lunedì 27 giugno 2016

SINDACI GRILLINI ALLA PROVA


Sindaci grillini

 

Le Giunte che hanno governato Roma negli ultimi anni hanno lasciato macerie sia a livello di infrastrutture...buche come a Sarajevo durante la guerra e degrado come le peggiori periferie del terzo mondo...che a livello di servizi essenziali per i cittadini . Non so se ne vedremo delle belle con i sindaci grillini. Vanno messi alla prova e giudicati. Certamente in questi anni, a Roma ne abbiamo viste di tutti i colori. E quelli prevalenti, di colori, erano il rosso dei bilanci e il nero delle trame oscure e criminali che avvolgevano interi settori dell'amministrazione. Quindi un segnale di discontinuità andava dato. Gli elettori, in più di un caso, hanno deciso di affidare questo compito ai candidati 5 stelle. Bisogna prenderne atto, senza atteggiamenti pregiudiziali. Difficilmente sarà possibile governare Roma peggio di quanto è avvenuto nell'ultimo decennio, ma proprio per questo la capitale sarà un termometro particolarmente interessante per misurare la qualità di questa nuova classe dirigente. Il mio pensiero nostalgico va comunque a quei grandi politici che negli anni del dopoguerra hanno portato l'Italia ad essere uno dei paesi più importanti del mondo e un benessere diffuso.

 

Mario Pulimanti (Lido, di Ostia –Roma)

giovedì 16 giugno 2016

Podemos e M5S


Podemos e M5S

 

In Spagna i due grandi partiti tradizionali, il Pp di Rajoy e il Psoe di Sánchez, stanno perdendo consensi a favore di Podemos.

Infatti é praticamente finito il modello stabile che ha governato la Spagna dopo la morte di Franco. Il logoramento dei grandi partiti, la loro corruzione, il clientelismo, hanno fatto marcire le istituzioni, il sistema di potere e i suoi stessi contrappesi dalla monarchia alla stampa.

In tutto ciò trova la genesi il movimento del “15M” manifestatosi nella Puerta del Sol di Madrid, poi sono seguite “las Mareas” e le Marce della Dignità. Il grido comune era: “No nos representan”, i partiti non rappresentano i votanti, bensì interessi delle elite finanziarie.

Così è nata Podemos.

E poi quello stesso sistema ha generato Ciudadanos, una piccola formazione nata per porre un freno al movimento di Iglesias: Ciudadanos è la Podemos di destra, ma più debole.

Più volte l’esperienza di Podemos è stata accostata a quella del M5S di Beppe Grillo.

Una cosa importante che accomunaM5S con Podemos è che entrambi sono nati dalle piazze. Si da poca importanza a questo fatto ma secondo me è essenziale.

Entrambi i movimenti sono appartenuti da attivisti e non politici riciclati. Podemos e il M5S rappresentano una terza via rispetto ai partiti classici. Beppe Grillo e Pablito  Iglesias desiderano recuperare il welfare che il capitalismo ha smantellato.

Difatti le somiglianze più evidenti tra Podemos e M5S sono il rifiuto delle misure di austerità, l’opposizione al fiscal compact, le critiche alla Bce e alla burocrazia europea e maggior partecipazione popolare.

Le differenze sono invece rappresentate dall’uso massiccio della televisione, dalla visione europeista di Iglesias e, soprattutto, dalle ispirazioni ideologiche.

Anche Podemos è postideologico, nel senso che sottolinea la continua prevalenza dei dati di realtà sulle forzose interpretazioni astratte, tuttavia richiama sempre i suoi ispiratori di pensiero (poco presenti invece nel M5S): soprattutto Ernesto Laclau, Chantal Mouffe, Antonio Gramsci, Pier Paolo Pasolini e Altiero Spinelli.

Molto sentita inoltre, in Podemos, la vicinanza con le esperienze di lotta antiliberista in alcuni Paesi dell'America latina, dai Sem Terra brasiliani all'Ecuador di Correa (ma anche il Venezuela di Chávez).

Quindi Pablo Iglesias riesce in quello che per la politica italiana è un miracolo: raccogliere i voti della destra pur presentandosi come forza di sinistra. Senza però fare la guerra alla moneta unica.

Basti ricordare che  Nacho Alvarez, uno degli economisti del team di Podemos, ha recentemente illustrato la proposta del partito che, prendendo atto dell’insostenibilità del debito spagnolo, avanza l’idea di una ristrutturazione consistente in un mix composto da riduzione degli interessi, allungamento delle scadenze e taglio (haircut) del debito.

