giovedì 15 aprile 2010

Raimondo Vianello




Raimondo Vianello avrebbe compiuto 88 anni il 7 maggio prossimo. Era nato a Roma.

Una scomparsa, la sua, che lascia un vuoto enorme nel mondo dello spettacolo: prima nelle mitiche gag con Ugo Tognazzi, poi per decenni in coppia con la moglie Sandra Mondaini, il suo humor leggero ha contribuito a fondare, arricchendolo, il varietà televisivo. Un matrimonio senza figli, ma da alcuni anni la coppia aveva adottato un'intera famiglia di filippini.

Con la Mondaini dà vita a una delle coppie inossidabili della commedia italiana. agli anni Settanta risalgono i varietà come “Sai che ti dico?”, “Tante scuse”, “Di nuovo tante scuse”, “Noi... no”, “Io e la befana” e proseguono fino all'inizio degli anni Ottanta con il quiz “Sette e mezzo” e “Stasera niente di nuovo”, ultima trasmissione in Rai.

Tifoso sfegatato del Milan guida anche per alcune stagioni la trasmissione “Pressing” affiancato da Antonella Elia.

Tra le ultime apparizioni in tv quella al festival di Sanremo del 2008 con Bonolis.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

martedì 13 aprile 2010

Riforma fiscale





Tra le ipotesi di riforma sul tavolo, Silvio Berlusconi ha annunciato l’intenzione di lavorare innanzitutto per quella fiscale per assicurare una riduzione delle imposte gravanti sui cittadini e sulle imprese.

Un obiettivo condivisibile ma impraticabile se non si inizia a stringere sul fronte della spesa pubblica.

L’impressione è che si assista a enunciazioni che fanno a pugni con una linea di condotta che ha portato alla lievitazione della spesa dai 550 miliardi del 2000 ai 775 miliardi del 2008.

Le politiche di mero contenimento della spesa pubblica non sono da ritenersi inutili esercizi di masochismo politico: basterebbero tre legislature di seguito, governate in modo responsabile e con una lungimiranza appena un po’ più ampia della scadenza elettorale successiva, per cambiare radicalmente volto ai conti del Paese.

Ma il contenimento della spesa da solo non basta: è sì un presupposto necessario, ma non sufficiente per poter davvero ridurre la pressione fiscale.

Per far questo serve anche una significativa riduzione dell’evasione fiscale.

Sarebbe opportuno non incrementare la spesa e, nel contempo, smettere di introdurre periodicamente provvedimenti condonatori e scudi fiscali.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

lunedì 5 aprile 2010

"A casa col cadavere" commedia in 3 atti di Mario Pulimanti







A casa col cadavere

COMMEDIA IN TRE ATTI DI MARIO PULIMANTI

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PERSONAGGI

1) Antonella Sabinella
La padrona di casa

2) Gabriele Mantellini
Marito di Antonella

3) Alessia
Amica di Antonella

4) Elisabetta
amica di Antonella

5) Alessandro Carotelli
Amico di Gabriele

6) Don Stefano
Il Parroco

7) Felice Morticini
Impresario di Pompe Funebri

8) Francesco Rosiconi
Agente dell’Assicurazione

9) Fulvio
Il chierichetto

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La storia si svolge in una modesta sala da pranzo

La storia

A causa di un tragico equivoco Gabriele apprende di essere stato vittima di un incidente.
Per vari motivi, fra cui un’assicurazione sulla vita stipulata dalla moglie, decide di interpretare davvero la parte del …cadavere!
E’ una provocazione e una satira di tutto quello che normalmente succede quando si ha un morto in casa…

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PRIMO ATTO

(Stanza modesta. Antonella sta riassettando la casa e Elisabetta sta bevendo un caffè. Sottofondo di suono di campana a morto)

ANTONELLA: Madonna mia, suonano ancora da morto.
Chissà a chi è toccato stavolta…
Signore, accogli l’anima di questo morto defunto e fa che voli in cielo in mezzo ai tuoi santi, ai tuoi angeli, ai rubini e ai serafini.
E, se proprio dovesse passare per il purgatorio, fa che si purghi in fretta e vada in fretta in paradiso.
Amen.

ELISABETTA: Amen.

ANTONELLA: Due giorni fa’ è toccata a Paoletta Testaccini, poverina…

ELISABETTA: Guarda Antonella che aveva 98 anni…

ANTONELLA: D’accordo Elisabetta, ma è sempre una perdita…

ELISABETTA: Per chi, per il governo?
Guarda che quello, quando se ne va qualcuno all’altro mondo, è tutto contento; una pensione in meno da pagare…

ANTONELLA: Deve essere stata l’influenza…
A quella età è facile che la febbre le abbia dato una riscaldata al cervello o una bronchite cronica fulminante.
Io per esempio, quando arriva l’inverno, faccio sempre il profilattico per l’influenza… Senti come suona quella campana….

ELISABETTA: Il nostro dottore ha colpito ancora!

ANTONELLA: Non contare delle stupidaggini Elisabetta; guarda tu cosa devo sentire… Allora vuol dire che, tutte le volte che qualcuno va all’altro mondo, è colpa del dottore…

ELISABETTA: Insomma Antonella, prima, come dici tu, di partire per il mondo di là, li visita quasi tutti lui.
Mi dici, per esempio, perché non lo vedi mai al cimitero nemmeno il due di novembre?

ANTONELLA: Cosa vuoi che sappia io perché il nostro dottore non va mai al cimitero nemmeno il due di novembre!

ELISABETTA: Secondo me perché, quando guarda verso le fotografie dei morti, gli deve sembrare che tutti lo guardano di traverso e gli dicano: “Guardalo lì quel tale che ci ha fatto crepare in quattro e quattrotto!”.

ANTONELLA: Ma piantala pentola di fagioli…

ELISABETTA: Basta però che non mi succeda come il sogno che ho fatto questa notte…

ANTONELLA: Di cosa ti sei sognata stanotte?
Magari lo giochiamo al lotto

ELISABETTA: Insomma, arrivo in paradiso e mi fanno subito entrare nello studio di San Pietro.
“E tu chi sei?” mi dice subito come entro dalla porta.
Io sono Antonella Sabinella”.
A dire il vero era un po’ arrabbiato…
“Antonella, Antonella Sabinella”.
Fatto sta che, dopo aver fatto passare un grosso libro pagina per pagina, quello mi dice: “Qui il tuo nome non c’è”.

ANTONELLA: Ma aveva almeno gli occhiali?

ELISABETTA: O dio, veramente non mi ricordo, ma non penso che in paradiso ci siano le botteghe dove vendono gli occhiali…
Allora… dopo aver sfogliato ancora una volta il librone pagina per pagina, mi dice: “Aspetta che telefono al piano di sotto, in purgatorio”.
Insomma, per farla corta, cerca e ricerca, nemmeno là il mio nome c’era

ANTONELLA: Certo che almeno al purgatorio ti avrebbero potuto trovare.
Non dico in paradiso, perché con tutte le chiacchiere che fai sparlando della gente che conosciamo qualche annetto ti avrebbe fatto davvero bene.

ELISABETTA: “Allora- mi fa- sicuramente sarai segnata sul libro dell’inferno…”

ANTONELLA: (Si fa il segno della croce) Gesù, Giuseppe, Maria proteggete l’anima mia.

ELISABETTA: Veramente l’anima era la mia, non la tua…

ANTONELLA: E allora?

ELISABETTA: Allora che cosa?

ANTONELLA: Com’è andata a finire?

ELISABETTA: E’ andata a finire che, dopo aver buttato per aria tutto l’archivio del paradiso, del purgatorio e dell’inferno, il mio nome non è proprio saltato fuori.
Allora San Pietro mi guarda bene dritta nelle palle degli occhi e mi fa: “Si può sapere chi è il tuo medico?”
“E’ il dottore di Borgo Vecchio, gli rispondo”
“Per forza! Adesso si spiega tutto! Guarda che quello li manda sempre su almeno trenta giorni prima!”.
Beh, io me ne vado a preparare la cena.
Ciao Antonella, magari ci rivediamo più tardi.
E grazie del caffè. (Esce).

ANTONELLA: (Rassettando la stanza) Io, per esempio, non mi posso lamentare del mio dottore…
A me ha fatto fare un sacco di esami e di malattie, non faccio per dire, ne ho avute parecchie.
Ho avuto più malattie io di quelle che sono sull’enciclopedia medica.
Per esempio… Mi ha morsicato un’ape e m’è venuto lo shoc profilattico, ho avuto i calcoli alla cistisferica che erano grossi come uova di Pasqua.
Quella volta mi hanno portato all’ospedale con l’ambulanza a sirene spietate.
Quando ho avuto i dolori allo stomaco mi ha mandato dal dottore idraulico e mi hanno fatto la disastroscopia e mi hanno trovato l’elicottero; dopo mi hanno curato per le vene vanitose.
Insomma, io posso dire onestamente che il mio dottore, almeno fino ad oggi, non mi ha mai fatto morire.
Giuro!
(Riprendono i tocchi della campana a morto).
Devo proprio chiedere a qualcuno chi è morto così stasera vado a recitargli il rosario con le mie amiche e poi sarà ottima la scusa per andare al bar a bere il cappuccino con il cornetto.
Certo che non manca mai nemmeno …Alessia quando c’è da andare al bar, ma quella però si crede d’essere una santarellina, ma è la prima che, quando c’è da sparlare di qualcuno, non si tira affatto indietro.
E’ già la terza volta che, quando sono a messa, vedo Alessia che va a confessarsi.
Vuol dire, quindi, che ne deve fare di peccati lungo la settimana…
Quella, con quella faccina da madonnina infilzata, guarda gli uomini come se dovesse sbranarli e succhiarne le ossa.
Perfino quel tanghero del mio Gabriele, quando la vede, rimane lì a fissarla come un baccalà andato a male; insomma, è come se si fosse preso un colpo apostolico in testa.
E pensare che, da quando è andato in pensione, avere in parte sua moglie o un aspirapolvere gli fa lo stesso effetto.
Almeno quello si chiama Folletto, invece lui è solo in folle.

ALESSIA: (Precipitandosi in casa) Madonna mia Antonella, come mi dispiace!
Proprio a lui doveva capitare.
Un bravo uomo come lui che non ha mai fatto male nemmeno ad una mosca.

