Goldoni. È stato protagonista di “Sicario senza paga” e “Il re muore” di Ionesco e “Le mani sporche” di Sartre, passando poi per Sofocle, Ibsen, l’amato Pirandello, “Il malato immaginario” e “L’avaro” di Molière. Giulio Bosetti aveva uno stile asciutto, che accomunava la messinscena di un Pirandello e un passaggio nel cinema (da ricordare la sua partecipazione a "Il cuore altrove" di Pupi Avati, l'interpretazione di papa Paolo VI in "Buongiorno, notte" di Marco Bellocchio e di Eugenio Scalfari ne "Il divo" di Paolo Sorrentino). Anche in tv o nel cinema portava quel suo essere uomo di teatro e per il teatro.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

venerdì 18 dicembre 2009


Il 20 aprile 1992 è morto mio padre, Antonio Valeriano.

Ed io, da quando Papà non c’è più, mi sento ancor più legato a lui.

Perché mi manca.

Probabilmente è il segno di una volontà che ci vuole legati per sempre.

Mi manca il suo umorismo, la sua acuta osservazione degli altri.

Mi manca la sua educazione, la sua cultura che non esibiva mai.

Mi mancano i giorni di Natale passati insieme a lui.

Mi mancano le sue parole, i suoi messaggi, le sue battute con i tempi comici perfetti.

Questo é il diciottesimo Natale che Antonio Valeriano non c’è più.

E oggi vorrei tanto telefonargli per dirgli, sottovoce, che gli voglio sempre bene.

Che lo ricordo com’era veramente: un Papà speciale.

Un Papà intelligente.

Soprattutto un Papà buono.

Buon Natale, papà!

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

giovedì 17 dicembre 2009

Nevicava a Roma...e io nascevo...




Ehilà, oggi é il mio compleanno!

Sono nato, infatti, il 17 dicembre del 1955 a Testaccio.


Un mese dopo ci fu a Roma la famosa nevicata del'56, resa famosa dalla bellissima canzone di Mia Martini.

Mia madre dice sempre che io ero neonato e Roma era tutta coperta di neve. Nevicò il 2, il 9, il 18 e il 19 febbraio del 1956.


Per quattro giorni consecutivi le temperature rimasero sotto zero...

...e io avevo solo un mese!...



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Mario Pulimanti

sabato 12 dicembre 2009

Sergio Castellitto




Sergio Castellitto ha cominciato recitando, è cresciuto sperimentando anche la scrittura e la regia e ha finito per ottenere consensi unanimi da critica e pubblico.
Una carriera coerente, aperta a settori diversi tra loro (compresa la fiction televisiva), ma capace di seguire una linea indipendente che rincorre storie e ruoli non banali, estranei a stereotipi o rigidità schematiche. Castellitto si inserisce in quel gruppo di miti che hanno segnato la storia del cinema italiano. E' uno dei pochi attori apprezzati e richiesti anche all'estero e ha lavorato con molti dei registi più importanti in circolazione. E' senz'altro lui il vero erede di Marcello Mastroianni. E' senz'altro lui l'erede dei passati anni d'oro del cinema italiano. (pubblicato da Mario Pulimanti)

Aforisma di Mario Pulimanti


Aforisma di Mario Pulimanti: "Apprezzo le persone che ridono con gli altri. Non quelle che ridono degli altri"

...a buon intenditor poche parole....

martedì 8 dicembre 2009

Capodanno 2009 al Manfredi di Ostia


ALLEGRO, CONFUSO...MA NON TROPPO


Regia Maurizio Castè Attori Dosto & Yevsky con la partecipazione di Donna Olimpia e di Bleck e N'Deker Da giovedì 31 dicembre 2009 A giovedì 31 dicembre 2009 Tariffe Intero 60€ - Ridotto 50€ Orario ore 22.30 Trama Dosto & Yevski, vincitori del premio televisivo “BRAVO GRAZIE” 2007 in onda su Rai Due, dopo tre anni di tournée in Argentina, Corea, Perù, Uruguay, Grecia, Francia ecc., tornano sulle scene teatrali italiane con un nuovo funambolico, esilarante e virtuosistico spettacolo intitolato: Allegro confuso ma non troppo. La scommessa di questi bizzarri musicisti comici (o comici musicisti? mah…) sta sempre nel sorprendere il pubblico con un uso della musica e degli strumenti ogni volta imprevedibile, creando incidenti e situazioni teatrali ingarbugliate, da cui sembra impossibile che riescano a uscire indenni (tanto loro che i loro poveri strumenti!). Tutto ciò senza mai ricorrere alla parola! Questa volta i Nostri sono alle prese con un palcoscenico che sembra vivere di vita propria, nella determinazione di rendere impossibile la loro performance (riflettori che saltano, quinte che crollano, strumenti che si ribellano, spartiti che scompaiono, panini che appaiono…). In questo catastrofico scenario si inseriscono degli altri personaggi, quelli che in teatro stanno abitualmente dietro le quinte e non si vedono mai, ovvero tecnici e affini. Il problema è che quelli di Dosto & Yevski sono decisamente quanto di peggio si potesse trovare. Prima della lista una sarta, Donna Olimpia (ben nota a chi conosce il duo), che non sopporta lo stress del suo lavoro, il suo sogno è cantare ma non riuscendoci si rifugia nella bottiglia, creando un sacco di problemi e dando luogo a numeri ad “alta gradazione”. Ma non finisce qua: ad aiutare (per così dire) i malcapitati musicisti ecco spuntare due improbabili tecnici, Blek e N’Deker, un macchinista e un elettricista che più strani non si può. Blek è una specie di “coso” dotato di voce gutturale e idioma incomprensibile, e N’Deker è afflitto da bulimia molesta e galoppante (non c’è modo di vederlo senza cibo!). Ma chi sono questi tre? Un vero macchinista? una sarta? un elettricista? attori? mimi? o sono stati mandati dalla concorrenza a boicottare il nuovo spettacolo di Dosto & Yevski? Lo scopriremo solo alla fine, dopo 80 minuti di martellanti follie, elettrizzante divertimento e continui taglia & cuci musicali.

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Capodanno al Teatro Nino Manfredi di Ostia.
Un consiglio a tutti quanti da parte di Mario Pulimanti!
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giovedì 3 dicembre 2009

Kill Bill 3


Non ho dormito.
Io e il sonno siamo vecchi nemici, e in una notte normale passo circa sei o sette ore a girarmi e rigirarmi con solo una o due ore di vero sonno REM.
Ma stanotte ho avuto problemi anche solo a chiudere gli occhi.
Resistere all’insonnia é una inutile perdita di tempo.
Allora, accendo la radio.
Parlano di cinema.
Nonostante il personaggio di Bill venga effettivamente ucciso nel secondo capitolo, Quentin Tarantino ha confermato che "Kill Bill" avrà un terzo episodio.
Il film, che dovrebbe arrivare nelle sale solo nel 2014, ruoterà ancora intorno alla figura della Sposa, interpretata da Uma Thurman.
L'attore che impersonava Bill, David Carradine, è morto il 3 giugno scorso in Thailandia.
Kill Bill 3.
Perfetto.
Io adoro la Thurman.
Io adoro il cinema...e odio l'insonnia!
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

giovedì 26 novembre 2009

L'ultimo album di Claudio Baglioni




Sta per uscire il doppio album di Claudio Baglioni Q.P.G.A.". Dell’album originale conserva le canzoni principali sviluppandosi per un percorso lunghissimo e infinitamente più articolato, che si apre con l’Ouverture e la voce di Andrea Bocelli e procede raccogliendo Ruggeri, Finardi, Renga, la chitarra di Alex Britti, Mina, Andrea Bocelli, Fiorello, Franco Battiato, Elio e le storie tese, Pfm, Ivano Fossati, Morgan, Mario Biondi, Jovanotti, Laura Pausini, Giorgia, Paola Cortellesi, Enzo Jannacci, Neri Marcoré, Dolcenera, Pino Daniele, i premi Oscar Ennio Morricone e Luis Bacalov, Giuliano Sangiorgi, ma anche nomi nuovi usciti dai talent, Giusy Ferreri, Alessandra Amoroso e Noemi, fra i circa 70 artisti che hanno dato un loro contributo vocale o strumentale. Questo, dice Baglioni “non è un remake, ma un disco totalmente nuovo. Non è una raccolta di canzoni non è un disco di duetti, è un percorso che appartiene più a un disco affresco dove sapevo di non poter essere l'unico ritratto”. Bravo Claudio!