L’obiettivo di Podemos, secondo Alvarez, non è quello di uscire dall’euro, ma neppure di rimanervi a qualsiasi costo.

Una posizione che mette al primo posto il benessere del paese.

Eppure non è così in Spagna, dove Podemos viene accusata di voler importare il modello venezuelano.

Invece è perfettamente logico dire, come fa Podemos, che il debito è insostenibile e che non si possono accettare decenni di stagnazione per il rifiuto di riformare le politiche e le istituzioni dell’eurozona.

A questo punto spero vivamente che presto ci siano contatti tra il Movimento cinque stelle e il giovane partito spagnolo Podemos di Pablo Iglesias anche se Podemos  non è contro la moneta unica, bensì esclusivamente contro le politiche economiche di austerità che sono state attuate negli ultimi anni.

Però per fare questo è necessario che il M5S si decida una buona volta da che parte stare.

O con Nigel Farage, il leader reazionario dell’Ukip, o con la sinistra.

Capisco che non vuole perdere voti né da una parte né dall'altra ma questo atteggiamento alla lunga non paga.

 

Mario Pulimanti (Lido, di Ostia –Roma)

lunedì 6 giugno 2016

Stop alla violenza sulle donne


Stop alla violenza sulle donne

Le donne di qualsiasi età, estrazione culturale e ceto sociale subiscono violenza da parte degli uomini di casa, anche padri o fratelli. Questa violenza è la prima causa di morte nel mondo per le donne: addirittura più degli incidenti stradali e delle malattie. E, dato che le violenze si consumano prevalentemente in privato, è difficile che queste vengano denunciate. Per questo motivo sarebbero opportuno che ci fossero delle campagne di sensibilizzazione al problema e aiuti più concreti verso chi avesse il coraggio di denunciare il proprio aguzzino. Io sono, ovviamente, contro tutte le violenze sulle donne, le quali  rispetto a noi uomini hanno sempre vissuto situazioni di subordinazione e discriminazione. Questo non vuol dire però condannare a priori gli uomini e assolvere le donne, ma solamente di prendere atto di ciò che la cronaca ci consegna, dato che in questa dolorose vicende il ruolo di vittima e quello di carnefice sono inequivocabili. Nel diritto romano la moglie era un vero e proprio possesso del marito. E le cose non erano cambiate neppure durante il Medioevo, dato anche che in questo periodo il diritto feudale prevedeva chela terra si tramandasse per discendenza maschile. Ora, anche se nei paesi industrializzati la donna sembra aver definitivamente raggiunto l’uomo nei diritti, non si sono però ancora estinte del tutto forme di violenza fisica, psicologica ed economica. Certo, l’incapacità di mediare le tensioni all'interno della coppia e in altre situazioni, facendo prevalere, fino alle conseguenze più estreme, il proprio io rispetto a tutto il resto è una caratteristica negativa della nostra società, e accomuna uomini e donne. Questo atteggiamento deriva difatti da una incapacità di gestire con equilibrio situazioni di rottura e di difficoltà relazionali, e di questa situazione le donne pagano senza dubbio il prezzo più alto. Quindi è giusto prevedere leggi severe per chi si macchia di delitti orrendi. Purché poi le pene previste vengano applicate. Ma nel caso delle violenze di cui sono vittime le donne e i soggetti più deboli, non è sufficiente elevare il numero di anni di carcere. L'ex fidanzato che ha dato fuoco a Sara non credo si sarebbe comportato diversamente neppure se, per un reato come quello che ha commesso, fosse prevista in Italia la pena di morte. Infatti la questione è anche più profonda e tocca nel vivo il nostro sistema di relazioni umane, tra uomo e donna innanzitutto. All'origine degli episodi di violenza nei confronti delle donne c'è quasi sempre un malinteso rapporto di odio e amore, di rabbia e passione che per molti aspetti è connaturato al rapporto di coppia, ma che oggi sempre più spesso esplode in modo drammatico. E le vittime di questa degenerazione sono quasi sempre le donne. perché nell'uomo il rapporto affettivo con un altra persona, magari neppure ricambiato o ormai definitivamente concluso, non riesce a prescindere dal concetto di possesso. Una dimensione ossessiva e dominatrice che qualcuno cerca di spacciare per amore ma che in realtà è il suo esatto contrario e infatti spesso nel suo folle percorso incrocia la strada della morte. Per questo non credo sia sufficiente modificare il codice penale. Bisogna intervenire anche su altri piani e sviluppare una nuova e diversa etica dei sentimenti. Dove, come prima cosa, il concetto di possesso lasci il posto a quello di rispetto.

Mario Pulimanti (Lido, di Ostia –Roma)