martedì 30 dicembre 2014

Vorrei il nuovo Presidente della Repubblica fuori dai giochi di potere

Le dimissioni di Giorgio Napolitano sono ormai imminenti: il Presidente della Repubblica lascerà non oltre il 14 gennaio 2015. Che cosa accade in caso di dimissioni del presidente della Repubblica è scritto in maniera abbastanza chiara nell’articolo 86 della Costituzione: il Presidente annuncia ai presidenti delle Camere le sue dimissioni, il Presidente del Senato Pietro Grasso assume il ruolo di Presidente supplente, mentre la presidenza del Senato viene assunta a turno dai suoi vice-presidenti. Dal giorno della comunicazione ufficiale delle dimissioni, il Presidente della Camera ha quindici giorni per convocare il parlamento in seduta congiunta ed iniziare le procedure per l’elezione del nuovo Presidente. Chi sarà eletto? Circolano da giorni ormai tanti nomi candidati ufficiosamente o candidabili dai partiti: Romano Prodi, Emma Bonino, Roberta Pinotti, Anna Finocchiaro, Laura Boldrini, Walter Veltroni, Ignazio Visco, Giuliano Amato, Ferdinando Imposimato e Pier Carlo Padoan. Quindi tutti politici. Io sono convinto che, invece, sarebbe bene non cercare il Presidente della Repubblica solo nella casta politica dato che la Costituzione, nella scelta di candidati alla presidenza della Repubblica, parla di cittadini italiani e non di politici. Infatti si potrebbe candidare un premio nobel, un giornalista, uno scrittore, un magistrato oppure anche un cittadino qualsiasi che si sia distinto in qualcosa di particolare come, per esempio, lo scienziato Carlo Rubbia, il giurista Stefano Rodotà,il magistrato Ilda Boccassini, il giornalista Alessandro Cecchi Paone, l’economista Giorgio Alesina o lo stilista Giorgio Armani. Certo, il potere dei politici è più forte delle regole costituzionali, anche perché ci sono troppi intrallazzi e collusioni. Peccato, però. L’Italia sarebbe sicuramente una nazione migliore se non ci fossero questi interessi di parte a bloccare lo sviluppo del nostro paese. Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

mercoledì 24 dicembre 2014

Vida gitana y colchonera de Mario Pulimanti

Versione italiana Vida gitana y colchonera de Mario Pulimanti Señores estimados tengo el gusto de presentarme así: Nombre: Mario 1º Apellido: Pulimanti 2º Apellido: Aloisi. Hijo de Antonio Valeriano Pulimanti Merlini y Ernesta Aloisi Talocci. Sono nato a casa. Al Testaccio, in via Bodoni 45. Allora, si nasceva a casa. E’ nata lì anche mia sorella, Antonella Maria. Mio fratello Stefano è nato invece alla Garbatella. Sempre a casa. A Via Enrico Cravero 20 Ci eravamo trasferiti lì da poco. Simonetta è nata invece a Collevecchio. A via Cavone 1. Come la sorella, Antonella. Sì, avete capito bene: ho una sorella che si chiama Antonella e pure una cognata con lo stesso nome. Viceversa, i mie due figli sono nati in ospedale. Gabriele, il mio primogenito, è nato all’ospedale San Giacomo, alle 20 e 30 di sabato 18 ottobre 1986. Mentre nasceva, la TV stava trasmettendo la sigla di apertura della trasmissione”Fantastico 7” con Pippo Baudo, Lorella Cuccarini, Alessandra Martines, il trio Lopez-Marchesini-Solenghi e Nino Frassica. La sigla era “Tutto matto” cantata da Lorella Cuccarini. Alessandro, il mio secondogenito, è nato all’ospedale Grassi di Ostia, alle 4 del mattino di mercoledì 9 novembre 1994. Mentre nasceva, la radio stava trasmettendo lo splendido brano di Willie Nelson “Georgia in my mind”. Mi alzo dal letto e mi muovo a passi incerti verso il bagno e la promessa di pulizia della doccia. Fa caldo come in un