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

mercoledì 25 novembre 2009

sette sataniche


Si vestono rigorosamente di nero, usano simboli esoterici, croci rovesciate, stelle a cinque punte e scrivono ossessivamente il numero del diavolo "666". Sono i giovani aspiranti satanisti, spesso slegati dai movimenti ufficiali che pure sono attivi in Italia. Il satanismo sta diventando una moda pericolosa. Anche se risulta difficile quantificare gli adepti e soprattutto distinguere tra chiese sataniche, sette e gruppi satanisti. Le prime sono finite nelle aule dei Tribunali, accusate di delitti efferati, le seconde risultano difficili da individuare perché si muovono nell'ombra con rituali segreti, il terzo fenomeno accomuna tutte le schegge impazzite ovvero gruppuscoli autoreferenziali. Lo studio sull'arcipelago delle sette ha fatto emergere la diffusione degli aspiranti giovani satanisti in Italia. Sarebbero tutti giovani esponenti di una generazione annoiata. Un satanismo fai da te, come lo hanno definito gli esperti, citando cantanti rock piuttosto che libri new age. Il segnale preoccupante è costituito dagli atti di vandalismo a danno di croci, ostie e cimiteri. Oltretutto, molti gravi atti di profanazione effettuati in Italia sono stati posti sotto silenzio per evitare l'effetto imitazione e per non offrire pericolose conferme. Il vandalismo infatti rappresenta una prova iniziatica che il giovane deve superare per entrare nelle grazie del leader. Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

venerdì 13 novembre 2009

Remo Silvestro e Chiara di Bari al Teatro Manfredi




Chiara di Bari e Remo Silvestro in concerto domenica 15 novembre 2009 al Teatro Manfredi di Ostia Lido, alle h 21,00.
Piano- Antonio Zappulla
Basso- Fabio Penna
Tromba – Denis Fattori
Batteria- Milo Silvestro

Remo Silvestro
Chitarrista, pianista, arrangiatore ma soprattutto autore. Ha scritto circa trecento canzoni, pubblicandone più della metà, brani originali per film, musiche per documentari televisivi. Musicista di netta impostazione blues, ma curioso e aperto a molti altri stili musicali, ama infatti spaziare da un sound all’altro, dal jazz al country, dall’etnico alla musica brasiliana al funky. Per la musica leggera, va citato il successo ottenuto con la canzone scritta per Paola Turci ”Ringrazio Dio”, presente al festival di Sanremo e tradotta in portoghese dal grande chitarrista brasiliano Toquinho. Ha scritto canzoni per film televisivi come ”La luna nel pozzo” prodotto da RAIUNO o per il grande schermo nel film ”La prima volta” prodotto da Pupi Avati. Ha all’attivo dieci CD tra i suoi e quelli scritti e prodotti per altri artisti. Per anni Remo Silvestro, è stato protagonista nei più prestigiosi club europei come l’Atlantis di Basilea o il il New Morning di Ginevra. Il suo grande interesse per la ricerca musicale e la curiosità per tutta quella musica che lo attrae, lo ha portato a suonare e confrontarsi con molti musicisti di varia estrazione musicale, collaborazioni prestigiose con il percussionista americano Karl Potter,con il quale ha inciso il CD “Mal d’Africa”, la cantante blues di New York, Cristal White, il sassofonista Stefano Di Battista, stella del jazz internazionale, leggende del blues americano come il cantante di Chicago Harold Bradley il cantante soul della Florida Herbie Goins, il sassofonista Eric Daniel, l’organista Jimmy Holden i chitarristi King James Johnson (Alabama) e Mark Hanna (New York) con molti dei quali ha inciso e prodotto il CD ”live at Boa” e altri importanti jazzisti italiani come il pianista Claudio Colasazza, il batterista Pietro Iodice, il contrabbassista Dario Rosciglione, il chitarrista Lello Panìco, con i quali ha inciso il CD Men in Blue, ”A night with you”. Molte le collaborazioni con artiste donne di grande talento come la stessa Cristal White o la bravissima Joy Garrisson, l‘originale sassofonista e cantante Cristiana Polegri, la grintosa blues woman Stefania Calandra, le brave cantanti gospel Lucy Campeti e Giò Bosco. E’ stato più volte ospite in prestigiose trasmissioni musicali come quella di Renzo Arbore, D.O.C. in onda su RAIDUE. Presente a Sanremo giovani ’97, come autore e produttore musicale del cantante Daniele Vit nello staff di Michele Mondella, (promotore di Dalla, De Gregori, Morandi etc). Sua grande passione sono i cantautori intimisti americani, James Taylor è quello che più di ogni altro ha contribuito alla sua formazione chitarristica e vocale, forse per questo, spesso tributa intere serate al grande musicista di Boston con il quale ha avuto modo d’incontrarsi in occasione di un tour italiano del cantautore americano, luglio 2004. Negli ultimi anni si e’ occupato tra l’altro della direzione artistica del B.O.A. il Birrificio Ostiense Artigianale con annesso locale musicale di grande successo, dirigendo la ”House Blues Band”, gruppo fisso del club che ha ospitato diversi artisti di successo e insieme al direttore artistico teatrale Felice Della Corte ha organizzato gli eventi musicali del Teatro Nino Manfredi, come il Concerto di Natale Gospel e Ostia Blues. Sempre attento e disponibile al sociale, Remo Silvestro ha scritto e inciso una canzone che è diventata l’Inno per L’AISA (Associazione Italiana Sindromi Atassiche) e organizzato insieme al presidente dell’associazione, Carlo Rossetti, diversi concerti a favore della ricerca di questa rara malattia. ”We have a dream” è il titolo del singolo.


Chiara di Bari
Cantante e attrice romana. Nonostante la sua giovane età ha lavorato in numerose pièce teatrali tra le quali: “Elettra” di Sofocle, “Le luci di Algeri” di Gianni Guardagli per la regia di Claudio Frosi (premio Flaiano 2000), “Finale di partita” di Beckett, regia di Andrea Buscemi e come protagonista in”Macbeth” e “La Tempesta” di Shakespeare, regia di Giovanni Nardoni. Nel 2003 è in scena con “Per sempre Mio Divino Amore” di Lorenzo Cognatti in occasione della beatificazione in Vaticano di Don Umberto Terenzi. Tra il 1999 e il 2000ha preso parte come cantante e percussionista a “Canti di scena” di e con Vincenzo Cerami e Nicola Piovani (Premio Oscar per “La Vita è bella”). Nel 2002 entra a far parte del cast italiano di “Notre Dame de Paris” di Riccardo Cocciante, Luc Plamondon e Pasquale Panella nel quale lavora per sei anni nel ruolo di Fiordaliso e della passionale zingara Esmeralda. Nel 2005 viene scelta dal produttore francese Nicolas Talar e dal regista inglese Wayne Fowkes per interpretare, nella versione originale francese, sia il ruolo di Esmeralda che quello di Fiordaliso, nella tournée internazionale prevista in Asia: Corea, Taiwan e Singapore. La tournée si prolunga per ben due anni. Nel 2006 e nel 2007 è una dei protagonisti nella versione concertistica del Musical “Il Conte di Montecristo” di Francesco Marchetti e Robert Steiner per la regia di Gino Landi e Jocelyn. Sempre nel 2006 debutta alla Sala Nervi, in San Pietro, ne “La clinica, questa nostra casa”, un recital di presentazione del musical “ Actor Dei” per la regia di Federico Caramadre Ronconi. Nel 2007 è impegnata nel musical “Actor Dei”, liberamente ispirato alla vita di Padre Pio, di Attilio Fontana, Maria Grazia Fontana, Antonio Carluccio, Franco Ventura, Federico Capranica e Michela Andreozzi. Sempre nel 2007, tra settembre e ottobre , registra il suo primo video-clip “Un rendez-vous”, una canzone di Laurent Bàn, Pino Marcucci e Massimo Bizzarri, prodotto da Ermes Art Studios e realizzato da Federico Caramadre Ronconi. Il 2008 la vede debuttare a Roma, in gennaio, al Teatro Brancaccio e poi in tournée in Italia, come protagonista nella versione completa del Musical “Il Conte di Montecristo” nel ruolo di Mercedes per la regia di Gino Landi. A luglio dello stesso anno è una delle protagoniste de “La Strada” di Fellini, la nuova pièce teatrale del compositore Germano Mazzocchetti per la regia di Massimo Venturiello con Tosca e Massimo Venturiello che porta in tournée in tutta Italia fino a marzo del 2009. Nel settembre 2008 si lancia, insieme a Laurent Bàn, alla guida della sua prima produzione teatrale: “Marlene D. The Legend”, interpretato da Quince, in scena a Parigi al Theatre Lucernaire. Nell’aprile del 2009 debutta in Francia con la nuova piece teatrale musicale “Le journal d’Adam & Eve” di Riccardo Castagnari e Laurent Bàn. Il 1 luglio 2009 lo spettacolo Marlene D. vince il premio MARIUS come migliore spettacolo musicale nella categoria adattamento francese. Nell’estate del 2009 viene contattata dal produttore/autore della comedié musicale LA PETITE SIRENE, Christian Schittenhelm che le domanda di riprendere il ruolo protagonista dello show con il quale debutta alla fine di settembre per la regia di Sebastien Savin. A partire da dicembre sarà la nuova protagonista del musical HAIR, nel ruolo di Sheila, in tournée in Francia, Belgio e Svizzera.