ANTONELLA: E chi sarebbe quel bravo uomo come lui che non avrebbe mai fatto male nemmeno ad una mosca?
Magari ad una mosca no, ma io non ne conosco di uomini che non hanno mai fatto male alla loro donna.
E chi sarebbe quel tale fenomeno?

ALESSIA: Ma… ma… Sei proprio sicura di non sapere niente?

ANTONELLA: Se tu non mi dici che cosa dovrei sapere… io continuo a non sapere niente.
Come tutte le mattine ho sfogliato il calendario di Frate Indovino e sulla data di oggi c’è scritto: “Per oggi grandi novità. Si avvererà un vostro desiderio”.
Tutto qui!
Ma fino a questo istante non è successo proprio nulla

ALESSIA: Ma… Ascolta Antonella, sei sicura che non mi stai prendendo in giro?

ANTONELLA: Ascolta Alessia, non giriamo tanto in giro alla torta; parla chiaro e che sia finita

ALESSIA: Ma non vorrai dire che tu non sai niente…

ANTONELLA: Infatti, non so proprio niente

ALESSIA: Ma allora… il tuo Gabriele…

ANTONELLA: Il mio Gabriele sarà all’osteria come al solito e lui dovrebbe di sicuro sapere qualcosa perché, fra una partita a carte e una a bocce, chissà quante ne contano quei fetenti.
Da quando è andato in pensione ha detto che non vuol più fare niente, perché prima, in quanto al lavoro, non ne ha mai fatte tante di fatiche.
Pensa che, fra ferie, malattia e infortuni, non lavorava più di tre mesi all’anno.
E pensare che lavorava in campagna che è tutta salute…
Il fattore ce l’aveva sempre con lui perché diceva che era un uomo che non rendeva.
Il suo lavoro era di seguire l’allevamento dei polli.
Però il suo mestiere, quando però ne aveva voglia, lo faceva davvero bene.
Un giorno non gli scappa una gallina?
Quella attraversa la strada e non va a finire sotto una macchina?
Quello dell’auto, allora, scende e la raccoglie subito, ma in quel momento gli arriva addosso Gabriele. “Cosa ne vuoi fare di quella gallina? Non mi dirai per caso che la vuoi portare all’ospedale…”.
Tuttavia, invece di riportarla al padrone, l’ha portata qui a casa.
Magari avrà avuto intenzione di farle la respirazione artificiale…
Era diventato un vero esperto di polli; peggio di un veterinario.
Lui mi spiegava che le galline hanno tutti i giorni l’ovulazione, perché tutti i giorni facevano il loro bell’uovo.
Tuttavia la sua passione era il gallo…
Pensa che, quando cambiavano l’ora legale, era capace di perdergli dietro due o tre giorni perchè non riusciva a portarlo avanti di un’ora quando doveva cantare al mattino. D’accordo che si era molto affezionato a quel gallo, ma a volte esagerava.
Tornava a casa e ogni giorno mi parlava di lui.
Mi diceva: “Lo sai perché il mio gallo guarda verso il cielo quando canta? Perché ringrazia il Signore di aver fatto le galline senza le mutande”.
Ormai aveva imparato a capire quello che il suo gallo voleva dire e quando cantava mi spiegava che era solito esclamare: “Meglio una gallina oggi che un uovo domani”.
A volte, tuttavia, lo mandavano a pascolare le mucche.
Ma quelle non gli piacevano più di tanto e ancora di meno il bue perché diceva che quello era cornuto, castrato e figlio di una vacca

ALESSIA: Lo sai Antonella che in India le mucche sono sacre?

ANTONELLA: Magari i vitelli, che sono i loro figli, sono beati…

ALESSIA: Non raccontare stupidaggini Antonella e proprio in questo momento… Allora Antonella vuoi dire che nessuno ti ha detto che…

ANTONELLA: Veramente due minuti fa Elisabetta mi ha detto che in paese è morta Paoletta Testaccini.
Ma, dopo tutto, aveva 98 anni e non penso sia il caso di disperarsi…

ELISABETTA: (Entra trafelata) Antonella… Antonella…
Che disgrazia!
Non ti poteva capitare più brutta!
Ma per fortuna ci son qua io, la tua amica Elisabetta.
Coraggio Antonella, coraggio.
Devi essere forte…

ANTONELLA: Per forza bisogna essere forti per fare questa vita.
Dalla mattina alla sera si deve lavorare tutto il santo giorno.
Ma, ascolta Elisabetta, si può sapere cos’è questa storia?

ELISABETTA: Questa storia?
Ma Alessia, non sa niente Antonella ?
Non le hai detto niente?

ALESSIA: Che devo dirti…
Io ho tentato di dirle qualcosa, ma lei mi ha parlato solo del gallo…

ELISABETTA: Quale gallo?

ALESSIA: Il gallo del suo Gabriele, quello che bisogna tirarlo avanti quando cambia l’ora legale…

ELISABETTA: Ma allora… allora… Davvero Antonella non sai nulla?

ANTONELLA: Ascoltate ragazze, si può sapere cos’è questa storia?

(Suona il campanello. Elisabetta esce e rientra con un mazzo di fiori)

ELISABETTA: Sono per te Antonella.

ANTONELLA: Dei fiori per me?
Ma perchè?
Vuoi vedere che ho un ammiratore segreto?…
E tu Alessia non andarlo a dire a tutti adesso…
Ma non poteva arrivare almeno 40 anni prima che non ci sarei cascata col mio Gabriele?
Va bé che l’amore e il cuore non hanno età…
Forse il cuore sì, perché a volte sento di quelle polpettazioni…
Per me devono essersi sbagliati.
Di sicuro non deve essere stato mio marito.
Gabriele a me di fiori non ne ha mai mandati, nemmeno quando eravamo fidanzatini. Immaginiamoci ora, a meno che non sia ubriaco come al solito.
Anzi no, una volta me li ha mandati i fiori, ma erano fiori di zucca perché voleva che glieli frigessi per pranzo.
Ma allora questi fiori…

ALESSIA: Sono per te Antonella, solo per te

ANTONELLA: Ma chi me li ha mandati allora?

ALESSIA: A me sembra che ci sia dentro un biglietto…

ANTONELLA: Lasciami vedere…
“Con tute le nostre condoglianze. Famiglia Peperoni”.
Cosa vuol dire condoglianze Alessia?

ALESSIA: Condoglianze vuol dire che ci deve essere un morto in casa

ANTONELLA: Mah, qui, di morta, c’è solo la televisione.
Di sicuro ha sbagliato il fiorista.
La famiglia Peperoni…
Chi è la famiglia Peperoni?
Ah, adesso mi ricordo…
Deve essere il direttore dell’azienda dove lavorava Gabriele.
Però continuo a non capirci niente…

ALESSANDRO: Permesso…
Condoglianze Antonella, condoglianze.
Come, non mi conosce?
Sono Alessandro, Alessandro Carotelli, l’amico di Gabriele.
Lavoravamo assieme all’azienda di Giorgio Peperoni.
Quanti ricordi signora Antonella!
Quante bevute!
Pensi che Gabriele diceva sempre: “Io non bevo mai, a meno che sia da solo o in compagnia”.
E io gli facevo sempre compagnia.
Beati i poveri di spirito, perché non si ubriacheranno mai! Povero Gabriele, che fine ha fatto!

ANTONELLA: Aspetta, aspetta…
Cos’hai detto Alessandro?
Di che Gabriele parli?

ALESSANDRO: Insomma Antonella, quanti Gabriele ci sono in paese?
Solo due, Gabriele Laici e il tuo, Gabriele Mantellini.

ANTONELLA: E tu di che Gabriele parli, Alessandro?

ALESSANDRO: Insomma Antonella, ma… ma vorreste dire che Antonella …

ELISABETTA: A me sembra che Antonella non sappia nulla…
Non le hai detto niente tu Diana?

ALESSIA: Io ho provato a dirglielo, ma lei…
E’ vero Antonella che sei sconvolta dal dolore?

ANTONELLA: Ma si può sapere di che dolore parli?
Forse parli del mio mal di schiena che mi prende tutta la colonna cerebrale fino ai calcagni…

ALESSANDRO: Ma no Antonella.
Guardi, mi dia ascolto, si accomodi su questa seggiola e stia bene a sentire quello che le dico.
Allora…
Certo, non è facile usare le parole giuste…
Lei sa come fanno la sera gli uomini quando ritornano a casa dal bar…

ANTONELLA: Non me lo dica; Gabriele, per esempio, ci va tutte le sante sere

ALESSANDRO: Proprio così.
E anche stasera c’è andato.
E cosa fa Gabriele quando è al bar?

ANTONELLA: Il rosario non lo dice di sicuro…

ALESSANDRO: Brava; invece di dire il rosario beve molti bicchieri. E quando uno butta giù qualche bicchiere come diventa?

ANTONELLA: Prima allegro, poi ubriaco

ALESSANDRO: Brava Antonella. E quando esce dal bar ubriaco cosa può succedere?

ANTONELLA: Che con l’aria fresca si risveglia

ALESSANDRO: Ma a volte, invece di svegliarsi, passa come un treno dalla vita al sonno …eterno

ANTONELLA: Ma ascolta Alessandro, ha bevuto anche lei stasera?
Io non riesco proprio a capire cosa sta raccontando.
Insomma la tenga corta e venga al dunque!

ALESSANDRO: Insomma, io non ero lì presente, perché a me l’ha detto Pierina, la fioraia

ALESSIA: Anche a me l’ha detto Pierina.

ELISABETTA: Anche a me

ANTONELLA: E cos’ha detto Pierina, la bocca della verità, la gazzetta del paese, quella sparaballe, quella campionessa della chiacchiera gratuita?

ALESSANDRO: Il povero Gabriele…

ANTONELLA: Veramente non è mai stato ricco e quei quattro soldi della pensione li spendeva quasi tutti al bar, quel vagabondo…

ELISABETTA: Cosa dici Antonella. Era così buono…

ANTONELLA: Una volta era buono; a suo modo però.
Quando si è sposato con me mi ha promesso di farmi vedere il posto dove saremmo andati a fare il viaggio di nozze.
Allora gli ho risposto che mi sarebbe piaciuto andare alle Barbados.
E sapete cosa ha fatto per accontentarmi?

ELISABETTA: Ti ha portato alle Barbados.