carcere del Burkina Faso. Sento il sudore scivolarmi come un dito freddo e sudicio per la schiena e, mentre regolo il miscelatore, prova nel mio intimo il desiderio di sciogliersi come una statua di sale sotto al forza del getto caldo e mescolarmi con l’acqua e con l’acqua scomparire per sempre, giù in fondo alla terra. Non riesco ad agire perché per tutto il tempo, nonostante gli scoppi d’indignazione, penso di commettere un terribile errore, una sequela di terribili errori. Sono un cacciatore di stelle cadenti. Le cose non possono stare come io sono sempre più certo che stiano. Al liceo, quando traducevo il latino, brillavo solo se il testo comportava grandi difficoltà. Ristagnavo nella media se il professore assegnava un tranquillo Cicerone, ma trionfavo sulle trappole, e la mia versione risultava la migliore, se l’insegnante proponeva un Tito Livio come si deve o un canto dello spinoso Lucrezio. Adoro Joaquín Sabina, poeta degli eccessi e delle battaglie perse nonché, come me, fervente tifoso dell’Atletico Madrid. L'Atletico è il club della classe operaia di Madrid: lo stemma ne rappresenta l'essenza. Il bianco e il rosso a strisce sulla maglia derivano dal fatto che, tempo fa, le divise erano facilmente ricavabili dai fondi dei materassi (di quel colore). “Atleti, Atleti, Atletico di Madrid Atleti, Atleti, Atletico di Madrid. Jugando, ganando, peleas como el mejor (giocando, vincendo, combatti come il migliore)”. “Che cosa sto facendo?” mi chiedo sgomento mentre ritraggo il pugno che ha appena sfiorato la parete, contrito; mentre distruggo deliberatamente la mia carriera. Ho sempre creduto di avere un romanzo in testa. Pensavo che la svolta del mio destino, il mio colpo di fortuna, mi avrebbe consentito di scriverlo. Ho scarabocchiato migliaia di frasi banali in questi mesi, e non riesco a trovarlo. Non c’é. Se c’è, é nascosto. Nei confini di un giardino. Dall’ottantaquattro mi trovo a Ostia, nel cuore dell’Italia. Ho raccontato ad un mio amico che sono un maniaco omicida uscito da un manicomio criminale grazie a un cavillo giuridico. Per questo, secondo me, mi abbraccia ogni volta che ci vediamo: vuole farmi vedere che mio è amico oppure vuole accertarsi che io non abbia addosso un’ arma. Non sono sicuramente un lettore con la puzza sotto il naso perché, accanto a molti classici, gli scaffali della mia libreria sono pieni di romanzi di evasione. Simonetta, lettrice dei fiori.. A volte si perde in una specie di mondo degli spiriti. Colpa delle stelle. Finché le stelle staranno in cielo. Belle per sempre. Spesso arriva in punta di piedi. E’ una donna temprata da mille battaglie familiari, forse un po’ scettica e miscredente, caratteristica che cade a pennello quando si tratta di smorzare gli impeti di Gabriele e di Alessandro. Tutto per amore. Gabriele, grandi speranze. Alessandro, una mano piena di nuvole. I segni rossi del coraggio. Con la passione della giovane età, in alcune occasioni si fanno trascinare dalle idee eccessive che nutrono. Suona il campanello. Apro la porta. Alzo gli occhi e guardo mia sorella e mio fratello. Che sorpresa! Stefano, in piedi accanto alla porta, mi scruta perplesso. Poi mi abbraccia. “Sei il mio fratellone, no?”