Pubblicato da Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

martedì 20 ottobre 2009

Rossana Schiaffino


Rosanna Schiaffino é morta a Roma a 69 anni dopo una lunga malattia. E’ stata attrice a lungo protagonista delle cronache italiane, da quando poco più che ventenne il suo volto seducente e il profilo elegante figuravano spesso sulle copertine dei settimanali. Era nata a Genova il 25 novembre 1939. La sua carriera cinematografica cominciò accanto a Totò ("Totò lascia o raddoppia?" di Camillo Mastrocinque, 1956). Ma, ancora prima di compiere venti anni, si misura con un ruolo drammatico ("La sfida", di Francesco Rosi, 1958), imponendosi presto come una delle giovani più promettenti del cinema italiano. Bruna e avvenente, tipica bellezza mediterranea, accompagna le imprese notturne di tre giovani sbandati ("La notte brava", di Mauro Bolognini, 1959), insieme alle altre incantevoli protagoniste femminili del tempo: Anna Maria Ferrero, Antonella Lualdi, Elsa Martinelli: un poker di bellezze che fa sognare i cinespettatori. Per il lancio del film vengono immortalate in un celebre scatto organizzato dal press-agent Enrico Lucherini, mentre escono grondanti e molto sexy dal mare di Fregene. Una foto pubblicitaria che fa effetto negli anni della "Dolce vita". Love story formato telenovela, indiscrezioni, amene curiosità. Un produttore importante come Franco Cristaldi la mette sotto contratto. Ma Rosanna raggiunge poi i traguardi più importanti della carriera grazie al produttore Alfredo Bini, che sposa nel 1963 e dal quale avrà una figlia. Nei primi anni '60 diventa l'eroina di tanti film in costume o mitologici. La sua popolarità si estende anche all'estero; partecipa infatti film di produzione francese, inglese e americana. Dalla seconda metà degli anni '70 dirada la sua attività. Nel 1980 divorzia da Bini e nel 1982 sposa l'industriale Giorgio Falck, padre del suo secondo figlio. Poi torna a far parlare di se in occasione della separazione dall'industriale. Lunedì 19 ottobre è stata sepolta a Portofino.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

Carla Boni


È morta a 84 anni a Roma Carla Boni, una delle grandi voci della canzone italiana. Nata a Ferrara come Carla Gaiano, entrò nel 1951 nell'organico dei cantanti della Rai. Sposata con il cantante Gino Latilla, poi separata, fu definita la “cantante dell'urlo”, per il suo formidabile acuto a tutta voce alla fine della personale esecuzione di Jezabel. La vittoria al Festival di Sanremo nel 1953 con "Viale d'autunno" in coppia con Flo Sandon's la consacrò come rivale di Nilla Pizzi. Fra i suoi successi anche "Mambo Italiano" e "Casetta in Canadà". Negli anni cinquanta fu autrice di una cover del brano musicale "Johnny Guitar", motivo conduttore della colonna sonora del film western del 1954. Il suo nome era tornato alla ribalta anni fa, in occasione del suo ottantesimo compleanno, con una nuova versione di Mambo Italiano in gruppo con i Flabbies. Nell'ottobre 2007 aveva pubblicato il cd "Aeroplani ed angeli", un album di canzoni scritte da giovani cantautori. Mario Pulimanti (lido di Ostia –Roma)

martedì 6 ottobre 2009

Le sentinelle dell'arte


A dicembre entreranno in azione a Roma le “sentinelle dell'arte”. Si tratta di 40 ragazzi e ragazze che svolgeranno il servizio civile vigilando sul Colosseo, Fontana di Trevi, Trinità dei Monti e molti altri luoghi di interesse storico e architettonico. A spiegare nel dettaglio le caratteristiche del servizio è stato il delegato del sindaco al centro storico Dino Gasperini che ha anche annunciato l'avvio entro l'anno di lavori di rifacimento del piazzale esterno del Colosseo. “Abbiamo ricevuto 450 domande - ha detto Gasperini a proposito delle "sentinelle dell'arte" - e soprattutto l'appoggio dei carabinieri per le 60-70 ore di formazione. I giovani che verranno impiegati dovranno rivolgersi alle forze dell'ordine in caso rilevassero qualche problema. Inoltre, svolgeranno un lavoro di monitoraggio e censimento delle opere d'arte presenti anche nei magazzini in modo da avere un quadro completo anche in caso di situazioni di emergenza come alluvioni”. La graduatoria verrà pubblicata a novembre e le “sentinelle dell'arte” saranno operative già a ridosso delle festività natalizie. Il loro ruolo sarà anche quello di informare e distribuire il decalogo di fruibilità dei monumenti, per esempio, quando è possibile fare o meno fotografie.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

mercoledì 30 settembre 2009

A Simonetta D'Ippoliti, mia moglie



Ho smesso di fumare.
Vivrò una settimana di più ed in quella settimana pioverà a dirotto.
(Woody Allen)

giovedì 24 settembre 2009

La favola dell'amicizia




La favola dell'amicizia

C'era una volta un uomo che aveva il nido in un posto marino chiamato Ostia Lido.
Lui aveva moglie, due figli e tanti amici e non aveva né tristezza, né malattie, nè nemici.
Somigliava al cantante milanese chiamato Enzo Jannacci e la controfigura proposer di farne con tanti baci e pure molti abbracci.
A lui ciò non sembrò del tutto vero, ma il suo lavoro nel film non era certo a costo zero.
Ferito nell'ernia e con complicazioni in ufficio, declinò l'invito non senza sacrificio.
E in una notte di tempesta e tuoni fu ferito da accuse infondate e non consoni.
Fu accusato di scrivere commenti gravi e pesanti, ma sapeva che l'autore non era lui, Mario Pulimanti.
Quelle frasi orrende e proprio tanto folli opera eran invece di demoni brutti e molli.
Cercò di difendersi triste e disperato, ma gli amici non voller sentir il suo canto desolato.
Alzò gli occhi e vide papà Valeriano ondeggiar in una nube rosa tra un fagiano e un pellicano.
Sentì la sua voce forte e molto chiara che gli diceva: "Mariuccio smetti 'sta cagnara!
Quando si litiga con qualcuno e si dice qualcosa di brutto, si lasci una ferita e ci si comporti da farabutto.
Chi pianta un coltello in un amico, e poi la leva all'amico resterà una ferita ma a lui una gran pena longeva.
Non importa quante volte ci si scuserà, la ferita orrenda e sanguinante a putrefarsi rimarrà.
Fa male una ferita fisica quanto una verbale, sia essa accidentale, bestiale o paradossale.
Gli amici sono gioielli preziosi e molto rari, non vanno gettati nelle profondità dei grandi mari.
Gli amici ti fanno sorridere, ti vogliono bene, lo fanno di cuore, senza corde né catene.
Sono pronti ad ascoltarti alla bisogna e non si comportan mai, dico mai, da vil carogna.
Lor ti sostengono e ti aprono il loro cuore e lo fanno solo per tanto ma tanto amore.
E adesso va, va Mariuccio mio, oltre all'ernia non dire anche ad alcuni amici un brutto e triste addio.
Or ti lascio e lassù ritornerò, ma di vegliar su te mai mi stancherò".
Così disse il suo papà Valeriano e nel cielo scomparve volando piano piano.
Mario rimase solo e ammutolito e per un attimo si sentì assortito, smarrito e sbigottito.
Poi si asciugò una lacrima che bagnava il suo gran viso e all'improvviso si sentì come fosse in paradiso.
Ora aveva capito tutto, l'aveva detto il suo caro e buon papà, agli amici cari mai rinuncerà!
E a chi lo accusava di scriver amenità, sorridendo rispose che eran tutte falsità.
Cercasser altrove gli autori di tal misfatti, che lui era del tutto estraneo a simil e vili atti.
Così come lo eran la moglie e i figli belli, colpevoli non certo di frasi turpi, castelli o indovinelli.
Perciò disse all'improvviso, a grandi e piene voci: "Sol chi non lancerà acusse folli e tanto atroci
resterà amico mio e della mia famiglia, gli altri restasser pure nel loro parapiglia
che per noi non sarà certo una grande meraviglia."
Quindi se ne andò contento e tanto fortunato, con moglie, figli e veri amici, stimolato e non rassegnato.
La morale della favola é una e una sola: "l'amico vero non é una sciocca banderuola!"

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

La favola dell'amicizia




La favola dell'amicizia

C'era una volta un uomo che aveva il nido in un posto marino chiamato Ostia Lido.
Lui aveva moglie, due figli e tanti amici e non aveva né tristezza, né malattie, nè nemici.
Somigliava al cantante milanese chiamato Enzo Jannacci e la controfigura proposer di farne con tanti baci e pure molti abbracci.
A lui ciò non sembrò del tutto vero, ma il suo lavoro nel film non era certo a costo zero.
Ferito nell'ernia e con complicazioni in ufficio, declinò l'invito non senza sacrificio.
E in una notte di tempesta e tuoni fu ferito da accuse infondate e non consoni.
Fu accusato di scrivere commenti gravi e pesanti, ma sapeva che l'autore non era lui, Mario Pulimanti.
Quelle frasi orrende e proprio tanto folli opera eran invece di demoni brutti e molli.
Cercò di difendersi triste e disperato, ma gli amici non voller sentir il suo canto desolato.
Alzò gli occhi e vide papà Valeriano ondeggiar in una nube rosa tra un fagiano e un pellicano.
Sentì la sua voce forte e molto chiara che gli diceva: "Mariuccio smetti 'sta cagnara!
Quando si litiga con qualcuno e si dice qualcosa di brutto, si lasci una ferita e ci si comporti da farabutto.
Chi pianta un coltello in un amico, e poi la levi, per l'amico una ferita e per lui niente sollievi.
Non importa quante volte ci si scuserà, la ferita orrenda e sanguinante a putrefarsi rimarrà.
Fa male una ferita fisica quanto una verbale, sia essa accidentale, bestiale o paradossale.
Gli amici sono gioielli preziosi e molto rari, non vanno gettati nelle profondità dei grandi mari.
Gli amici ti incoraggiano, ti fanno sorridere, ti vogliono bene, lo lo fanno di cuore, senza corde né catene.
Sono pronti ad ascoltarti alla bisogna e non si comportan mai, dico mai, da vil carogna.
Lor ti sostengono e ti aprono il loro cuore e lo fanno sol,o per tanto ma tanto amore.
E adesso va va Mariuccio mio, oltre all'ernia non dire anche ad alcuni amici un brutto e triste.
Or ti lascio e lassù ritornerò, ma ti vegliar su te mai mi stancherò".
Così disse il suo papà Valeriano e nel cielo scomparve volando paino piano.
Mario rimase solo e ammutolito e per un attimo si sentì assortito, smarrito e sbigottito.
Poi si asciugò una lacrima che bagnava il suo gran viso e all'improvviso si sentì come fosse in paradiso.
Ora aveva capito tutto, l'aveva detto il suo caro e buon papà, agli amici cari mai rinuncerà!
E a chi lo accusava di scriver amenità, sorridendo rispose che eran tutte falsità.
Cercasser altrove gli autori di tal misfatti, che lui era del tutto estraneo a simil e vili atti.
Così come lo eran la moglie e i figli belli, colpevoli non certo di frasi turpi, castelli o indovinelli.
Perciò disse all'improvviso, a grandi e piene voci: "Sol chi non lancerà acusse folli e tanto atroci
resterà amico mio e della mia famiglia, gli altri restasser pure nel loro parapiglia che per noi non sarà certo una grande meraviglia."
Quindi se ne andò contento e tanto fortunato, con moglie, figli e veri amici, stimolato e non rassegnato.
La morale della favola é una e una sola: "l'amico vero non é una banderuola!"