ANTONELLA: No, è andato in un’agenzia di viaggi, ha preso un depliant, me lo apre sul tavolo e mi dice: “Volevi vedere le Barbados? Bene, eccole qua!”.
Ma non era così che io volevo vedere le Barbados…
Ma io, un giorno o l’altro, lo ammazzo quello lì!

ALESSANDRO: Non c’è bisogno signora Antonella…

ANTONELLA: Perché non c’è bisogno?

ALESSANDRO: Perché… perché… insomma, perché è… è già morto.
Pensi, era talmente buono che le ha risparmiato la fatica di ammazzarlo

ANTONELLA: (Si accascia sulla sedia) Ascolti Alessandro, mi faccia capire bene. Vorrebbe dire che Gabriele si è dato delle bastonate sulla testa da solo per risparmiare a me la fatica…

ALESSANDRO: No Antonella, non sono state le bastonate, ma è stato un camioncino che l’ha messo sotto proprio fuori dal bar. L’ha allungato sull’asfalto come un’acciuga sottosale, anzi, come un foglio di carta velina. E’ passato dalla terra… volevo dire, dall’asfalto al paradiso senza dire bàh!

ANTONELLA: Ma allora… allora…

ALESSIA: Allora sei vedova Antonella.

ELISABETTA: Ricordati però di iscriverti all’Associazione delle Vedove Cristiane.
Ci troviamo in parrocchia tutti i venerdì

ALESSIA: Se sentissi che belle prediche ci fa don Stefano…

ALESSANDRO: Coraggio Antonella.
Ormai è un angelo del cielo che prega per lei

ALESSIA: Veramente io non l’ha mai visto tante volte a Messa…

ELISABETTA: Per me, anche se è diventato un angelo, deve avere un bel paio di cornini…

ANTONELLA: Io veramente al mio Gabriele di corna non ne ho mai fatte.
Il mio Gabriele… Il mio povero Gabriele…

ALESSIA: Così buono…

ELISABETTA: Così bravo…

ALESSANDRO: Così lavoratore…

ALESSIA: Così affezionato alla sua casa…

ELISABETTA: Così affezionato ad Antonella…

ALESSANDRO: Così affezionato al bar…

ANTONELLA: Pensate ragazze che non ha mai voluto fare l’assicurazione sulla vita, quel disgraz… quel discoletto.
“Fa l’assicurazione sulla vita Gabriele”, continuavo a dirgli.
“E perché dovrei fare l’assicurazione sulla vita?” mi rispondeva sempre.
“Perché almeno, quando morirai, la tua Antonella sarebbe apposto”.
“E chi chi ti dice che dovrei essere proprio io a crepare per primo? Non potrebbe invece capitare a te?”
“Guarda Gabriele che ci sono più vedove che vedovi a questo mondo…”, ma lui non la voleva capire quel delinq… delicato di un uomo…

ELISABETTA: Ma ti rimarrà almeno la pensione…

ALESSIA: Sì, ma metà però, la trasversale…

ELISABETTA: La reversale, Alessia, la reversale…

ANTONELLA: Certo, invece de mangiare un pane dovrò accontentarmi di mezzo, invece di un etto di mortadella almeno di mezzo etto…

ALESSANDRO: E magari, quando dovrà comperare qualcosa da mettersi addosso, che ne so… un reggipetto, ne dovrà comperare solo metà…

ALESSIA: Vorrà dire che lo userà per farsi un cappello quando piove

DON STEFANO (IL PARROCO): (Entrando quasi senza farsi accorgere)
Pace e bene in questa casa, soprattutto pace e coraggio.
Quando Paoletta Testaccini mi ha detto di Gabriele non le volevo credere.
Ho subito detto al mio sacrestano di suonare da morto perché uno dei miei parrocchiani è volato in cielo.
Certo però, Antonella, che tuo marito non frequentava mai la chiesa….
Ogni tanto, quando lo incontravo, tentavo di parlargli del Signore, per poter recuperare la pecorella smarrita, ma quella pecorella non riuscivo mai a farla entrare nell’ovile.
Gli dicevo: “Mi vuoi dire Gabriele cos’è un uomo senza la fede?”
E sapete cosa mi ha risposto? (Mostrando l’anulare della mano sinistra)
“E’ solo un uomo che non è sposato”.
Lui aveva le sue teorie; mi diceva: “ Se il Signore sta con i più deboli, perché vincono sempre i più forti? E perché, se lui ha lavorato solo sette giorni nella sua vita ed è fatto a nostra immagine e somiglianza, non ha fatto lavorare anche noi per sette giorni e poi tutti in pensione?”.
“Ma guarda Gabriele che è stato lui a farti”.
E lui… “Allora, quando ha fatto i neri, vuol dire che gli sono venuti piuttosto bruciati”. Ah, ve lo posso proprio dire, non era tanto facile parlare con Gabriele.
Una volta gli ho perfino detto che prima o poi il Signore gli avrebbe mandato un segno della sua presenza, ma lui mi ha subito risposto che, più che un segno, avrebbe preferito un assegno…
Guarda Gabriele che il Signore è perfetto…
E lui: “Proprio perfetto non direi”.
“Perché Gabriele?” gli dico io.
“Perché ha fatto un errore”.
“Quale errore?”.
“Ha creato la donna!”.

ANTONELLA: E’ sempre stato originale…

ALESSANDRO: Però aveva ragione! (Suona il campanello)

ALESSIA: Vado io. (Rientra con una corona di fiori)
Guarda che bella Antonella…
Che bella corona.
Lasciami vedere chi l’ha mandata. “
“A Gabriele i tuoi amici”.

ANTONELLA: Veramente potevano scrivere: “A Gabriele i suoi compagni di bevuta”, che era la stessa cosa.

DON STEFANO (IL PARROCO): Guarda Antonella che magari fra qualche minuto lo porteranno a casa e bisognerà che prepari un letto per distenderlo sopra e magari un paio di candele.
Ti raccomando…
La corona fra le mani

ELISABETTA: Ti aiutiamo noi Antonella.

(Trambusto per far entrare in scena un letto ad una piazza che verrà disposto in centro al palcoscenico con la testata un po’ più alta. I fiori vengono disposti ai lati con due candele)

ELISABETTA: Adesso che la casa è apposto dovresti pensare al cimitero, Antonella. Non gli fai una bella tomba?

ALESSIA: Mi sembra già di vederla…
Una bella spianata di marmo, lì in parte una bella lampada di ottone tutta bella lucida con il Lucidol, un po’ più in qua un gran vaso per i fiori freschi e in mezzo una bella statua alta due metri della Madonna addolorata

ALESSANDRO: E magari, tutto attorno, una bella aiola di orchidee

ELISABETTA: Altrimenti una bella tomba familiare col posto pronto anche per te. Dovresti solo metterci la tua fotografia, la data di quando sei nata e quella della morte. No, quella della morte, no; quella la metterà qualcuno dopo la tua morte.
Magari ci penseremo io e Alessia.
Contenta Antonella?

ANTONELLA: Muoio davvero dalla felicità!
Per me voi dovete essere diventati tutti matti!
Sì, la tomba di famiglia…
Ma se se stiamo ancora pagando il mutuo quarantennale della casa! In terra quello lì lo sotterro, nella nuda e fredda terra!
Anzi, darò una bella mancia al becchino perché la buca la faccia un paio di metri ancora più profonda.

DON STEFANO (IL PARROCO): Antonella, Antonella, capisco che tu sia sconvolta dal dolore, ma non devi dire queste cose proprio ora che sta arrivando la salma…
(Suono di campanello)

ELISABETTA: Vado io Antonella; tu sta’ tranquilla che pensano a tutto le tue amiche. (Esce e rientra con due bandiere listate a lutto con le scritte delle Associazioni di appartenenza)

ANTONELLA: Cosa sono quelle cose?

ALESSANDRO: E’ cieca Antonella? Sono bandiere. Devono essere quelle delle varie associazioni cittadine. Non mancano mai ai funerali…

ELISABETTA: Questa è quella dei Combattenti e Reduci…

ANTONELLA: Ma se l’hanno scartato dal militare!

ELISABETTA: Aveva qualche malattia?

ANTONELLA: I trigliceridi alti.

ALESSIA: E pure i grassi nel sangue? Il conasterolo? Guarda che mio nonno aveva quelle cose lì e ha preso la vagina pettoris…

ANTONELLA: Io però non ho mai sentito che i grassi nel sangue facessero finire qualcuno sotto un camioncino… E l’altra di chi è?

ELISABETTA: Aspetta che guardo sul nastro… A.I.DI.ESSE. Associazione Italiana Donne Sopravvissute. Ah, ho capito, l’associazione delle vedove

ANTONELLA: Cosa centro io con le vedove?

ALESSANDRO: Insomma Antonella, adesso ci sei dentro anche tu…

ANTONELLA: Urca, non mi ricordavo più. Va bè, mettetele lì in parte al letto. (Pongono le bandiere alla testa del letto)

DON STEFANO (IL PARROCO): Forse, cari figlioli, sarebbe buona cosa che noi ce ne andassimo.
Lasciamo che Antonella possa sfogare il suo dolore con un pianto liberatorio.
(Salutano abbracciandola ed escono, meno Diana)

ANTONELLA: Dovrò davvero farne dire molte di messe a quel povero cristo del mio Gabriele.
E per fortuna, senza che lui lo sapesse, io ho fatto un’assicurazione sulla sua vita.
Non certo una gran cifra, ma abbastanza per sistemare il mio futuro.