. Con le mani appoggiate ai braccioli del divano, Antonella si rimbocca il vestito. Antonella, di noi tre, è quella anomala. Magra, con un’espressione costantemente tesa, animata, da sprazzi di vera energia. Così era mamma. Mamma Ernesta, più dolce delle lacrime. Tenera come la notte. Papà Valeriano, bello per sempre. Non c’è ritorno. Comunque, ora sono di buonumore. Nel giro di pochi minuti uscirò con Stefano a godermi Ostia. Incontriamo un tossico. Un tossico vero. Va fuori di testa. Discorsi mistici. Jonesco puro. Ci guardiamo come due cammellieri dopo il passaggio di una tempesta di sabbia. D’impulso rispondo: “Non importa che la tua fede discenda da Geremia e da Gesù, da Allah e da Maometto, o da Brama e Buddha, qualcuno ti dirà che sbagli e per questo ti combatterà”. Fa un ampio sorriso. E se ne va. “Che vuoi dire?” fa Stefano. “Cavolo ne so. Era lì che parlava e mi è venuta in mente questa risposta.” Mento, consapevole che senza una buona dose di ipocrisia non c’è più vita sociale. La stupidità è l’abito con cui i cinici vestono i puri. Stefano apre un pacchetto di sigarette. Ne accende una. Fa una risata sonora, con il fumo che gli esce dalla bocca e dalle narici. “Gli integralisti sono pazzi” dice. “Meglio evitarli. Mi ci è voluto tanto per impararlo, ma ci sto arrivando” rispondo sorridendo. “Bene. Spero che ce la farai”. E mi da un colpetto sulla spalla facendomi un cenno d’intesa. Il tempo è stupendo. Mi sento bene. Sono circa le sei di pomeriggio quando ci fermiamo su una panchina di fronte al Pontile. Ostia è bellissima a quest’ora del giorno. Ci saluta un musulmano. Si chiama ‘Abdu-l-‘Alîm (Abdulalim): servo dell'Onnisciente (عبد العليم). Lavora sotto casa mia, a un autolavaggio dove spesso porto la mia macchina. Dice: “gli ebrei sono gente del Corano. Come Gesù, che è riconosciuto come un profeta molto importante dall’Islam ma non è un dio. Esiste un solo Dio e soltanto Maometto ha comunicato al popolo la vera parola di Dio. Ma David e Ibrahim, che voi chiamate Abramo, sono importanti profeti per l’Islam e noi li rispettiamo per ciò che hanno fatto. Sono stati Ibrahim e suo figlio Ishmael a costruire la Kaeeba e a imporre la pratica dell’Haji, il pellegrinaggio alla Mecca.” Comincio a spazientirmi. “Grazie per la lezione di teologia, ma tutto questo cosa c’entra con il mio saluto?” Poi, silenzio. Il silenzio religioso che c’è prima del rosario. Perché un minuto dopo, quando arriva il rosario di maledizioni e imprecazioni e contumelie e promesse di morte lenta e vendetta cattiva, il silenzio non c’è più. E nella giaculatoria del porca puttana e del maledetto bastardo e del se gli metto le mani addosso, si proietta il film penoso e neorealista della povertà imminente, della mensa popolare, del cappello in mano. A questo punto ‘Abdu-l-‘Alîm va via. Offeso. Del resto prendi la storia di quel bravo ragazzo, scapolo, che abbandona il mestiere di falegname per mettersi a battere le strade dicendo alla gente che Dio li ama e che devono amarsi fra loro. Il giovanotto, in più, dà seguito alle sue parole: ti guarisce i lebbrosi, ti restituisce la vista ai ciechi, resuscita il suo amico Lazzaro, impedisce che una poveretta venga lapidata per essersi fatta scopare da un barbuto diverso dal marito eccetera, chi più ne ha più ne metta. Miracoli, massime, buone azioni a valanga, ecco il programma di Gesù. Ebbene, cosa ci ricava alla fine il ragazzo? A trentatré anni lo arrestano perché nessuno lo regge più, gli improvvisano un processo farsa e lo inchiodano su due tavole. Splendida ricompensa! E’ chiaro che da allora la vocazione alla gentilezza non va tanto per la maggiore. Bisogna essere un santo per fare il Gesù, dopo quello che è successo! Con queste parole voglio dimostrare che l’amore è dinamite. Che le persone che parlano d’amore passano per terroristi in una società retta dall’interesse e governata dalla paura. Non viviamo nel mondo delle fate! Un’amica mi