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

domenica 20 settembre 2009

Pubblico impiego


Sono state ripristinate le vecchie fasce di reperibilità per le visite mediche fiscali del pubblico impiego, che erano state modificate a inizio anno con il ben noto decreto legge del Ministro Brunetta. Si è quindi ritenuto opportuno non diversificare più tale trattamento tra pubblico e privato, poiché non sussistono motivi oggettivi per operare in tale senso. Grazie all'operato dei sindacati è stata fatta una sorta
di retromarcia, per evitare un' assurda differenziazione di trattamento. Non è il malato che va punito o penalizzato, ma il furbetto o il medico eventualmente compiacente.Resta invece, ed è una cosa positiva, la pubblicazione degli stipendi dei dirigenti e degli amministratori insieme agli altri provvedimenti in materia di trasparenza amministrativa. Nulla di concreto si è fatto invece per
quanto riguarda il riconoscimento dei meriti, visto che i metodi di valutazione sembrano essere rimasti identici agli anni precedenti. Le schede di valutazione esistenti si basano su criteri poco oggettivi e danno la possibilità, ai preposti alla compilazione, di esprimere un voto abbastanza soggettivo e non vincolato ai risultati effettivamente raggiunti, come invece dovrebbe essere. Visto che il giudizio espresso
si converte poi in euro, il sistema non esclude a priori ingiustizie dovute a valutazioni viziate da scelte personali o di convenienza. Il problema sta quindi nel realizzare un sistema di valutazione con criteri talmente oggettivi che anche un estraneo possa esprimere un giudizio corretto. Forse è un'utopia, ma la valutazione di attestati, lavori documentati, titoli di studio, partecipazione a corsi e altro, sono cose chiedibili, dimostrabili e valutabili e non opinabili. Non è possibile che si dia un voto basso sulla formazione a persone che hanno partecipato a numerosi corsi con giudizi dal buono all'ottimo e, viceversa, voti alti a chi non ha fatto niente (questo è solo un esempio tra i tanti). Lo stesso dicasi per le alte cariche, che spesso sono meno controllate e godono quindi di maggior libertà di movimento. Si auspica che venga al più presto messo in atto un sistema di valutazione adeguato, giusto e non lesivo dei diritti, dell'immagine e del lavoro svolto dai dipendenti tutti, nessuno escluso.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia--Roma)

sabato 19 settembre 2009

Mary Travers


La cantante statunitense Mary Travers, vocalist del trio "Peter, Paul and Mary" che negli anni Sessanta trasformò in inni della protesta contro la guerra nel Vietnam e a favore dei diritti civili canzoni come "Blowin'in the Wind", "If I Had a Hammer" e "Where Have All the Flowers Gone?", è morta all'età di 72 anni.
Mary Allin Travers, nata a Louisville, nel Kentucky, il 9 novembre 1936, si specializzò nel repertorio folk americano, precedendo Bob Dylan e Joan Baez, di cui poi riprese il repertorio.
Con Peter Yarrow e Noel "Paul" Stookey fondò nel 1961 il trio "Peter, Paul and Mary" che ebbe grande rilevanza mondiale. Lanciato dall'agente Albert Grossman, futuro impresario di Bob Dylan, grazie al contributo della Travers, attivista del Greenwich Village di New York dove si ritrovavano poeti beat e artisti folk, il trio propose melodie armoniose che accompagnavano testi politici e di denuncia sociale. Assistiti dall'arrangiatore Milt Okun, già collaboratore di Harry Belafonte, incisero il loro primo Lp nel 1962, con melodie simili a quelle dei contemporanei Weavers di pete Seeger e Woodie Guthrie. Il trio sopravvisse a tutti gli altri gruppi folk dell'epoca e nel 1962, con il terzo album "In the Wind", portò al successo alcune canzoni dello sconosciuto e giovanissimo Bob Dylan, due delle quali, "Blowin'in the Wind" e "Don't Think Twice, It's Alright"» scalarono rapidamente le classifiche. "Blowin' In the Wind", divenne grazie all’interpretazione del trio - che sostenne con Joan Baez l’esordio di Dylan al Festival di Newport -, divenne una delle canzoni inno del nascente movimento dei diritti civili del reverendo Martin Luther King, che Peter Paul & Mary accompagnarono in diversi momenti, compresa la marcia su Washington del 1963.
Il trio folk è stato premiato con cinque Grammy. Il gruppo si sciolse nel 1970 quando Mary decise di tentare la via della cantante solista, incidendo cinque album. La Travers è stata sposata con Barry Feinstein da cui ha avuto due figlie per poi divorziare. I tre componenti del gruppo sono poi tornati a suonare insieme nel 1978 e sono stati inseriti nel 1999 nella Vocal Group Hall of Fame.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

lunedì 14 settembre 2009

La Lazio-Juve di José Mourinho


Mi si sono alzate le antenne dopo il Lazio-Juve di sabato sera.
E ben ha fatto José Mourinho a divertirsi raccontando come ha trascorso il suo sabato sera: "Ho spento la televisione dopo il gol di Mauri ma non per polemica con l’arbitro ma perché in ritiro mi aspettava un menù speciale, a base di calamari".
Del resto la Juve da sola non fa paura, non è più che una buona squadra che nel piattume generale dovrebbe arrivare seconda, ma bisogna solo sperare che l'Inter sia più forte della Juve.
Se non altro, finché non ci saranno arbitraggi scandalosamente contro l'Inter negli scontri con altre piccole come accadde in Perugia-Inter e Chievo-Inter del 2003.
Chissà se all'Inter toccherà concentrarsi completamente sulla Champions come vorrebbe il "palazzo" e l'opinione pubblica in generale, come fanno capire le recenti affermazioni pro-Juve (o anti-Inter?) di Lippi e Capello.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)

mercoledì 9 settembre 2009

Mike Bongiorno, grazie!


Mi sveglio di scatto da un sonno senza sogni. Non ho bisogno che di un attimo per ricordarmi che Mike Bongiorno ieri è morto. Con lui è morto anche un po’ della mia gioventù. Mike é morto per un infarto. Stava preparando le valigie per il rientro in Italia quando si è accasciato al suolo. La moglie Daniela ha subito chiamato la portineria e il medico il quale però, dopo aver fatto a Mike un massaggio cardiaco, ha dovuto constatarne il decesso. Mi alzo. Chiudo gli occhi e desidero che il pavimento smetta di ondeggiarmi sotto i piedi. Mi trovo in uno stato di paralisi intellettuale. Soffro i postumi di una sbronza. La morte di Mike per me ha avuto l’effetto di una sbronza. La situazione è irreale e il mio cervello rifiuta di funzionare. Non avrei mai creduto che Mike potesse morire. Lo credevo immortale. Mike stava preparando la nuova edizione di Rischiatutto su Sky, per rilanciare il suo volto dopo il benservito di Mediaset. Vado verso il bagno. Una volta in bagno mi appoggio contro la porta e cerco di riordinare i pensieri. Sono più scosso di quanto avrei mai creduto possibile. Poi mi rendo conto lentamente di avere la vescica che sta per scoppiare, e che una doccia è una necessità dopo il tumulto della notte, provocato dall’improvvisa notizia della morte di Mike. Quando ho terminato scivolo in camera da letto e infilo jeans e una T-shirt con scritto “Non sono grasso. Sono soft”. Dopo un attimo di riflessione cerco una giacca che ho gettato sopra una sedia. Vado in cucina. Mi preparo un caffè. Il profumo di caffè si spande per l’appartamento. Faccio un profondo respiro e ritorno in salone. Ripenso a Mike. Era il volto più noto del piccolo schermo. Le sue gaffe e la signorilità lo hanno fatto apprezzare da generazioni di italiani. Papà mi raccontava che nei primi anni della televisione in casa c’erano ancora e solo le radio. Bisognava andare al bar per vedere Mike Bongiorno o Mario Riva. Sale affollate e fumose, zeppe di famiglie che del boom non volevano perdersi nemmeno la pubblicità o l’intervallo con le pecore e la musica sonnolenta. Non c’era bar a Roma che non facesse affari con il famoso programma di Mike, un tipo pallido, sorprendente, che veniva dall’America di Paperon de’ Paperoni. Parlava con uno strano accento, come se pensasse in inglese e parlasse in italiano. E fu così che papà corse ad acquistare una TV. Per godersi Mike comodamente a casa sua. Solo che non stava poi tanto comodo, dato che tutti gli inquilini del palazzo correvano a casa sua per vedere Mike. E poi sono nato io. E’ proprio vero: sono nato con Mike. Risuonerà sempre nelle mie orecchie il suo “Allegria!” Grazie Mike.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