ALESSIA: Meno male; va bene pensare agli altri, ma non è certo un peccato mortale pensare alla nostra triste solitudine…

ANTONELLA: Aspetta, aspetta che metto le cose subito apposto…
(Va al telefono, sfoglia l’elenco telefonico…)
Pronto, è l’Assicurazione La Ciurma?
Volevo dirle che il signor Gabriele Mantellini è morto defunto sotto un camioncino e io vi ho pagato l’assicurazione e ora dovete tirar fuori i soldi.
Come?
Passerà un agente?
Quale agente?
Della polizia?
Dei carabinieri?
Del corpo forestale?
Dei vigili? …
Ah, della Compagnia.
Così va già meglio.
Va bene, grazie.
Cos’ha detto?
Se ho pagato il premio?
Quale premio?
Veramente siete voi che dovete dare il premio a me che vi ho pagato tutti questi anni senza saltare una rata…
. Cos’ha detto?
Condo… condo cosa?
Ah, condoglianze, l’ho già sentita questa parola.
Grazie, altrettanto.
Guardi che lo aspetto.
E in fretta!
Vi raccomando…
Tutte cartelle da cento neuro, belle e lisce appena uscite dalla fabbrica. (Riattacca)

ALESSIA: Brava Antonella, è così che si deve fare. Decise e senza piume sulla lingua

ANTONELLA: Pensa che disgrazia doveva capitarmi Alessia, andare a finire sotto un camioncino…
Ancora ancora sotto un’auto, magari una Ferrari, almeno l’assicurazione avrebbe pagato di più.
Ma lui no, sotto un camioncino, e magari non assicurato!
Vedi, Assunta Bietololini, quando il suo Silvestro è andato sotto un treno ed è rimasto lì secco e più piatto di una sogliola, deve aver preso almeno 200.000 euro. Magari Gabriele, sotto un camioncino, almeno 150.000…

ALESSIA: Pensa se fosse andato a finire sotto una bicicletta…

ANTONELLA: E’ stata proprio una grazia ricevuta; per fortuna non è andato a finire sotto una bicicletta, altrimenti… ciao 150.000 euro.
Magari avrei dovuto pagare anche la bicicletta.
E spero l’abbiano trovato pulito perchè, quello sporcaccione, la doccia la faceva solo quando pioveva e veniva a casa dal bar senza ombrello.
150.000 euro!
Certo che, se non ha mai reso da vivo, almeno da morto è riuscito a fare qualcosa di buono per la sua Antonella.
Magari faccio così, gli faccio dire una messa ogni 10.000 euro.
150.000… messe.

ALESSIA: E se arriva ai 200.000?

ANTONELLA: Beh, se arriva ai 200.000 come Silvestro, anche l’ufficio funebre con la scuola cantorum. O Dio, tra messe, ufficio, cassa da morto, funerale e lapide ho già capito che i 150.000 euro arrivano a 130…

ALESSIA: E comperarti una pelliccia?
Pensaci Antonella che forse è la volta buona.
Io adesso però scappo.
Ma sta tranquilla che non ti lascio da sola.
Le tue amiche non mancheranno mai.
Ciao. (Esce)

ANTONELLA: Vuoi vedere che ha ragione Diana, vuoi vedere che è la volta che Antonella si fa davvero la pelliccia?
Non certo come quella che mi ha regalato al venticinquesimo anno di matrimonio… L’avevo stancato tanto e poi tanto perché le mie amiche avevano la pelliccia e io solo un cappotto striminzito che avevo già rivoltato un paio di volte che un giorno si è deciso.
E’ andato nell’azienda dove lavorava, ha raccattato tutte le pelli dei conigli che avevano ucciso il mese prima e proprio lui, con le sue manine, mi ha tirato assieme una pelliccia che mi faceva sembrare più ad un orso polare che ad una persona normale.
L’omino della Michelìn era più magro di me.
Infatti non l’ho mai indossata!
10.000 per la pelliccia e ne restano 140.
1500 per andare al mare che non ho mai visto e che mi hanno detto che è pieno di acqua fino all’orlo, 1000 per la sarta, altri 500 per la saponetta, il profumo, il fondo tinta, il rimmèl e magari un salto dalla pettinatrice per farmi fare le besciamèl sui capelli e per i colpi di… non mi ricordo come si chiamano… colpi di sonno… o di sole… Poi tolgo dal cassetto 5.000 euro…

GABRIELE: (E’ comparso pochi attimi prima sulla porta) Si potrebbe sapere, per favore, in che cassetto tieni quei 5.000 euro?

ANTONELLA: (Accasciandosi sulla sedia e balbettando per l’emozione) Mah… sei tu Gabriele? Sei sicuro di essere proprio tu?

GABRIELE: No, non sono Gabriele, sono Maradona, mi manca solo il pallone. Sai, l’ho perso dieci minuti fa al bar… Ma sei diventata rimbambita Antonella?

ANTONELLA: Anime sante, anime purganti…

GABRIELE: Io non so se alle anime danno la purga…

ANTONELLA: Sei lo spirito di Gabriele?

GABRIELE: Di spirito ne devo aver addosso un bel po’ perché ho la vaga impressione che le mie gambe stiano andando per conto loro. (Si guarda attorno) Ma, dimmi un po’ Antonella, io avrò magari le gambe un po’ malconce per via dello spirito, dello spirito di… vino, ma gli occhi funzionano perdio! Cosa ci fa quel letto in mezzo al soggiorno?

ANTONELLA: Quel letto in mezzo al soggiorno… E’ per…

GABRIELE: E quei fiori? E’ la festa del patrono?

ANTONELLA: Quei fiori sono per……

GABRIELE: E quelle due candele… E’ saltato il contatore?

ANTONELLA: Quelle due candele sono per…

GABRIELE: Forza Antonella, t’è venuta la paralisi infantile alla lingua? Sarebbe la prima volta. Meglio tardi che mai! Allora, mi vuole favorire una gentile spiegazione bella signora?

ANTONELLA: Stai bene Gabriele?

GABRIELE: Lo sai bene che dopo una birretta, sì, insomma, dopo diedi birrette, io sto benone. Mai stato così bene

ANTONELLA: Non senti del freddo addosso o nelle ossa?

GABRIELE: Nemmeno un po’!

ANTONELLA: Non senti le ossa e i muscoli un po’… rigidi?

GABRIELE: No, morbidi e bei caldi, come sempre

ANTONELLA: Magari un cerchio alla testa?

GABRIELE: Mi hai per caso preso per un santo per avere un cerchio sulla testa?

ANTONELLA: Siediti un attimo Gabriele che ti devo dire una cosa…

GABRIELE: Parla, donna dei miei sogni, anzi, dei miei incubi

ANTONELLA: Forse Gabriele tu non te ne sei accorto, ma magari potresti essere… in paradiso

GABRIELE: Impossibile Antonella.

ANTONELLA: Perché impossibile?

GABRIELE: Perché in paradiso spero di non avere più l’Antonella lì in parte

ANTONELLA: Insomma Gabriele… sei sicuro di non essere morto?

GABRIELE: Sei scema Antonella?
In quanto a cervello non sei mai stata un’aquila, ma guarda che ti consiglio di farti subito visitare dal dottore nevrologo o pissicologo perché per me devi avere il morbo dell’Alsàmer.

ANTONELLA: E cos’è quel morbo lì?

GABRIELE: E’ una malattia che, se non diventi scemo, come minimo non capisci più niente.
E’ come se uno avesse i tarli nella testa che la rodono, la rodono, la rodono…

ANTONELLA: E allora me lo dici tu il perché di tutti questi fiori, delle corone, delle candele…

GABRIELE: Ma se è almeno mezz’ora che te lo sto domandando!

ANTONELLA: Sono per te Gabriele, solo per te

GABRIELE: Che l’Alsàmer stia venendo anche a me? Io continuo a non capirci niente…

ANTONELLA: Allora, tornando indietro un passo, vengono qua Diana e Elisabetta e mi annunciano angosciate che, nell’uscire dal bara, sei andato a finire sotto un camioncino e sei rimasto lì secco come un baccalà. E pensa che è arrivato anche Don Stefano, il parroco

GABRIELE: Ma chi ha inventato tutta questa storia?

ANTONELLA: Gabriele, a loro l’ha detto Pierina.

GABRIELE: Pierina? La fioraia?

ANTONELLA: Sì, proprio lei

GABRIELE: Ma possibile che non la conoscano ancora quella chiacchierona?
Quella gran sparaballe?
Pensa che il mese scorso corre da Rinaldo Pistoloni e gli dice che ha fatto vinto al lotto. Lo sai, è lei che gioca le schedine a tutto il quartiere. Gli dice: “Rinaldo, pensa che hai vinto al lotto 21 milioni di euro!”. E lui, senza prima controllare i numeri, prima offre da bere a tutti, ma questo sarebbe il meno, poi va in un autosalone e ordina una Ferrari, regala la sua casa ai marocchini perché aveva già adocchiato un palazzo… Insomma, per tenerla corta, ancora oggi sta nuotando e affogando nei debiti per colpa di Pierina che si era semplicemente sbagliata, per non parlare di sua moglie che lo sta ancora rincorrendo col pestasale di bronzo in mano. E l’altra volta? Vede che sta uscendo del fumo dalla casa di Mario Baciapile e corre al telefono. Nel giro di due minuti sono arrivate tre squadre di pompieri, la protezione civile, il sindaco e non so ancora quant’altra gente per scoprire poi che Mario stava lì tranquillo, pacifico e beato a fare il barbecue in mezzo al cortile

ANTONELLA: Però eri davvero al bar…

GABRIELE: E dopo sono venuto a casa dritto; forse proprio proprio dritto no, magari un po’ di qua e un po’ di là… a onde insomma. Stasera abbiamo bevuto una birretta di più per consolare Ivo Girondini. Poverino; gli è capitata proprio una cosa brutta… Va a casa, apre la porta e non trova lì la sua Carmela distesa sul pavimento? Gli ha preso un colpo!

ANTONELLA: Chi, Carmela?

GABRIELE: No, Ivo. Era morta stinca, con gli occhi spalancati come se gli volesse dire… Cosa farai da ora in avanti senza la tua Carmelina? E pensare che le voleva così bene… Quella sera le aveva portato due birrette che aveva preso al bar…

ANTONELLA: Certo che non le costava poi tanto a mantenerla… Due birrette…

GABRIELE: Aveva ancora la sua bella catena al collo…

ANTONELLA: Una catena d’oro?

GABRIELE: No, non penso fosse d’oro… Però bastava per non farsela scappare

ANTONELLA: Era così geloso?

GABRIELE: Questo non ce l’ha mai detto… Aveva ancora la sua pelliccia dorata, il suo pelo biondo…

ANTONELLA: Non avrà fatto a tempo a farsi la ceretta… Tuttavia… donna pelosa, donna virtuosa!

GABRIELE: Beh, proprio virtuosa non ne sono tanto convinto, perchè da quando se l’è portata in casa, era scappata quattro o cinque volte e tutte le volte è tornata incinta. Lo sai, con tutti i maschi che le stavano dietro…

ANTONELLA: Allora, più che virtuosa, era un po’… troietta. E continuava a tenersela lo stesso?

GABRIELE: Che vuoi… Le era talmente affezionato…

ANTONELLA: Avrei voluto vedere io cosa avrebbe fatto Gabriele se la sua Antonella avesse fatto come Carmela … Certo che non avrebbe potuto trovare una donna più infedele di lei…

GABRIELE: Ma di che donna parli?