raggiunge e rimane in piedi accanto a me. E’ struccata; il suo viso è luminoso e delicato. Indossa jeans e una t-shirt. Porta dei sandali aperti. “Spero che tu non mi consideri troppo spregiudicata se ti invito a cena stasera”, dice scherzando. “A cena?” La guardo come se avessi scarsa familiarità con la lingua parlata dalla ragazza. Mi dice: “Più siamo diversi e più siamo uguali”. Sciocchezze buddiste. Declino l’invito. Tengo fermo il timone dell’Enterprises. Stefano fa la faccia di quello che arriva alla maturità senza aver mai aperto un libro. Rientriamo a casa. La casa dei destini intrecciati. Stefano si avvicina al carrello dei liquori e si prepara un bicchierone di whisky. Con soda. Per me vodka tonic. “Sta andando tutto bene?” dice Simonetta con un sospiro, abbassando la testa. Non so cosa fare. Tento di abbracciarla. Rimango seduto con il mio imbarazzo. La guardo a bocca aperta. “Non preoccuparti” dico. Il suo sguardo si distende. Sorride e mi stringe il braccio. Risponde al cellulare. Mmmh, quanto è buona questa vodka! Stefano annuisce, guardandosi il drink. Dalle finestre aperte davanti a me vedo il buio che scende su Ostia. Entra un venticello caldo profumato di mare. La gente di Ostia possiede il mondo. Aupa Atleti! Vamos Colchoneros! “Yo me voy al Manzanares, al estadio Vicente Calderon, donde acuden a millares, los que gustan del fútbol de emoción. Porque luchan como hermanos, defendiendo sus colores, en un juego noble y sano, derrochando coraje y corazón. Atleti, Atleti, Atletico di Madrid. Atleti, Atleti, Atletico di Madrid. (E vado al Manzanares,allo stadio Vicente Calderon,dove accorrono a migliaia quelli che amano il calcio emozionante perché lottano come fratelli difendendo i loro colori in un gioco nobile e sano dando senza risparmiarsi coraggio e cuore). Accompagno Stefano alla macchina. Poi faccio l’ultima passeggiata notturna sul lungomare. “Atleti, Atleti, Atletico di Madrid Atleti, Atleti, Atletico di Madrid”. Alzo il viso verso la luna e lascio che la pioggia si mischi alle mie lacrime. Un grazie con l’inchino e il cappello piumato e svolazzante a tutti voi lettori che avete avuto il coraggio di leggermi fino alla fine. Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ VERSIONE SPAGNOLA Vida y gitana COLCHONERA de Mario Pulimanti Señores Estimados tengo el gusto de presentarme Así: Nombre: Mario 1 Apellido: Pulimanti 2º Apellido: Aloisi. Hijo de Antonio Valeriano Pulimanti Merlini y Ernesta Aloisi Talocci. Yo nací en casa. En Testaccio, Via Bodoni 45. Entonces, él nació en el hogar. E 'nacido allí también mi hermana, Maria Antonella. Mi hermano Stephen nació en lugar Garbatella. Siempre en casa. A Via Enrico Cravero 20 Nos habíamos mudado allí recientemente. Simonetta nació en Collevecchio lugar. A partir de Piano 1. Como su hermana, Antonella. Sí, has leído bien: Tengo una hermana llamada Antonella y también una hermana del mismo nombre. Por el contrario, mis dos hijos nacieron en el hospital. Gabriele, mi primogénito, nació en San Giacomo, a las 20:30 del Sábado, 18 de octubre 1986. Aunque nacido, la televisión estaba transmitiendo el tema de apertura de la muestra "Fantastico 7" con Pippo Baudo, Lorella Cuccarini, Alessandra Martines, el trío López-Marchesini-Solenghi y Nino Frassica. El tema fue "Todo loco" cantada por Lorella Cuccarini. Alessandro, mi segundo hijo, nació el hospital Grassi en Ostia, a las 4 am el miércoles 9 de noviembre de 1994. Aunque nacido, la radio estaba transmitiendo la hermosa canción de Willie Nelson "Georgia on My Mind". Me levanto de la cama y me