martedì 8 settembre 2009

Pandemia, l'influenza che uccide



Dietro alla pandemia opera il sistema dei vaccini, che si è messo in modo con una velocità incredibile.
Si calcola che questo imponente laboratorio alla fine dell’epidemia sarà stato in grado di fornire oltre un miliardo di vaccini.
Nel mondo molte persone potranno avere accesso al vaccino perché rientrano nelle categorie considerate a rischio.
I governi di tutto il mondo si accingono a stanziare fondi straordinari per proteggere la popolazione da una pandemia che non solo potrebbe mietere migliaia di vittime, ma che inciderebbe non poco sulle finanze dei Paesi.
Si calcola che per un euro speso per il vaccino se ne risparmiano dai 20 ai 30 per visite e ricoveri e che l’indotto delle giornate di lavoro che verranno comunque perse supera di gran lunga il costo dei vaccini.
Le stime parlano già di almeno 300 milioni di euro di lavoro persi dall’industria italiana.
Cifre che danno il senso dell’impatto che questa pandemia provocherà a livello mondiale.
Il vaccino rimane l’unica strada percorribile.
Per non parlare dell’abbattimento quasi totale delle visite dal medico di base e del consumo degli antibiotici o dei farmaci da banco.
E il parco dei numeri si arricchisce anche di altre cifre, come ad esempio l’immane giro economico che ruota attorno a questa influenza.
Per quanto riguarda la messa in commercio del vaccino, la sperimentazione deve essere fatta con calma e serenità, anche se già si sa che i rischi sono minimi in quanto già si conosce la tecnica.
Poi si passerà alla fase della registrazione e dai primi di ottobre si potrà iniziare a distribuire le dosi.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

mercoledì 2 settembre 2009

Zaia e il vino


Chi considera ubriaco un cittadino che ha bevuto un bicchiere di vino a cena pecca di proibizionismo e fallisce il bersaglio. Lo afferma il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, replicando al direttore dell'Osservatorio nazionale Alcol dell'Iss, Emanuele Scafato, che considera già un rischio per la sicurezza stradale bere due bicchieri di vino. Inoltre Zaia spiega che “bisogna finirla di considerare ubriaco chi beve due bicchieri: è in atto una criminalizzazione del vino che non ha senso alcuno e che sta uccidendo uno dei comparti più pregiati del made in Italy”. Del resto, aggiunge il ministro, “la scienza ci dice anche che un moderato consumo di vino ha effetti benefici sul cuore e sul sistema cardiovascolare”. Secondo il Ministro, è poi necessario agire su più fronti, rifuggendo dalla comoda scappatoia della criminalizzazione indistinta e a tutti i costi. I giovani, e non soltanto loro, non si limitano a bere, ma usano farmaci, droghe, leggere e pesanti. Quante morti sono causate da questo genere di abusi? Quante dalla distrazione? Quante, ancora, sono legate all'inesperienza di guida? A mio parere Zaia fa bene ad evidenziare la differenza tra uso corretto del vino ed abuso. I fautori del proibizionismo non sanno distinguere tra consumo consapevole e l'abuso. Del resto anche famosi medici affermano che due bicchieri di vino in un soggetto sano e bevuti durante un normale pasto difficilmente superano lo 0,5. E, invece di colpevolizzare il vino in astratto, sarebbe opportuno promuovere una cultura del bere non solo responsabile ma intelligente.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

martedì 1 settembre 2009

Gelati OGM

Un gelato Ogm che non si scioglie in Italia almeno per un po' di tempo. Dopo le reazioni scatenate in Italia dalla notizia del via libera a fine giugno da parte della Commissione Europea alla proteina sintetica Isp (Ice structuring protein) derivata da un lievito geneticamente modificato, l'Unilever, titolare del brevetto e proprietaria dell'Algida, ha assicurato che quest'anno in Italia e in Europa la proteina Isp non sarà utilizzata nei suoi gelati, inoltre, fonti aziendali, spiegano che allo stato l'eventuale utilizzo della proteina in futuro è un'ipotesi del tutto residuale. "L'eventuale utilizzo - spiegano dall'Unilever - sarà valutato solo dopo approfonditi test di mercato sul gradimento dei consumatori e in ogni caso sarebbe limitato a pochi gelati", in particolare ai gelati alla frutta (si è parlato del Solero) e dietetici. In ogni caso la sperimentazione durerebbe due o tre anni prima dei quali il gelato che non si scioglie non sarà proposto al mercato e «quando e se» sarà proposto la proteina Isp sarà indicata in etichetta. La proteina Isp, ammessa dall'Efsa e dall'Ue nella categoria dei novel foods, permette al gelato di non sciogliersi nonostante il caldo consentendo forme particolari e maggiore qualità nel caso degli sbalzi termici che possono capitare durante il trasporto. Se per il momento in Italia e in Europa questi gelati non sono ancora in commercio, lo sono già invece negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

Fernanda Pivano


Ha combattuto contro il tempo finché ha potuto. A settembre 2007 l'avevano portata in ospedale dopo una piccola ischemia cerebrale, che aveva superato come di consueto, scherzando e ridendo con infermieri e medici. Aveva superato anche un principio di infezione polmonare, poi un secondo ictus l'aveva abbattuta, ma non del tutto.. Alla clinica Don Gnocchi di Milano, dov'era rimasta ricoverata per oltre un mese, le sue funzioni si erano ridotte al minimo. Non parlava, faticava a mangiare, gli occhi spenti che fissavano nel vuoto per poi richiudersi in un sonno continuo. Le avevano portato un lettore di cd su cui ogni tanto suonavano le canzoni di Fabrizio De André. In uno degli ultimi momenti di lucidità era sembrata risvegliarsi e quasi danzare sorridendo seguendo la melodia e la voce del cantautore genovese che lei considerava il più grande poeta italiano del '900. I medici non le avevano dato speranze, ma lei si era alzata ancora una volta sul letto. Era tornata a casa per Natale, con un'autobiografia ancora da scrivere in parte e una maggiore difficoltà a esprimersi e a muoversi. Si era rimessa al lavoro, riuscendo a finire il primo volume della biografia e mettendo le basi per altri progetti. Era passato un anno. L'autunno e un problema ai reni l'avevano riportata in ospedale. Ma non si era arresa. Alla commemorazione di Fabrizio De André, in tv da Fazio a gennaio, aveva voluto esserci di nuovo. Dalla sua camera d'ospedale continuava a lavorare ad aiutare, a scrivere l'ultimo capitolo della sua biografia. La sua lunga battaglia contro il passare del tempo è stata vinta fino al limite del possibile. Così oggi siamo tutti un po' orfani. A 92 anni Fernanda Pivano ha scelto di non combattere più. Il suo fisico ha ceduto forse cosciente del fatto che la sua vita, fatta di racconti e di memoria, non le avrebbe forse più consentito di incontrare la gente e tenere vivo il ricordo di una stagione della cultura che l'aveva vista per quasi un secolo protagonista. "Hemingway si è sparato quando ha capito che non poteva più scrivere", ricordava del vecchio anziano amico di gioventù sui cui libri aveva cominciato ragazza il suo lavoro di traduttrice di scrittori americani, dopo che Cesare Pavese, suo maestro al liceo, l'aveva spinta a tradurre e pubblicare i versi dell'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Era un grande spirito libero ed entusiasta. Le piaceva raccontare e raccontarsi. Non parlava di sé, parlava delle persone che amava, i suoi scrittori, i suoi poeti, le persone con cui aveva condiviso passione, curiosità, esperienze e visione del mondo. E'stata un motore della cultura, sempre controcorrente. Ed è stata anche una grande giornalista. Sul suo sito internet l'11 Settembre 2001 scrisse : "Con molto dolore per i morti e per la tragedia devo dichiararmi perdente e sconfitta perché ho lavorato 70 anni scrivendo esclusivamente in onore e in amore della non violenza e vedo il pianeta cosparso di sangue". La sua scomparsa è una enorme perdita. Così oggi siamo tutti un po' orfani. Ora, a noi, restano i suoi libri.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