ANTONELLA: Di Carmela.

GABRIELE: Antonella guarda che Carmela era la sua cagnolina!

ANTONELLA: Ma piantala di raccontare tutte quelle stronzate proprio oggi che sei morto… Allora, cosa facciamo adesso Gabriele? Guarda che anche il tuo direttore, Fabio Peperoni, ti ha mandato i fiori…

GABRIELE: Ulla madonna, anche lui?

ANTONELLA: Proprio, anche lui

GABRIELE: Non ti ha per caso detto come sta il mio gallo?

ANTONELLA: No, i fiori non li ha portati lui in persona…

GABRIELE: E allora cosa facciamo Antonella?

ANTONELLA: Certo che non possiamo fare la figuraccia di rimandare i fiori a tutti… Cosa direbbe la gente? Che l’abbiamo presa in giro?

GABRIELE: Questa è proprio bella! Per me sono vivo, per gli altri sono morto. E’ proprio così Antonella?

ANTONELLA: E’ proprio così Gabriele

GABRIELE: E adesso che si fa?

ANTONELLA: Vedi Gabriele… Io, con i miei risparmi, ho fatto un’assicurazione sulla tua vita e magari…

GABRIELE: Magari che cosa? Sentiamo anche questa. In tutta la mia vita non ho mai sentito tante stronzate in un giorno solo

ANTONELLA: Gabriele… Non potresti far finta di… di essere morto?

GABRIELE: Far finta di essere morto? Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo Antonella? Hai gettato il cervello nella discarica dei rifiuti?

ANTONELLA: E allora vallo tu a spiegare a tutta quella gente perché sei ancora vivo! E all’assicurazione che ti ho fatto non ci pensi?
Guarda che sono parecchie migliaia di euro…
Vai, corri Gabriele; va di là a metterti il vestito della festa, quello nero, e lasciagli dentro un paio di grani di naftalina che almeno puzzerà di morto e fa’ in fretta perché fra poco potrebbe arrivare qualcuno

GABRIELE: Sicchè io dovrei… E le scarpe? Devo indossare anche le scarpe?

ANTONELLA: Ma Gabriele, hai visto ancora un morto che va a passeggio?

GABRIELE: E il cappello?

ANTONELLA: Guarda che qui dentro non piove. Abbiamo cambiato travi e tegole l’anno scorso…

GABRIELE: Allora… vado?

ANTONELLA: Vai, sbrigati! (Gabriele esce)
Signore, guarda giù con occhi misericordiosi, ti prego, perché qui o diventiamo ricchi o andiamo tutti in galera.



SECONDO ATTO


(Gabriele è steso sul letto con la classica corona in mano. Il letto è più alto dalla parte della testiera perché si veda il …defunto. Le candele sono accese. Accanto Antonella, vestita a lutto, recita il rosario con Alessia)

ANTONELLA: (Recita la prima parte dell’Ave Maria)

ALESSIA: Santa Maria, mater dei, prega per lui peccatore…

ANTONELLA: Veramente, Alessia, l’Ave Maria dice di pregare per noi peccatori…

ALESSIA: Dai Antonella, guarda che il tuo Gabriele non era poi tanto un santino… E, se vogliamo essere sinceri, era anche un po’ cattivello… Lo sai almeno che, quando era giovane, ha portato il suo amico, Marco Pedalini, che era quasi del tutto cieco, a vedere un film muto?

ANTONELLA: Per quello, allora, era anche un avaro; pensa che il giorno dopo il carnevale raccoglieva tutti i coriandoli e li portava a casa

ALESSIA: Per farne?

ANTONELLA: Li usava come carta igienica e, alle volte, anche dall’altra parte per risparmiare…

ALESSIA: Ave Maria grazia piena dominus teco… Pensa che tutte le volte che mi incontrava per strada mi fermava e mi raccontava delle freddure. Alessia, mi diceva, lo sai qual è il colmo per un cimitero? Essere chiuso per lutto! Per non parlare di quelle più grosse… Lo sai Alessia qual è il colmo per quattro cow-boy? Mettersi in fila indiana! E per un miliardario? Esprimersi in parole povere! E cosa fa un pasticcere quando la moglie muore? La…crema!! E qual è il colmo per un commesso alle pompe funebri? Dire ad un cliente: “Prego, si accomodi alla cassa!”. Ed il colmo per uno sguattero? Gettare la spugna. E qual e’ il colmo per un astronauta? Avere la luna di traverso. Sai qual è il colmo per un orologiaio? Avere una figlia sveglia che fa la squillo in un albergo ad ore. Ed il colmo per una chiave inglese? Essere fabbricata in Germania. E per un fotografo? Avere il figlio sottosviluppato!!! E per un fornaio: rendere pan per focaccia. E per una suora? Per colazione farsi portare un cappuccino a letto! Hai capito Antonella che tipo era il tuo povero Gabriele?

ANTONELLA: Santa Maria mater Dei, ora pro nobis pecatoribus… io, però, non sono mai riuscita a capire cosa vuol dire pecatoribus…

ALESSIA: Mah, sarà un autobus pieno di peccatori che va dalla terra fino all’inferno… Ave
maria mater Dei… Ah, adesso me ne è venuta in mente un’altra… Lo sai Alessia, lui, sempre lui, il tuo Gabriele che Dio l’abbia in gloria, lo sai solo un paio di giorni fa’ cosa mi dice? Alessia sai qual è la differenza tra un incidente ed una tragedia ? Se Maroio Pulimanti, l’autore di questa commedia cade in acqua da un molo è un incidente, se riesce a risalire è una tragedia… E qual è il colmo per una persona stitica? Essere nato a Cicago! Ora pro nobis pecatoribus…

(Gabriele non riesce a trattenere uno starnuto. Alessia strabuzza gli occhi)

ALESSIA: Hai sentito qualcosa Antonella?

ANTONELLA: (Si porta accanto al viso di Gabriele. A voce più alta…) Requiem eterno, Gabriele sta fermo, se tu starnutisci, qui male finisci. Requiem eterno, Gabriele sta fermo, se non fai il morto vero, ti ammazzo davvero.

ALESSIA: Io non ho mai sentito quel requiem aeterna qui…

ANTONELLA: E’ quello del Consiglio Vaticano secondo. (Stessa scena. Questa volta Gabriele accenna ad un singhiozzo. Di nuovo Antonella gli si pone accanto) Requiem eterno, Gabriele sta fermo, se fai lo stupidello, ti rompo il cervello. Requiem eterno, Gabriele sta fermo, se non fai il morto vero, ti ammazzo davvero.

ALESSIA: Sempre il Consiglio Vaticano secondo…

ANTONELLA: Sempre il Consiglio Vaticano secondo.

(Bussano alla porta ed entra vestito di nero…)

FELICE MORTICINI: Permesso… Buon giorno signore. Mi presento. Sono il Cavaliere Felice Morticini. Sono il titolare della Ditta L’Eterno Riposo che da più di 150 anni si dedica al servizio della Pompe Funebri di Borgo Vecchio. Specializzata in decessi violenti e tranquilli e di altro genere. Il defunto è la nostra specialità quotidiana e il nostro pane quotidiano. Più cadaveri ci sono, più pane mangiamo. Posso gentilmente sapere chi è la vedova fortunata?

ANTONELLA: Sono io la vedova… fortunata non lo so ancora. Dipenderà da come andrà a finire con l’assicurazione… Allora, mi dica tutto signor becchino.

FELICE MORTICINI: Le mostro il nostro catalogo. (Lo appoggia al tavolo) Come vede il nostro catalogo è a colori, sa, per dare un tocco di allegria… Da dove incominciamo?

ANTONELLA: Dalla prima pagina direi…

FELICE MORTICINI: Iniziamo dunque dalla vera dimora del defunto, la cassa. Guardate signori e signore… Su questa pubblica piassa andrò a mostrarvi prodotti che sicuramente non avete mai usato in vita, ma che scoppierete dall’impazienza di poterne usufruirne in morte. (Le donne fanno gli scongiuri) Ce ne sono di tutti i tipi e di tutti i prezzi. Vi espongo i principali. Cassa tipo 1: cassa in mogano rivestita internamente di velluto rosa shocking e di broccati. Maniglie laccate in oro zecchino. Scolpita a mano con motivi sacri e grande croce di platino. Predisposta internamente con riproduttore stereo con cuffie incorporate riproducente musiche gregoriane e canti funebri. Volendo anche rock. Cellulare incorporato per chiamate da parte del defunto in caso di risveglio per catalessi.

ANTONELLA: Mi scusi, ma non c’è il forno a microonde?

FELICE MORTICINI : Scusi signora? Il forno a microonde?

ANTONELLA: Sì, ha capito bene signor becchino, il forno a microonde per fare in modo che, se dovesse per caso svegliarsi, mentre attende che lo recuperino, si fa una bistecca, giusto per rimanere vivo…

FELICE MORTICINI : A questo non abbiamo pensato. Riferirò in Ditta. Prezzo della cassa del tipo 1 è di lire 10 mila euro, IVA esclusa. Cassa tipo 2: cassa in legno pregiato con radica di noce massiccio con rivestimento di seta. All’interno un televisore di 8 pollici all’altezza degli occhi della salma sul quale scorrono le immagini del volto addolorato della vedova e del resto della famiglia precocemente lasciata.

ANTONELLA: E’ a colori o in bianco e nero?

FELICE MORTICINI : Rigorosamente a colori signora.

ANTONELLA: A me sembra che il bianco e nero dia più il segno del lutto… e poi costerebbe meno…

FELICE MORTICINI : Costo della cassa tipo 2 è di 8mila euro, IVA esclusa.

ANTONELLA: Mi scusi signor becchino, invece di stare a leggermi tutto il suo libro, salti pure all’ultima pagina e mi dica la più economica

FELICE MORTICINI : Allora… (Sfoglia) Cassa tipo 63…

ANTONELLA: Non c’è quella tipo 99?

FELICE MORTICINI : Spiacente signora, il tipo più… infimo è la 84.

ANTONELLA: E allora mi legga la 84.

FELICE MORTICINI : Cassa tipo 84. Costruita con scarti di legname raccattato in discarica comunale e disinfettato con pennellata veloce di alcool denaturato e trattato all’uopo per uccidere i tarli.