muevo en pasos inciertos para el baño y la promesa de la limpieza de la ducha. Hace calor como en una prisión de Burkina Faso. Me siento el sudor deslizándose como un dedo frío y sucio para la espalda y, mientras me puse la mesa de mezclas, pruebe en mi corazón el deseo de fundirse como una estatua de sal bajo la fuerza del chorro y se mezcla con agua caliente y con agua desaparecer para siempre, en el fondo de la tierra. No puedo actuar porque todo el tiempo, a pesar de los estallidos de indignación, creo que de haber cometido un tremendo error, una cadena de errores terribles. Soy un cazador de estrellas fugaces. Las cosas no pueden permanecer como estoy cada vez más seguro de que lo son. En la escuela secundaria, al traducir la brillavo América sólo si el texto implicaba grandes dificultades. Promedio Ristagnavo si el profesor le asigna una tranquila Cicerón, pero trionfavo en trampas, y mi versión mostró el mejor, si el profesor propuso un Livy y cuando usted tiene una canción o la espinosa Lucrecio. Me encanta Joaquín Sabina, y poeta de los excesos de batallas perdidas y, como yo, un ferviente partidario del Atlético de Madrid. El Atlético es el club de la clase obrera en Madrid: el emblema representa la esencia. Las franjas blancas y rojas en el tallo camiseta del hecho de que, hace mucho tiempo, los uniformes eran fáciles de obtener a partir de los fondos de los colchones (que de colores). "Atleti, Atleti, Atlético de Madrid Atleti, Atleti, Atlético de Madrid. Jugando, Ganando, peleas como el mejor ". "¿Qué estoy haciendo?", Le pregunto estremecimiento consternación mientras que el golpe que apenas ha tocado la pared, contrito; mientras deliberadamente destruir mi carrera. Siempre he creído que tener una novela en la cabeza. Pensé que el punto de inflexión de mi destino, mi golpe de suerte, me permitiría escribo. Garabateé miles de frases banales en los últimos meses, y yo no lo encuentro. No hay. Si lo hay, está oculta. En los confines de un jardín. Dall'ottantaquattro estoy en Ostia, en el corazón de Italia. Le dije a un amigo mío que es un maníaco homicida liberado de una prisión psiquiátrica debido a un tecnicismo legal. Por eso, para mí, me abraza cada vez que veo: él me quiere ver que mi amigo es o quiere estar seguro de que yo no lo tengo en un 'arma. Ciertamente no son un jugador con el snob, ya que, junto con muchos clásicos, los estantes de mi biblioteca están llenos de novelas de evasión. Simonetta, un lector de flores .. A veces se pierde en una especie de mundo de los espíritus. Bajo la misma estrella. Mientras las estrellas en el cielo se mantendrá. Belle siempre. A menudo llega de puntillas. Es una mujer endurecida por una familia de mil batallas, tal vez un poco "escépticos e incrédulos, una característica que cae cepillo cuando se trata de bajar el tono de las oleadas de Gabriele y Alessandro. Todo por amor. Gabriele, grandes esperanzas. Alessandro, una mano llena de nubes. Las marcas rojas de coraje. Con la pasión de la juventud, en algunas ocasiones son guiados por las ideas que alimentan excesivo. Suena el timbre. Abro la puerta. Miro hacia arriba y veo a mi hermana y mi hermano. ¡Qué sorpresa! Stephen, de pie junto a la puerta, me miró perplejo. Entonces él me abraza. "Tú eres mi hermano, ¿verdad?". Con las manos apoyadas en los brazos del sofá, Antonella enrolla su vestido. Antonella, los tres de nosotros, que es anormal. Lean, con una expresión tensa constantemente, animada por destellos de energía real. Así fue mamá. Mamá Ernesta, dulce de lágrimas. Tender como la noche. Papá