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La nuova TV


La nuova tv? Ad animarla, in questa fase di transizione, sono più le scelte strategiche e tecnologiche dei player consolidati o emergenti, che un'effettiva innovazione di contenuti, molto spesso ripetitivi, impoveriti dalla crisi che non risparmia la creatività e appiattiti sui desideri di un'audience in caduta libera, insidiata da Internet e dai personal media. E infatti le cronache dell'estate hanno dato molto risalto a temi un po' laterali come l'irresistibile ascesa del digitale terrestre, la fuga dal satellite di Sky, per fine contratto e mutata politica aziendale, della Rai di Mauro Masi, il lancio ferragostano, insieme alla rivale Mediaset, della piattaforma concorrente TivùSat. Fino alla controffensiva della tv di Murdoch, che sciorina programmi e previsioni da qui ai mondiali di calcio dell'estate 2010, battendo soprattutto, e non a caso, sul chiodo dell'alta definizione, unica novità che avvantaggi concretamente l'utente di qualunque fede calcistica o cinematografica e dia finalmente un senso alla proliferazione dei mega schermi full HD… Per il resto, infatti, la polverizzazione dell'offerta, favorita anche da un uso disinvolto ma non sempre illuminato della leva tecnologica, sta creando più di un problema agli utenti che vogliono stare al passo con i tempi o semplicemente continuare a vedere ciò che vedevano prima, più o meno passivamente. Ci si aspettava una radicale semplificazione e il trionfo dell'interattività, ma in assenza di un'infrastruttura comune e neutrale, si assiste invece alla moltiplicazione dei decoder.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)


Operazione badanti

È scattata l'operazione badanti. Una partita che potrebbe mettere in gioco fino a 750 mila richieste. Fino al 30 settembre si possono versare i 500 euro necessari per accedere alla sanatoria. Intanto è sull'onere che le famiglie italiane si troveranno a sostenere, che cominciano a circolare perplessità e qualche polemica. La Comunità di Sant'Egidio parla di "tassa per le famiglie" e di "una politica contro le famiglie, oltre che contro la dignità degli immigrati". Le Acli ricordano che da pagare ci sono anche i contributi a partire dal primo luglio. Di certo c'è che il valore complessivo della sanatoria non è di poco conto. Da qui a fine settembre, se le istanze arriveranno a 750 mila, l'incasso sarà di 450 milioni di euro, considerato il solo forfait di 500 euro che serve a sanare il lavoro in nero dal 1 aprile al 30 giugno. Oltre a questa somma, ricorda ancora l'Acli, "molte famiglie non sanno che bisogna versare i contributi all'Inps per il periodo che va dal primo luglio fino al momento in cui le famiglie saranno convocate allo sportello unico", struttura che da ottobre riceverà le domande di regolarizzazione. Ma, secondo l'Acli, c'è anche un altro aspetto. "Molti tenteranno di far passare per esempio un muratore, finora pagato in nero, per un collaboratore familiare".
Mario Pulimanti
(Lido di Ostia -Roma)

mercoledì 12 agosto 2009

Caro prezzi




C’è molto vento oggi a Ostia.

Mentre entro a casa, rifletto.

Un'estate calda per i prezzi e adesso sta per arrivare anche un autunno incandescente?

Con questo non voglio dire che vedo il diavolo, la bocca dell’inferno o i quattro cavalieri dell’Apocalisse e tutti gli orrori dell’aldilà.

Né che sto attraversando un periodo in cui sono in una fase molto spirituale, nella quale mi dedico alla yoga e alla meditazione o al buddismo tibetano.

Né faccio uso di droghe.

No, ho solo letto il giornale.

Cosa ho letto?

Della recente altalena dei prezzi.

La benzina, a giugno aveva toccato dei picchi altissimi ma a luglio il prezzo è sceso del 2\%, anche se è salito quello del gasolio: +0,9\%.

Adesso nuovo allarme viene dai prezzi dei generi alimentari.

Dal 2001 i costi erano rimasti quasi stabili.

Ora l'impennata di alcuni beni primari: l'acqua più 14,7\%, (circa 20 euro all'anno).

Il latte sale dall'8 al 12\% e così i suoi derivati.

Mentre il costo del pacco da mezzo chilo di pasta passerà da una media di 60 a 75 centesimi il pane è aumentato, come burro, il caffè, i formaggi.

Apro la porta.

Si avvicina Simonetta. “Pulisciti i piedi” mi dice.

Detto ciò, torna in sala da pranzo abbandonandomi ai miei pensieri.

Dopo essermi pulito i piedi sullo zerbino, la seguo. “E’ meglio che andiamo di là, in cucina” dice.

“Cosa c’è?” mi chiede.

“Bè, è proprio questo il punto, vedi” replico. “Siccome finora pensano di averci tassato poco, si rifanno ora con le bollette. Si comincia con quelle della luce e del gas che, dal primo ottobre, registreranno un aumento rispettivamente dell'1,9\% e dell'1,7\%. Significa che si dovranno sborsare in più all'anno 23 euro di cui 8 euro in più per l'elettricità e 15 euro in più per le spese di gas. Tutto riconferma che l'Italia è uno dei Paesi più cari d'Europa.”

“C’è dell’altro?” chiede Simonetta, offrendomi una tazzina di caffè.

“Oh, sì.” continuo “Secondo le associazione dei consumatori una famiglia alla fine di quest'anno avrà speso in media 1.098 euro in più rispetto al 2008. Anche la birra aumenta: l'orzo (la base del malto), infatti, è salito del 40\% in 12 mesi. Come non bastasse raddoppiano i costi per la revisione dell'auto, un'operazione che ogni anno coinvolge 12 milioni di autoveicoli. Lo ha denunciato l'Adiconsum, spiegando che in seguito alla decisione del ministro dei Trasporti che ha accolto le richieste degli artigiani, il costo della revisione passa da 25 a 45 euro più Iva. In pratica, considerando l'Iva, un raddoppio del costo dell'operazione”concludo.

“Non è male” risponde lei, sarcastica.

“Lascia stare. Sono arrabbiato e basta”.

Simonetta mi guarda.

Io sono fumante di rabbia.

E’ ovvio che non riuscirà a farmi parlare ancora del caro prezzi.

Non questo pomeriggio e forse mai più.

“Senti, Mario, so come ti senti. Mi sento male anch’io.”

“Okay, Simonetta, sul lavoro ho qualche problema. Lo ammetto. E ora ci si mette pure il caro prezzi".

“Questo è vero” conferma lei. “Ma la vita non va sempre secondo le regole.”

Poi scoppia a ridere, aggiungendo: “Cosa vuoi fare, allora, caro il mio Don Chisciotte lidense?”

“Non lo so” replico “Credo di non poter fare nulla.

Lei riflette un istante. “Chi se ne importa!” esclama e finisce il suo caffè.

“Allora usciamo a fare una passeggiata sul lungomare”.

La ringrazio per la sua disponibilità ed esco di nuovo nel vento.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

venerdì 7 agosto 2009

Zaia, un ministro in gamba


Dopo l'olio, anche il latte, i formaggi e lo yogurt potrebbero avere la carta d'identità. La proposta è stata avviata formalmente dall'Italia con un decreto del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia volto a introdurre l'obbligo, in Italia così come in Europa, di tracciabilità dei prodotti lattiero-caseari e il divieto d'impiego di proteine, “quale tutela delle scelte di acquisto dei consumatori - ha detto il ministro - e strumento di valorizzazione della qualità e sicurezza delle produzioni italiane che solo col formaggio valgono 6 miliardi di euro”. Sui nostri scaffali un prodotto lattiero-caseario su due è straniero, ha detto Zaia, e il consumatore ha diritto di sapere la provenienza di quel formaggio e del latte sterilizzato a lunga conservazione, Uht, pastorizzato microfiltrato oppure ad elevata temperatura. L'Italia produce 10,5 milioni di tonnellate di latte e ne importa 8 milioni. “Di fronte a questi dati - ha osservato il ministro - abbiamo l'obbligo di dare risposte ai produttori, circa 39 mila aziende, e ai consumatori che ignari possono acquistare prodotti di provenienza estera. Succede in Italia e succede in Europa. Ma è l'Italia - ha sottolineato il ministro che pone il problema per tutta l'Europa e va a Bruxelles per chiedere che si faccia chiarezza, pena il divieto di commercializzazione. Come fatto per l'olio, e secondo il principio di trasparenza finalmente riconosciuto nel Libro Verde dal Commissario Ue Mariann Fischer Boel”. Nella nuova battaglia in sede comunitaria Zaia intende consolidare un'alleanza con Francia e Spagna, ma è consapevole della strada in salita perché si tratta di “una rivoluzione copernicana; avremo magari qualche nemico in più, ma restiamo dalla parte delle imprese e dei consumatori”. Sul latte e i suoi derivati, ha detto il ministro italiano, “siamo fuori mercato sui costi, perciò la nostra battaglia è sulla qualità. Anche perché il 72% dei consumatori dichiara di poter spendere di più per avere la certezza dell'origine dei prodotti alimentari. E non è un caso - ha ricordato Zaia - che la spesa presso i farmer's market rappresenta il 10% della spesa alimentare italiana, e che cresca dell'11% il biologico e dell'8% il tipico”. Il settore lattiero caseario è in crisi in Italia e all'estero, tuttavia l'ultima campagna di produzione, ha annunciato Zaia, ha decimato il nostro comparto con la chiusura di 1686 unità. E la proposta di obbliga di indicazione della provenienza del latte, su cui l'Unione Europea ha sei mesi per pronunciarsi, “può essere la soluzione - ha concluso Zaia - del contenzioso sulle quote latte, che vede quest'anno l'Italia risparmiare oltre 120 milioni di euro di multe”. Zaia, un ministro che si sporca le mani e i piedi con la terra. Un Ministro che non dice, fa. In 15 mesi ha reso l’agricoltura italiana da cenerentola a prima attrice diventando, egli stesso, involontariamente ma a pieno titolo, primo attore lui stesso; tanto da essere inserito nel documentario “Terra Madre” di Olmi. Dinamico e combattivo, ascolta gli agricoltori, conosce l’agricoltura e si batte su obiettivi precisi, cercando di raggiungere ciò che si prefissa in sede nazionale e internazionale.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)