ANTONELLA: Cosa sono quelle cose lì?

ALESSIA: I tarli, Antonella, devono essere i bacherozzi del legno

FELICE MORTICINI : Sì, perché il loro rumore disturberebbe il sonno eterno del defunto. L’interno è rivestito in legno, che, poi, è l’altra parete dell’asse esterno. Le assi sono trattenute da chiodi, raccattati nei cantieri edilizi della zona, cui prima è stata preventivamente asportata la ruggine. La croce sopra la cassa è disegnata con gessetto bianco da scuola.

ANTONELLA: Tutto lì?

FELICE MORTICINI : Cosa voleva signora? Una cassapanca autentica del seicento?

ANTONELLA: E, a palanche, cosa viene a costare quel tipo lì?

FELICE MORTICINI : 200 euro signora.

ANTONELLA: IVA esclusa…

FELICE MORTICINI : Esatto signora, IVA esclusa.

ANTONELLA: A me va bene quella

ALESSIA: Ma non si lamenterà Gabriele, Antonella?

ANTONELLA: Che provi a lamentarsi quella testa di morto lì, che dopo farà i conti con me!

ALESSIA: Ma Antonella, come farebbe a lamentarsi se è morto? E se poi, alla notte, venisse a grattarti i piedi?

ANTONELLA: Digli che ci provi! Da oggi in avanti non mi laverò più i piedi, e, quando mi puzzano, non faccio per dire, scappa indietro pure il gatto!

FELICE MORTICINI: Scusate se v’interrompo signore. Avete delle richieste particolari e di vostro gradimento per il carro funebre? Abbiamo automobili che vanno dalla Limousine alla Ferrari Testa Rossa ovvero carro trainato da pariglia con otto cavalli bardati di nero e poi giù giù fino alla Cinquecento con portabagagli.

ANTONELLA: Lasci perdere il carro funebre signor becchino. Per Gabriele basta una carretta o una carriola…

FELICE MORTICINI : E per l’annuncio sul giornale?

ANTONELLA: Quale giornale?

FELICE MORTICINI : Il Messaggero. A meno che non vogliate pubblicarlo anche su…

ANTONELLA: No no; ne basta solo uno, non vorrei pagare il doppio…

FELICE MORTICINI : Abbiamo dei testi già predisposti… E’ mancato all’affetto dei suoi cari Gabriele Mantellini. Lo piange la vedova inconsolabile…

ANTONELLA: No, stop; al testo ci penso io. Scriva… Finalmente ci ha lasciati Gabriele Mantellini. La vedova allegra lo annuncia a tutta la gente che lo aveva conosciuto e che capiranno che era meglio perderlo che trovarlo…

ALESSIA: Ma Antonella, cosa stai dicendo? Ma non ti sembra troppo?

ANTONELLA: Per quello lì il troppo non esiste! Anzi… scriva, scriva signor Morticini… Non fiori ma opere di bene, per esempio… mortadella, salami, prosciutto e formaggi vari.

FELICE MORTICINI : Ma mi sembra un testo alquanto originale…

ANTONELLA: Perché? Guardi che Gabriele in quanto a originalità non lo batteva nessuno. La testa non ce l’aveva mica tanto apposto, sa… Lasci perdere, lasci perdere il giornale che qui basta Pierina, la fioraia, a farlo sapere a tutti

FELICE MORTICINI: E per la lapide? Che facciamo? Ce l’ha una foto del defunto?

ANTONELLA: Sì, la foto; come dire che Gabriele avrebbe speso dei soldi per andare dal fotografo… Pensi che, quando ha fatto la foto coi compagni alla festa della classe, è venuto così male e così brutto che, quando in casa di qualcuno c’era qualche bambino che faceva i capricci, gli dicevano che, se non avesse smesso subito, gli avrebbero mostrato il muso di Gabriele Mantellini. Stava subito zitto! Pensa Alessia che, per non spendere a farsi fare la foto per la tomba, mi aveva più volte raccomandato di farlo sotterrare con la faccia fuori terra

FELICE MORTICINI : Ma sulla lapide dovremo ben scrivere qualcosa.

ANTONELLA: Non scriva niente. Scriva solo che è morto e basta! E se proprio è necessario scriverci qualcosa… “Qui giace Gabriele Mantellini, nato da pochi, ma onesti genitori e morto troppo tardi”

FELICE MORTICINI : Benissimo signora vedova. Vado a dar disposizioni. La lascio con i miei ossequi. Che la pace sia con voi. (Esce)

ANTONELLA: Cos’ha detto Alessia?

ALESSIA: Con i suoi ossequi.

ANTONELLA: Magari avrà voluto dire… esequie.

ALESSIA: Io adesso vado. Ci vediamo al funerale. Ciao Antonella. Fatti coraggio… Magari è già in paradiso in mezzo ai santi…

ANTONELLA: Per me sta in parte solo ad un unico santo, San Giovese. (Si baciano e Alessia esce).

GABRIELE: (Si leva sul letto e si strofina il collo) Se Alessia con tutti i suoi rosari e le sue chiacchiere non se ne fosse andata mi stava venendo un torcicollo della madonna. Ricordami che domani vado dal dottore…

ANTONELLA: Gabriele, svampito, non raccontare stupidaggini; hai mai visto un morto che va dal dottore?

GABRIELE: E’ vero, hai ragione Antonella, prima bisogna ammalarsi e poi pensa lui a farti crepare… Ma dimmi un po’ Antonella… Cos’è questa storia della cassa? Bell’amore di moglie…

ANTONELLA: Se mai di vedova…

GABRIELE: Bell’amore di vedova! Fatto sta che tu mi infileresti in una cassa di legno marcio e pieno di tarli…

ANTONELLA: Una vale l’altra. O il conte preferisce quella con la televisione a colori, così si lustrerebbe gli occhi con le Veline per l’eternità?

GABRIELE: Però io non riesco a capire una cosa…

ANTONELLA: Sono tante le cose che non capisci Gabriele…

GABRIELE: Ma se portano qui la cassa… poi qualcuno mi dovrebbe infilare dentro…

ANTONELLA: Gabriele, hai mai visto un morto che lo portano al cimitero con la cassa e lui che gli va tranquillamente dietro?

GABRIELE: Ma… ma, se mi mettono nella cassa, vuol dire che prima mi portano al cimitero e poi, magari, mi sotterrano…

ANTONELLA: Questa è bella…Gabriele Mantellini vorrebbe essere inumato nei giardini pubblici… magari vicino ai cessi pubblici… Sta giù, sta giù Gabriele che mi sembra stia arrivando qualcuno (Gabriele corre a ridistendersi su letto)

FRANCESCO ROSICONI: Permesso… Sto cercando la signora Antonella Sabinella.

ANTONELLA: Sono io la signora Antonella Sabinella, lei chi sarebbe?

FRANCESCO ROSICONI: Sono l’agente dell’assicurazione “l’AssiPrevidentiSabina”.

ANTONELLA: Si accomodi subito sulla sedia. E’ seduto bene? Comodo?

FRANCESCO ROSICONI : Comodissimo

ANTONELLA: Gradisce qualcosa da bere? Un caffè? Un amaro Giuliani? Una lavanda gastrica?

FRANCESCO ROSICONI: Nulla signora. Grazie; sto bene così

ANTONELLA: Che bella valigetta che ha…E’ lì dentro che tiene i miei soldi?

FRANCESCO ROSICONI : Quali soldi?

ANTONELLA: Beh, quelle dei morti sotto i camioncini…

FRANCESCO ROSICONI: Mi scusi, ma mi ha preso per uno di quelli che vanno a fare la questua per il due di novembre?

ANTONELLA: No, forse non ci siamo capiti. Mi riferivo ai soldi che dovete dare alle vedove dei defunti. Insomma, quelle signore che hanno fatto l’assicurazione sulla vita dei loro mariti amati, adorati e trapassati… Mi dica una cosa… E’ piena di soldi quella bella valigetta che ha lì?

FRANCESCO ROSICONI: Di soldi no; solo di documenti

ANTONELLA: Quali documenti?

FRANCESCO ROSICONI: Il contratto assicurativo, i premi che sono stati versati

ANTONELLA: E i soldi?… Ah, che stupidina, ho capito; quelli li tiene nel portafoglio. Cosa aspetta a togliere e consegnarmi il mio assegno?

FRANCESCO ROSICONI: Calma, calma; prima dobbiamo fare quattro conti. Verificare, insomma… (Apre la valigetta) Allora… La cifra che le spetta è di 20.000 euro. Le va bene?

ANTONELLA: Capperi se mi va bene!

FRANCESCO ROSICONI: Quanti anni aveva il suo povero marito?

ANTONELLA: cinquantanove

FRANCESCO ROSICONI: Clausola numero 10: La somma viene dimezzata se il defunto non supera i sessantadue anni di età. Allora i 20.000 diventano 10.000

ANTONELLA: Cosa… Cos’è questa storia?

FRANCESCO ROSICONI: Ma come? Non ha letto queste righe scritte sotto il contratto?

ANTONELLA: Quali righe?

FRANCESCO ROSICONI : Queste…

ANTONELLA: Ma per leggere queste righe ci vuole il cannocchiale…

FRANCESCO ROSICONI: Però ci sono e lei ha firmato. Ha avuto delle malattie quest’anno il signor Gabriele Mantellini?

ANTONELLA: In gennaio ha avuto l’influenza…

FRANCESCO ROSICONI: Clausola numero 20: La somma viene dimezzata se il defunto, in corso dell’anno corrente, ha avuto qualche malattia di sorta. Allora i 10.000 diventano 5.000…

ANTONELLA: Per me qui c’è qualcosa che non quadra…

FRANCESCO ROSICONI: Quadra… quadra… Glielo assicuro io che quadra

ANTONELLA: Sempre nelle righe da leggere col cannocchiale?

FRANCESCO ROSICONI: Sempre lì e qui c’è la sua firma.Suo marito ha avuto malattie da piccolo?

ANTONELLA: Gabriele da piccolo ha avuto la …testicolite. Il dottore aveva detto che era orecchione.

FRANCESCO ROSICONI: Gli piacevano gli uomini?

ANTONELLA: A chi?

FRANCESCO ROSICONI: A Gabriele…

ANTONELLA: No.