Valeriano, hermosa siempre. No hay regreso. De todos modos, ahora estoy en un buen estado de ánimo. A los pocos minutos voy a salir con Stefano disfrutar Ostia. Nos encontramos con un drogadicto. Un verdadero tóxico. Freak out. Discursos místicos. Jonesco puro. Parecemos dos camelleros después del paso de una tormenta de arena. En un impulso, respondo: "No importa lo que su fe es descendiente de Jeremías y Jesús, Alá y Mahoma, o Brahma y Buda, alguien te dirá que te equivocas y vamos a luchar." Sonríe. Se va. "¿Qué quieres decir?" Hace Stefano. "El hombre que sabía. Fue allí que hablaba y yo he llegado con esta respuesta ". Barbilla, conscientes de que sin una buena dosis de hipocresía hay más vida social. La estupidez es el vestido con el que los cínicos visten puro. Stefano se abre un paquete de cigarrillos. Se enciende una. Hace una carcajada, con el humo que sale de la boca y la nariz. "Los fundamentalistas son una locura", dice. "Es mejor evitarlos. Me tomó tiempo para aprender, pero me estoy poniendo allí, "dije sonriendo. "Bueno. Espero que lo hará ". Me da una palmada en el hombro haciéndome un guiño. El tiempo es precioso. Me siento bien. Hay alrededor de las seis de la tarde cuando nos detuvimos en un banco frente al muelle. Ostia es hermoso en esta época del día. Saluda a un musulmán. Se llama 'Abdu-l-'Alim (Abdulaim): siervo Omnisciente (عبد العليم). El trabajo en mi casa, a un lavado de autos donde suelen llevar mi coche. Él dice: "Judios son el pueblo del Corán. Al igual que Jesús, que es reconocido como un profeta importante en el Islam pero no un dios. Sólo hay un Dios y Mahoma anunció al pueblo la verdadera palabra de Dios. Pero David y Ibrahim, quien se llama a Abraham, son profetas importantes en el Islam y los respetamos por lo que hicieron. Fueron Ibrahim y su hijo Ismael para construir Kaeeba e imponer la práctica Hajj, la peregrinación a la Meca ". Empiezo a impacientarse. "Gracias por la lección de teología, pero todo esto que ver con mi saludo?" Entonces, el silencio. El silencio religioso que está delante del rosario. Debido a que un minuto más tarde, cuando se trata de rosario de maldiciones e imprecaciones e insultos y promesas de muerte lenta y venganza mal, el silencio ya no está allí. Y en el corto oración y el hijo de puta mierda Santo y si pongo mis manos sobre él, la película se proyecta la pobreza dolorosa y neorrealista inminente, el comedor, el sombrero en la mano. En este punto, 'Abdu-l-'Alim desaparece. Ofendido. Por otra parte tomar la historia de ese gran hombre, un soltero, que abandona a un carpintero para conseguir batir las calles diciendo a la gente que Dios los ama y que deben amarse unos a otros. El joven, además, da seguimiento a sus palabras: te cura leprosos, que devuelve la vista a los ciegos, resucitó a su amigo Lázaro, evita que una mujer pobre siendo apedreado a muerte por hacerse follar por un hombre barbudo que no sea su esposo y así sucesivamente, algunos más así sucesivamente y así sucesivamente. Milagros, máximas, buenas acciones avalancha, aquí es el programa de Jesús. Pues bien, lo que se pone al final el chico? A treinta y tres años lo arrestaron porque nadie más tiene, el improvisar un juicio con uñas y en dos mesas. Hermosa recompensa! Es claro que desde la vocación a la bondad no es tanto el mayor. Usted tiene que ser un santo para que Jesús, después de lo que ha sucedido! Con estas palabras quiero demostrar que el amor es dinamita. Que las personas que hablan de amor pasan a los terroristas en una sociedad regida por el interés y gobernado