venerdì 31 luglio 2009

La pillola del giorno dopo


Via libera a maggioranza dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) alla pillola abortiva Ru 486. Il Consiglio di amministrazione dell'Aifa ha infatti approvato l'immissione in commercio del farmaco in Italia. La pillola abortiva è già venduta in vari paesi. Intanto non si placano le polemiche a livello politico, mentre il Vaticano annuncia la scomunica per coloro che la useranno. È un “veleno letale, non un farmaco”: è come l'aborto chirurgico, quindi un “peccato, un delitto” che comporta la scomunica della Chiesa per chi la usa, la prescrive o partecipa a qualsiasi titolo all'iter. Lo afferma monsignor Giulio Sgreccia, emerito presidente dell'Accademia per la vita, che auspica un intervento da parte del governo e dei ministri competenti. Perché - spiega - non “è un farmaco, ma un veleno letale” che mina anche la vita delle madri, come dimostrano i 29 casi di decesso. La Ru486 - afferma Mons. Sgreccia - è uguale, come la Chiesa dice da tempo, all'aborto chirurgico: un “delitto e peccato in senso morale e giuridico” e quindi comporta la scomunica automatica. La posizione della Chiesa è sempre stata ferma sull'argomento: l'aborto è sempre aborto, sia se fatto in clinica o in casa. Così come più volte sostenuto anche dal vicepresidente della Pontificia accademia per la vita, mons. Jean Laffitte, che all'inizio di quest'anno, quando si è riaperta la discussione per l'uso in Italia, aveva affermato che la cosidetta pillola del giorno dopo, non va usata nemmeno in caso di stupro. Come sottolineato anche dal no della Santa Sede circa l'uso della pillola abortiva nel 1999 per le donne violentate durante la guerra del Kosovo, alle quali la pillola veniva fornita in un kit dell'Onu. O, più di recente, nelle dure prese di posizione della Chiesa nel 2005, quando a Torino nelle strutture pubbliche si iniziò l'uso sperimentale del farmaco. Dal canto suo l’endocrinologo francese Emilie-Etienne Baulieu, inventore della Ru486, sottolinea come la pillola abortiva sia sicura ed efficace. “Quelli che la boicottano sono in realtà i nemici della libertà di scelta delle donne”. A chi dare ragione? Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

Federica Pellegrini

La ventunenne Federica Pellegrini detiene il record del mondo dei 200 stile libero con 1'52"98, e dei 400 che già deteneva con 4'00"41 ai Giochi del Mediterraneo e che ha migliorato all'esordio dei mondiali con 3'59"15, prima donna a scendere sotto il muro dei 4'. È l'unica nuotatrice italiana ad aver infranto il crono mondiale in più di una specialità: ben sei volte ha migliorato quello dei 200 stile libero e tre volte quello dei 400, ma è anche primatista dei 200 in vasca corta (1'51"85). È anche l'unica azzurra ad aver regalato all'Italia il primo oro olimpico al femminile del nuoto, centrando il titolo a Pechino nei 200 stile libero. Con l'oro mondiale sui 400, bissato ora con quello sulla distanza più breve di cui detiene anche il titolo olimpico, Federica Pellegrini aveva riportato, 36 anni dopo Novella Calligaris, il nuoto femminile sul gradino più alto del podio di una rassegna iridata. Ed ora Federica arricchisce ancora il suo straordinario palmares internazionale: infatti oltre all'oro di Pechino ha anche un argento nell'edizione di Atene 2004 sempre sui 200 stile (quando aveva solo 16 anni), un argento e un bronzo mondiale nella stessa distanza rispettivamente a Montreal nel 2005 e a Melbourne nel 2007, oltre a un oro sui 400 agli Europei di Eindhoven, dove conquistò anche l'argento nella 4x100 stile e il bronzo nella 4x200. 35 invece i titoli italiani a livello individuale. Pioggia di medaglie anche in vasca corta con 2 ori, 2 argenti e 1 bronzo agli europei, e un argento un bronzo ai Mondiali. Detto onestamente, tutta questa faccenda mi ha ancor più convinto che la bella Federica è la regina del nuoto italiano. Proprio così.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

Alcolismo

Un rapporto diffuso dalla Commissione Europea traccia un quadro preoccupante: più di uno su otto tra i ragazzi di 15 e 16 anni, si è ubriacato più di 20 volte nel corso della vita. Il rapporto europeo mette il punto anche sull’elevata importanza economica della produzione di alcol. Un quarto del totale della produzione di alcol e metà di quella di vino al mondo è concentrato nel Vecchio Continente. Dove con l’alcol lavorano circa 750 mila persone (in gran parte nel settore vinario). In Europa si consumano 11 litri di alcol puro per ogni cittadino in media. Ed ancora si legge sul rapporto che 40 milioni di europei bevono troppo e 100 milioni esagerano almeno una volta al mese. Una stima calcola che ci siano 23 milioni di europei alcoldipendenti. Più del 90% degli studenti dai 15 ai 16 anni hanno usato l’alcol. Sette milioni di adulti dichiarano di essere stati coinvolti in risse dopo aver bevuto e i costi economici relativi agli atti criminali dovuto all’alcol sono stimati in 33 miliardi di euro. E’ veramente una situazione allarmante. Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

domenica 26 luglio 2009

Una mamma che muore

Sono triste.

Ho appena saputo che é morta la mamma di un mio caro amico.

Quando se ne va una mamma, se ne va un pezzo di cuore, se ne vanno in un colpo solo anni di vita, di ricordi, di affetti.

Se ne va la gioia.

Feruccio, mi dispiace.