FRANCESCO ROSICONI: Ma se me l’ha detto lei che era orecchione…

ANTONELLA: Io ho detto solo che aveva avuto gli orecchioni, non che era…

FRANCESCO ROSICONI: Va bé, va bé. Allora; clausola numero 30: In caso di una malattia infantile la somma viene…

ANTONELLA: Dimezzata…

FRANCESCO ROSICONI: No, viene decurtata di 2.000 euro. Allora i 5.000 diventano 3.000. Quanti figli ci sono in famiglia?

ANTONELLA: Uno.

FRANCESCO ROSICONI: Perfetto. Quindi clausola numero 20: In caso di un figlio la somma viene ulteriormente decurtata di 1.500 euro. Allora i 3.000 diventano 1.500. Su questi deve versare l’IVA, l’IRPEF, l’ICI, la tassa sui cani, le spese per la pratica e la marca da bollo. Allora, mi permetta di fare due conti… (Fa strani calcoli ad alta voce) Allora, ho qui il totale

ANTONELLA: E il totale quanto sarebbe?

FRANCESCO ROSICONI: Dovrebbe dare a me 1.500 euro

ANTONELLA: Come… da dare a me… Io a voi?

FRANCESCO ROSICONI: Per forza, i conti parlano chiaro…

ANTONELLA: Allora adesso le parlo chiaro, anzi, chiarissimo io! Imbroglioni, farabutti, avvoltoi, mangiasoldi a tradimento, brutta razza di traditori… Fuori dalla mia casa!

FRANCESCO ROSICONI: Io vado, ma le arriverà l’ufficiale giudiziario…

ANTONELLA: Può venire anche il generale…

FRANCESCO ROSICONI: Ah, dimenticavo… Ci sarebbe anche un’altra tassa …

ANTONELLA: Ah sì? Gliela do io la tassa, anzi, una tazza, una tazza del caffè… (Prende una tazzina e la getta verso l’agente dell’assicurazione Francesco Rosiconi che scappa all’esterno). Imbroglioni, farabutti, avvoltoi, mangiasoldi a tradimento, brutta razza di traditori…

GABRIELE: (Risollevandosi) Allora io varrei proprio così poco…

ANTONELLA: Veramente non hai mai valso nulla… Pensavo che tu potessi valere più da morto che da vivo. Invece…Certo che con la tua pensione potevamo fare la vita da nababbi… Le Ascelle…

GABRIELE: Sechelles, Antonella, Sechelles…

ANTONELLA: Le Maurizio…

GABRIELE: Mauritius, Antonella, Mauritius…

ANTONELLA: Le crociate nei mari del sud…

GABRIELE: Crociere, crociere, non crociate…

ANTONELLA: Sta zitto almeno… Neanche il morto sai fare… Sempre chiusa in casa…

GABRIELE: Però la domenica mattina ti portavo sempre a passeggio…

ANTONELLA: Certo; e dove mi portavi?Allo stadio… a vedere la partita. E a me il calcio neppure piace!

ALESSANDRO: (Entrando. Gabriele si ricompone) Permesso… E’ arrabbiata Antonella?

ANTONELLA: Non ci badi Alessandro, è il dolore…

ALESSANDRO: (Si avvicina al letto) Guardalo qua il mio amico Gabriele… Sembra che dorma… Sembra che sorrida… Sembra che respiri… Era così bravo… Era così buono… E’ proprio vero che, quando la pelle si distende, i morti sembrano più belli… A proposito di morti… Cinque minuti fa ho incontrato Pierina…

ANTONELLA: Buona quella…

ALESSANDRO: Pensi Antonella che ha giocato i numeri di Gabriele… Il morto… 48, l ‘ubriaco… 24, incidente sulla strada… 87 e l’avaro… 53. Dovremmo giocarli anche noi… non si sa mai…

ANTONELLA: Ecco Alessandro. Prendi questi soldi, giocali per me quando ci ripassi

ALESSANDRO: Va bé Antonella. Ah, mi dimenticavo… Ero passato appositamente per dirle una cosa.Pierina mi ha detto che si è sbagliata. Non è stato il tuo Gabriele a rimanere secco sotto il camioncino, ma l’altro Gabriele, Gabriele Laici

ANTONELLA: Ma… Dice davvero Alessandro?

ALESSANDRO: Insomma, così mi ha detto Pierina.

ELISABETTA: Permèsso? Meno male, sono arrivata a tempo a dire il rosario. Dove siete arrivati?

ALESSANDRO: Al sesto mistero.

ELISABETTA : Ma guarda Alessandro che i misteri del rosario sono solo cinque…

ALESSANDRO: Quelli del rosario sì. Il sesto è quello che non riesco a capire come ha fatto a morire Gabriele Mantellini se sotto il camioncino è finito Gabriele Laici…

ELISABETTA : La volontà del Signore è un mistero…

ANTONELLA: Le vie del Signore sono infinite…

ALESSANDRO: Tutte le strade portano a Roma…

ALESSANDRO: Cosa centra Roma, Alessandro?

ALESSANDRO: Non lo so, ma non ho trovato un altro proverbio…

DON STEFANO (IL PARROCO): Permesso… Eccolo qui il nostro Gabriele; sembra un angioletto del paradiso… Brava Antonella, brava; vedo con piacere che gli hai messo la corona fra le mani

ANTONELLA: Si vede proprio, don Stefano, che non lo conosceva bene quando era vivo… Lo lasci dire a me se era un angioletto… Pensi, a dirlo in confidenza… Gabriele era … astemio.

DON STEFANO (IL PARROCO): Come astemio? Ma se trascorreva tutto il santo giorno al bar…

ANTONELLA: Insomma, non credeva nel Signore

DON STEFANO (IL PARROCO): Guarda Antonella che non si dice astemio, ma ateo.

ANTONELLA: Bravo, proprio quella parola lì. E aveva in tasca la tessera del partito comunista perché mi raccontava che lo Stalino e il Lenino dicevano che tutti dovevano essere uguali su questa terra. Insomma che i soldi di chi lavorava dovessero andare a tutti quelli che non lavoravano, o qualcosa del genere…

DON STEFANO (IL PARROCO): Lascia perdere Antonella… Allora, sono passato a dirti che il funerale lo faremo domani alle sei

ANTONELLA: Perché così tardi?

PARROCO: Perché alle quattro facciamo quello di Gabriele Laici. Ci ha lasciati anche lui poveretto. Era così bravo…

TUTTI: Era così buono…

(Don Stefano esce)

ALESSANDRO: Per fortuna Gabriele Laici è crepato sotto il camioncino. Pensate che gli puzzava talmente il fiato che sua moglie non avrebbe mai voluto essere presente nel momento in cui esalava l’ultimo respiro. (Suona il campanello)

ELISABETTA : Sta lì Antonella; vado io a vedere chi c’è. (Esce e rientra con alcuni fogli in mano) Era il postino; ha consegnato questi telegrammi

ANTONELLA: Leggeteli voi che io non trovo gli occhiali

ELISABETTA : Leggine qualcuno anche tu Alessandro. (Gliene consegna alcuni) La Pia Associazione delle Vedove Sconsolate e Consolate porgono alla collega le loro espressioni di cordoglio, assicurandole che la vedovanza non è così brutta come può pensare. A tal uopo comunicano di aver fondato una discoteca denominata “Vedova Allegra Club” aperta ogni sabato e domenica dalle 23 alle 4 del mattino dove sarà possibile incontrare vedovi piacenti e selezionati in base al reddito.

ANTONELLA: Mah, veramente io so solo ballare il valzer e la mazurca. Magari lì ballano solo quelli moderni… No, scartalo, scartalo quello lì

ALESSANDRO: Il Convento dei Frati di San Vagabondo Martire invia la propria offerta per le Messe ai defunti. Una messa 30 euro, due Messe 40 euro, dopo la terza paghi 2 compri 3. Si fanno anche abbonamenti per Messe Perpetue. Il tutto si intende IVA esclusa e senza ricevuta fiscale.

ANTONELLA: Questo va già meglio. Bisognerebbe tuttavia sapere qual è il periodo in cui le messe perpetue sono in offerta, insomma quando fanno il paghi 2 compri 3. La metta in parte Alessandro

ELISABETTA : La rinomata Fioreria il Crisantemo Triste, specializzata per fiori sulle tombe, si rende disponibile a sostituire quotidianamente ai vostri cari estinti un omaggio floreale sulla lapide. Il nostro motto è “Dal campo coltivato al camposanto”. Sono ampiamente disponibili crisantemi d’ogni specie e, per il loro particolare significato, i Nontiscordardime.

ANTONELLA: Stracciare, stracciare subito. Per Gabriele quattro fiori di plastica vanno fin troppo bene

ALESSANDRO: La Premiata Agenzia Matrimoniale Cuori Infranti da Riparare è lieta di offrirle il suo catalogo con nomi e fotografie di agiati e arzilli pensionati ansiosi di lenire la sua solitudine. Si assicurano esenti da AIDS, epatite B, epatite C e tutto il resto dell’alfabeto e sessualmente funzionanti con o senza Viagra.

ANTONELLA: Quelli lì, Alessandro, non sanno che, in quanto a malattie, io sono un’intera enciclopedia.Andrebbe a finire che sarei io ad attaccarle a loro. Stracciare, stracciare subito!

ELISABETTA : La Premiata Ditta La Luminaria Triste si offre di impiantare su ogni lapide una luce che faccia compagnia alla salma nel giorno e nella notte. A secondo del listino di va dal lumino semplice, alla finta fiamma, al faretto, al lampione finto ottone fino all’impianto completo di luci psichedeliche da discoteca.

ANTONELLA: Mancherebbe anche quella! Riesco sì e no a pagare la bolletta della luce della casa… Un bel niente; sta al buio, come le strade che faceva di notte quando tornava a casa ubriaco fradicio

ALESSANDRO: Il famoso Medium Funesto Sepolcrini, Diplomato in Stregoneria e in Magia nera e a colori, per il modico compenso di 200 euro si rende disponibile a venire al suo domicilio per una seduta spiritica per farle ricomparire il suo defunto e compianto marito. Gli potrà sicuramente parlare e, magari, riabbracciare.

ANTONELLA: Questo non solo lo stracciamo, ma lo bruciamo subito! Mancherebbe solo di rivederlo anche dopo morto! Abbracciare? Ma quando mai mi ha abbracciato quel salame. Pensate che una volta stavo per svenire e mi sono diretta verso la sedia per sedermi. Lui era proprio lì davanti a me, ma, invece di prendermi stretta ed assistermi, è scattato come un grillo per riuscire a togliere il cappello dalla sedia per paura che glielo rovinassi…

ALESSANDRO: Bèh, allora io me ne vado. Devo assistere la Peppina …

ELISABETTA : Assistere la Peppina ?