por el miedo. No vivimos en el mundo de las hadas! Un amigo se unió a mí y está a mi lado. Y 'el maquillaje; su cara es brillante y delicado. Con pantalones vaqueros y una camiseta. Gate sandalias abiertas. "Espero que no me considera demasiado imprudente si invitas a cenar esta noche", bromea. "La cena?" Me parece que tengo poca familiaridad con el idioma hablado por la chica. Yo dije: "Cada vez más somos diferentes somos los mismos". Tonterías budista. Rechazar la invitación. Sigo sosteniendo los dell'Enterprises timón. Stefano es la cara de lo que llega a la madurez sin nunca abrió un libro. Volvemos a casa. La casa de los destinos entrelazados. Stefano se acerca al carrito de las bebidas y prepara un vaso de whisky. Con soda. Para mí vodka tonic. "Va a estar bien?" Simonetta dice con un suspiro, bajando la cabeza. No sé qué hacer. Yo trato de abrazarla. Me siento con mi vergüenza. La miro con asombro. "No te preocupes", le digo. Su mirada se relaja. Él sonríe y sacude mi brazo. Contesta el teléfono. Hmmm, lo bueno que este vodka! Stefano asiente, mirando hacia abajo a su bebida. A través de las ventanas abiertas en frente de mí Veo la oscuridad que desciende en Ostia. Escriba una cálida brisa perfumada del mar. Los habitantes de Ostia posee el mundo. Aupa Atleti! Vamos colchoneros! "Yo me voy a Manzanares, en el Estadio Vicente Calderón, donde ACUDEN a millares, Los Que gustan del fútbol de emoción. Luchan Porque Como hermanos, Defendiendo SUS colores, en un Juego y noble sano, derrochando coraje y Corazón. Los deportistas, atletas, el Atlético de Madrid. Los deportistas, atletas, el Atlético de Madrid. Stefano acompañar la máquina. Entonces hago la última noche paseo por el paseo marítimo. "Atleti, Atleti, Atlético Madrid Atleti, Atleti, Atlético de Madrid". Levanto mi cara a la luna y dejé que la lluvia se mezcla con mis lágrimas. Gracias a la proa y el sombrero de plumas y que fluye a todos ustedes, los lectores que han tenido el coraje de leer hasta el final. Mario Pulimanti (Lido di Ostia en Roma)

martedì 2 dicembre 2014

Noi Colchoneros, tifosi non violenti

Noi Colchoneros, tifosi non violenti Prima della partita Atletico Madrid-Deportivo La Coruña, ci sono stati scontri vicino allo stadio Vicente Calderon tra i tifosi delle due squadre che si sono dati appuntamento di prima mattina per picchiarsi. Purtroppo un supporter del Deportivo è stato recuperato dal fiume Manzanares ed è morto in ospedale per arresto cardiaco dopo i soccorsi. Il match si è giocato regolarmente ed è finito 2-0 per l'Atletico. Io sono un tifoso dell’Atletico Madrid e condivido ciò che ha detto il Presidente della mia squadra Enrique Cerezo Torres che ha subito condannato l'accaduto con un comunicato ufficiale affermando giustamente che queste cose non hanno nulla a che vedere col calcio. Infatti non sono tifosi quelli che si danno appuntamento per una rissa di gruppo ma sono invece semplici teppisti che usano il calcio come sfogo e scusa per scatenare la propria violenza repressa. Del resto noi tifosi Colchoneros siamo una comunità "rosso bianca" leale ed orgogliosa. Infatti l'Atletico è il club della classe operaia di Madrid: lo stemma ne rappresenta l'essenza. Il bianco e il rosso a strisce sulla maglia derivano dal fatto che, tempo fa, le divise erano facilmente ricavabili dai fondi dei materassi (di quel colore). Perciò, “AUPA ATLETI!” , come canta anche Joaquín Sabina, poeta degli eccessi e delle battaglie perse nonché, come me, fervente tifoso dell’Atletico Madrid. Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)