Tanto.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

venerdì 24 luglio 2009

Ostia d'estate




Sabato mattina.
Il sole già splende, il cielo è azzurro e un vento fresco scuote rumorosamente le insegne degli stabilimenti.
Sto passeggiando verso il porto, dopo aver sorseggiato con calma una tazza di caffè sul balcone e dato una scorta ai quotidiani.
Mi sono svegliato presto.
Ieri sera, quasi all’una, dopo aver mangiato gli spaghetti cacio e pepe e aver bevuto un goccio di vino, sono andato a letto pieno di pensieri strani.
E allora non sono riuscito a dormire.
In parte era colpa del bruciore allo stomaco per aver mangiato a quell’ora tarda e in parte è stata colpa dei sogni inquietanti che ho fatto nei brevi istanti in cui mi sono appisolato.
Mi sono svegliato diverse volte di soprassalto, con il cuore che mi batteva all’impazzata e vaghe e brutte immagini che scivolavano lungo i viscidi pendii del mio subconscio.
Sono rimasto sdraiato a fare respiri lenti e profondi, finché non sono riuscito ad addormentarmi un’ora prima che mi svegliasse una telefonata.
Da favola: avevano sbagliato numero!
Annuso l’aria, umida ma abbastanza fresca per questo periodo dell’anno, e do un’occhiata all’orologio.
Le sei e mezzo.
Sembra che sarà un’altra bella giornata; e molto lunga, per giunta.
Ricordi, sensazioni, cose così…
Non so perché.
Ripenso a quando, da bambino, giocavo a Collevecchio.
Un nostro vicino, amico di mio nonno, mi offriva sempre dei dolci appena sfornati dalla moglie.
Era un uomo alto e tarchiato, largo quasi quanto era alto, ma muscoloso e sano.
Indossava spesso uno stretto gilet sulla camicia e un paio di ampi pantaloni.
Forse allora non avrà avuto più di quaranta anni, ma il lavoro dei campi lo aveva invecchiato, come dimostravano le rughe profonde e la pella ruvida sul suo volto robusto.
Penso al lavoro.
Mi rammento che ho parlato ieri con un giovane collega.
Uno che viene preso sempre in giro senza alcuna pietà.
Hanno una vena maligna gli altri miei colleghi.
Sarà probabilmente per il suo look. Ieri, per esempio.
Indossava una giacca di velluto a coste verde bottiglia, con le toppe di pelle sui gomiti e un paio di pantaloni marroni un tantino consumati, sempre di velluto, nonostante il caldo.
Aveva la cravatta annodata male e il colletto della camicia ripiegato all’insù dalla parte destra.
Dal taschino della giacca spuntava una sfilza di penne e matite.
Sul volto il colorito terreo proprio di chi non passa molto tempo all’aria aperta.
Mi siedo su una panchina.
Dal vicino bar arrivano le notizie del radiogiornale.
Sta parlando Pierferdi.
Un politico che apprezzo. Molto.
E’ determinato Pier Ferdinando Casini durante questa intervista su GR1.
L'ex presidente della Camera sta sottolineando che “il ruolo dell'Udc è alternativo alla sinistra. Il Partito Democratico si rivolge ad un'altra casa, a quella del socialismo europeo. Noi abbiamo fatto una scelta ben diversa”.
Che dite?
State cominciando a trovare il tutto un po’ campato in aria?
Tranquilli. Ho quasi terminato. Manca solo qualche frase.
Ho una vecchia Opel Corsa.
E’ davvero ora di comprare un’auto nuova, lo so, ma ultimamente non ho avuto il tempo né i soldi per farlo.
Presto lo farò ma, per il momento, l’Opel continua a portarmi dovunque voglia andare.
Oggi, vicino al porto, c’è una improvvisata vendita dell’usato, dove noto persone indecise se comprare o meno telefoni cellulari poco affidabili a pochi euro.
Anche cartucce d’inchiostro di dubbio funzionamento a cinquanta centesimi.
Si sono fatte le nove e mezzo.
Ritorno verso casa.
Arrivo al mercato dell’Appagliatore.
Offre verdure coltivate nelle zona di Maccarese, formaggi tipici della campagna romana come il pecorino, carni di vitello e di maiale biologici.
Ho sempre pensato che tutti i vitelli e i maiali fossero biologici -per non parlare del vino, della frutta e della verdura- prima che Simonetta mi spiegasse che in realtà si intendeva allevati biologicamente, ossia senza fare uso di pesticidi o prodotti chimici.
Mi chiedo: perché non dicono così, allora?
Devo pensare a cosa farò da grande: e dovrà essere qualcosa che ne valga la pena.
Beh, scrivere vale la pena, no?
Se lo si fa seriamente.
Anche perché in ufficio, negli ultimi tempi, ci sono state volte che riflettendo sulle cose che faccio mi si è quasi accapponata la pelle: ho provato un vero odio per me stesso.
Tu, che mi stai leggendo, devi sapere che lavorare in questo modo…non ti fa sentire esattamente a posto con te stesso, te l’assicuro.
A peggiorare le cose, il caffè bevuto a un bar vicino al porto ha cominciato ben presto a comprimermi la vescica.
Giungo a una decisione: bisogna ritornare a casa.
Intanto sudo.
Mi asciugo il viso con un fazzoletto.
Incontro mio figlio Gabriele. “Oh, grande, papà! Allora sei a spasso pure tu”.
“Sembrerebbe di sì” replico .
“Potevi dirmelo, saremmo usciti insieme”.
“Quando sono uscito, tu dormivi” rispondo.
“Ok, papà. Adesso però devo andare, ciao”. E se ne va.
Incontro un amico. “Che ci fai qui?” dice.
“Passeggiavo. Tu?”
“Abito qui vicino. Da qualche mese”.
“Dai, vieni, ti prego. E’ sempre bello vederti” dice, invitandomi a salire a casa sua.
Insiste.
Ancora confuso, mi limito a dire di sì e rimango lì impalato, mentre lui mi fa strada.
Poi mi incammino anch’io verso di lui.
Arriviamo. Mi fa cenno di entrare in casa. Entro.
“Posso offriti qualcosa?”.
Controllo l’orologio. “Tra poco devo raggiungere mia moglie, ma prima possiamo prenderci un caffè”.
“Bene. Il caffè è perfetto” replica.
“Vieni, andiamo in veranda”.
“In veranda? Perfetto” rispondo.
“Le verande sono luoghi rilassanti. Sono una sorta di rifugio in cui estraniarsi dal mondo reale” dice.
Dopo un po’ rientriamo.
“Hai una bella casa” dico, mentre mi siedo su una poltrona a fiori con il coprischienale di pizzo.
“Grazie” risponde con un sorriso.
Un orologio ticchetta sulla mensola del caminetto, accanto a una fotografia racchiusa in una cornice.
Le dieci e venticinque.
Nella foto, che sembra essere scattata in montagna, ci sono lui e sua moglie.
E’ un uomo duro, tutto d’un pezzo, uno della vecchia guardia, che si sta avvicinando in fretta al pensionamento.
Ha i capelli grigi, tagliati a spazzola in modo austero, i lineamenti marcati, squadrati e negli occhi socchiusi un luccichio che intimorisce.
La gente dice che non ha senso dell’umorismo, ma io, che lo conosce bene, sono certo che sia un bravo uomo.
Mi dice: “I vescovi italiani sono favorevoli ad una legge che tuteli la libertà religiosa, ma tale legge non può mettere sullo stesso piano della Chiesa cattolica sette o movimenti religiosi che suscitano allarme sociale; né il matrimonio cattolico può essere equiparato a quello di altre religioni, come l'islam, che prevedono anche la poligamia”.
“Certo” rispondo.
“Difatti alla Chiesa cattolica non piace la proposta di legge che introduce il principio della laicità addirittura quale fondamento della legge sulla libertà religiosa, poiché è un'affermazione forzata, in quanto, secondo pronunciamenti della Corte Costituzionale, è la libertà religiosa a concorrere a strutturare il principio di laicità” specifica.
“Giusto, faccio io, infatti, a differenza della Chiesa cattolica, ebrei e protestanti hanno manifestato la loro soddisfazione per il nuovo testo che difende la laicità dello Stato ed equipara sostanzialmente le diverse religioni tra di loro. Anche le organizzazioni musulmane che fanno parte della Consulta per l'Islam si sono mostrate piuttosto favorevoli, pur esprimendo qualche riserva sulla creazione di un albo dei ministri del culto” aggiungo.
“Hai ragione, Mario” osserva lui. “ So per certo che la Chiesa critica apertamente molti punti della proposta di legge a partire dai paragrafi sul matrimonio, dato che nella tradizione giuridica italiana si vede specificato il riconoscimento della derivazione degli effetti civili dal matrimonio cattolico. In questo testo di legge questo aspetto del matrimonio cattolico viene assunto come paradigma di tutti i matrimoni, passaggio che non ci è rispettoso della religione cattolica”.
“Spiegati meglio” dico.
Allora lui esclama a gran voce “Mentre prima il rito celebrato dalle confessioni non cattoliche veniva considerato un matrimonio civile celebrato in forma speciale, con il nuovo testo di legge ogni tipo di nozze religiose finisce per equivalersi anche negli effetti civili”.
Si interrompe un attimo per bere.
“Ciò rischia di divenire problematico per le unioni consacrate da fedi, come quella musulmana, che prevedono forme di poligamia. Non si possono riconoscere effetti civili a questi matrimoni senza un approfondimento di tali implicazioni” conferma.
Vedendomi interessato, mi avverte che “anche l'intenzione di istituire un registro delle confessioni religiose presenti in Italia, a prescindere da chi ha un concordato o meno un'intesa con lo Stato e chi non ne ha, suscita seria preoccupazione tra i vescovi cattolici, perché si tratta di una novità, i cui esiti, per quel che si può prevedere al momento, potrebbero comportare un rischio di omologazione tra realtà religiose che rimangono invece fortemente differenziate. Ciò vale anche per l'accesso ai programmi televisivi o ai fini della destinazione del 5 per mille. L'esigenza di favorire l'integrazione di nuovi gruppi e quindi la pacifica convivenza non deve tradursi in forme di ingiustificato cedimento di fronte a dottrine o pratiche che suscitano allarme sociale e che contrastano con principi irrinunciabili della nostra civiltà giuridica”, conclude.
“Appunto” commento. Con una smorfia guardo fuori dalla finestra. Sembra che stia rimuginando su quello che il mio amico ha appena detto. “Così pare” replico. “L’unica soluzione sarebbe cambiare governo. Con Casini come premier. Questa è la mia opinione, almeno”.
“Credo che tu abbia ragione” dice. “E questa non è l’unica cosa che non mi piace di questo Governo. A volte sembra proprio che facciano cose sgradevoli come questa proposta di legge…anche in questo caso si poteva evitare, secondo me…già, non dobbiamo trarne piacere” osserva.
“Non capisco. Che vuoi dire?” gli chiedo.
“Hai ragione, Mario. Non spetta a noi giudicare. Comunque, quello che voglio dire è che le cose potrebbero andare meglio” ipotizza.
Lo guardo con aria perplessa “Bè, e noi del resto cosa potremmo fare di preciso? Solo parlarne in giro. Per quello che può servire, poi” ribatto.
“Direi di sì” replica.
“Che facciamo noi, nel frattempo?” dico.
“Non lo so” risponde.
“Abbiamo avuto Governi peggiori ma, abbiamo elementi sufficienti per dire a occhio e croce, che questo Governo potrebbe fare ancora meglio” replico.
Lui scoppia a ridere. “Non ti preoccupare, Mario. Beviamo una vodka fredda. Forse è la cosa migliore”.
“Bè, mi sentirò un po’ meglio dopo aver bevuto” dico distogliendo lo sguardo.
“Mi sembri un tantino sconvolto. Spero che la vodka ti piaccia” dice.
“Certo. Mi piace parecchio” replico.
“Penso anche ai giovani dei centri sociali, come quelli del Vittorio occupato. Alcuni sono impegnati politicamente e la cosa può sfociare nella violenza se si mettono insieme a tipi sbagliati e ora che i trafficanti privi di scrupolo si sono inseriti nello spaccio della droga c'è un pericolo in più. Molti di loro sono disorientati a come va il mondo e cercano delle risposte. Ma sono tutti di buona famiglia. Perché diavolo vogliono scappare per andare a vivere in luride casa occupate e squallidi monolocali?” dice.
“Non ci arrivo proprio” rispondo.
“Una via di fuga, magari. Qualcosa di nuovo. Qualcosa di diverso” aggiunge.
“Interessante” commento.
Mi alzo. Lo saluto.
Uscendo di nuovo nel vento caldo di Ostia penso che in parole povere non so dove stia andando.
Tutto ciò che so è che devo camminare.
Forse dovrei dare un’occhiata al supermercato per vedere se c’è Simonetta.
Comincia a piovere.
Ma va! In piena estate!
Allora mi volto dalla parte opposta.
Mi avvio verso casa sotto la pioggia.
Finalmente.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)