ALESSANDRO: Sì, assistere la Peppina , la mia mucca che mi deve fare il vitello. Allora ci vediamo domani alle cinque. Però prima corro da Pierina, Antonella, per fare la… commissione.(Esce)

GABRIELE: (Risollevandosi) 48, l ‘ubriaco… Cos’è questa storia?

ANTONELLA: Storia? Macchè storia; è la sacrosanta realtà! Mezza pensione prende la strada del bar! Il vino ti fa morire lentamente…

GABRIELE: Veramente io non ho fretta… 24, incidente sulla strada…

ANTONELLA: Meglio sulla strada che in ospedale con la cirrosa pallida! E poi… la morte sulla strada… rende di più!

GABRIELE: 87 l’avaro… Avaro a me?

ANTONELLA: Più avaro di Paperon dei Paperoni; e magari tu fossi davvero Paperon dei Paperoni. Almeno farei il bagno nelle monete d’oro…

GABRIELE: E magari ci annegheresti dentro… Magari! Che bella morte…

ANTONELLA: No monete, no morte. Tièh!

(e si rivolge verso il pubblico facendo il gesto dell'ombrello, mentre il sipario si chiude lentamente)





TERZO ATTO


DON STEFANO (IL PARROCO): (Entra con Fulvio, il chierichetto. Gabriele si riposiziona) Permesso… Come va Antonella? Sono ripassato per portarti ancora qualche parola di conforto religioso e una bella benedizione al tuo Gabriele. Dai Fulvio, tira fuori il secchiello dell’acqua santa

FULVIO: Non vede signor parroco? E’ qui, attaccato alla mia mano. Basta parlare…

DON STEFANO (IL PARROCO): Tu… Questo, più che un chierichetto è un chiacchieretto. O lo vuoi fare tu il parroco?

FULVIO: Io, o il papa o niente!

DON STEFANO (IL PARROCO): Dai, dammi questo benedetto secchiello e che sia finita. (Il chierichetto porge il secchiello) E l’affare per benedire? L’aspersorio?

FULVIO: Capperi! L’ho dimenticato in sacrestia. Insomma, aveva così fretta… Un’altra volta, al posto di un chierichetto, si trovi un cane da caccia che con quello le cose le troverà subito

DON STEFANO (IL PARROCO): E adesso come facciamo?

FULVIO: Si potrebbe usare un… pennello; quello innaffierebbe meglio. Non avete per casa un pennello donne?

ANTONELLA: (Lo toglie da un cassetto) Pronti.

DON STEFANO (IL PARROCO): Allora, dove eravamo rimasti?

FULVIO: Veramente non siamo nemmeno partiti

DON STEFANO (IL PARROCO): (Facendo ampi gesti di benedizione) Adiutorium Domini in nomine Domini…

ALESSIA: Certo che deve essere speciale quell’acqua qui…

DON STEFANO (IL PARROCO): Perché, cosa avrebbe di speciale quest’acqua santa?

ELISABETTA : Forse sbaglierò, ma a me sembra dolce…

ANTONELLA: Anche a me sembra dolce…

DON STEFANO (IL PARROCO): (La assaggia) Ma questa è… Ma questa è…

FULVIO: E’ gazzosa signor parroco

TUTTI: Gazzosa?

FULVIO: Sì, gazzosa. Vede signor parroco, prima di uscire dalla sacrestia, mi sono dimenticato di metterla nel secchiello e, quando siamo giunti in strada, mentre lei parlava con Pierina, la fioraia, delle notizie fresche, ho fatto le scale di corsa, sono andato in cucina e l’ho riempito di gazzosa. Ma non mi aspettavo che Elisabetta mi facesse fare tombola. Ma insomma donne, non sapete che quando si prendono le benedizioni bisogna tenere la bocca chiusa? Certo che devo insegnarvi proprio tutto…

DON STEFANO (IL PARROCO): (Gli da uno scapaccione) Chiudila tu quella boccaccia invece! Stasera racconto tutto a tuo padre

FULVIO: Allora prima vengo a confessarmi

DON STEFANO (IL PARROCO): E perché dovresti confessarti?

FULVIO: Le confesso che ho messo nel secchiello la gazzosa al posto dell’acqua santa e lei, siccome è legato al segreto professionale, non potrà più dirlo a mio padre

DON STEFANO (IL PARROCO): Con te faremo i conti più tardi. Ascolta Antonella, a me sembra che quella di Gabriele sia una morte piuttosto inspiegabile… Ma non s’era mai fatto dare un’occhiata dal dottore?

ANTONELLA: Sì, il mese scorso gli era venuta la pancia gonfia. Ma quando è tornato ha detto che dal nostro medico non si sarebbe mai più fatto vedere. Piuttosto, in caso di assoluto bisogno, sarebbe andato a farsi visitare dal veterinario

ELISABETTA : Perchè Antonella?

ANTONELLA: Perché l’ha fatto rimanere male. Entra in ambulatorio, si fa visitare e il dottore gli dice che ha la… cittosa pallida.

ELISABETTA : Che malattia è?

DON STEFANO (IL PARROCO): Ma no, avrà detto cirrosi apatica. Viene spesso anche a chi beve e, quando beveva, Gabriele non stava certo indietro

ANTONELLA: E allora lui, un po’ spaventato, gli ha chiesto: “E cosa dovrei fare per guarire?” E il dottore: “Prova a fare i bagni con i fanghi”.“E dopo guarisco?”.“Guarire no, ma ti abituerai a stare sotto terra”.

DON STEFANO (IL PARROCO): Ad ogni modo la morte non deve far paura perché, dopo, tutti voleremo in paradiso

FULVIO: Signor parroco, come farà Gabriele Laici a volare in paradiso?

DON STEFANO (IL PARROCO): Cosa centra Gabriele Laici?

FULVIO: Accidenti… Pesa centoventi chili… Per andare in paradiso dovrebbe prendere l’elicottero, quello dei trasporti eccezionali

DON STEFANO (IL PARROCO): Elicottero o no, non dobbiamo aver paura della morte

FULVIO: Io, don Stefano, non ho per niente paura di morire. Però non vorrei essere lì presente quando succede…

DON STEFANO (IL PARROCO): Quando moriremo diverremo tutti polvere.

FULVIO: Tutti no, perché quando muore un esquimese là dove fa così freddo, come minimo, invece di polvere, magari diventa una granatina…

DON STEFANO (IL PARROCO): Finiscila di contare sciocchezze! Dai che diamo l’estremo saluto al povero Gabriele. (Si dispongono attorno al letto) Signore, tu che sei la bontà infinita, quando il nostro Gabriele verrà al tuo cospetto, chiudi un occhio, anzi due e, magari, mettici sopra anche una benda per non guardare quello che ha combinato in vita e lascialo entrare nel regno dei cieli. Amen.

TUTTI: Amen.

ELISABETTA : Signore, tu che sei buono come il pane e magari come la Nutella, quando Gabriele arriva dalle tue parti, chiuditi il naso con due tappi di sughero e, magari, con la molletta dei panni e fa finta di non sentire il suo fiato che puzza dell’odore del vino e della grappa. Magari inondalo di deodorante e lascia entrare anche lui nel regno dei cieli. Amen.

TUTTI: Amen.

ANTONELLA: Signore, quando il mio Gabriele sarà arrivato da te dopo non so quante migliaia di anni di purgatorio, cerca di tenerlo su e di non mollarlo anche se dovesse tirare giù un bestemmione di quelli che gli scappavano quando era ubriaco. Almeno, da quelle parti, non penso che ci siano le osterie e chissà che, dopo morto, diventi più intelligente, meno ubriacone e meno avaro. E, già che ci sei, dammi una mano per uscire da questa situazione. Per tutti i secoli dei secola. Amen.

TUTTI: Amen. (Si raccolgono in meditazione con la testa fra le mani)

GABRIELE: (Fa uno sbadiglio e, stiracchiandosi, si leva sul letto). Ho proprio fatto una bella dormita… (Reazione di terrore degli astanti) Che ora è? Magari i miei amici sono già tutti all’osteria che mi stanno aspettando. E voi che fate lì? E’ la prima volta che mi trovo attorno tutta la servitù quando mi sveglio…

ANTONELLA: (Fingendo gran meraviglia) Miracolo! Miracolo! Il mio Gabriele è come il Lazzaro! Crepato e resuscitato!

(Il prete benedice a destra e a manca)

ELISABETTA: Mah… mah… Ma sei sicura Antonella che tuo marito fosse davvero morto?

ANTONELLA: Insomma Elisabetta, quando sono arrivata in questa stanza era allungato per terra. Gli ho messo un orecchio sul cuore… (mette la mano sul petto a destra), ho sentito che non batteva più e ho pensato che fosse morto per intossicazione alcolica

DON STEFANO (IL PARROCO): Ma Antonella, sconsiderata, guarda che il cuore è a sinistra, non alla destra dove l’hai ascoltato tu…

ANTONELLA: Guarda che io non faccio il dottore di mestiere altrimenti non so quante volte l’avrei avvelenato io quel Lazzaro qui. Anzi, più che Lazzaro, lazzarone!

GABRIELE: La volete smettere di cianciare? Nessuno ha pensato di prepararmi un caffè?

DON STEFANO (IL PARROCO): Io, veramente, ho preparato l’acqua santa…

FULVIO: Veramente era gazzosa…

ELISABETTA : Allora Antonella puoi ancora lavarti i piedi…

ANTONELLA: Perché posso ancora lavarmi i piedi?

ELISABETTA : Beh, ora a grattarteli non verrà più di sicuro…

ALESSANDRO: (Precipitandosi in casa assieme a Alessia) Antonella! Antonella! Antonella! Un miracolo! E’ successo un miracolo!

ANTONELLA: Calmati Alessandro; lo sappiamo già. E’ resuscitato Gabriele

ALESSIA: (Vedendo Gabriele) Ma… ma… ma… ma…

ELISABETTA : Ti si è rotto il disco Alessia?

ALESSANDRO: Ma cos’è questa storia?

ALESSIA: E’ stato lei don Stefano a fare il miracolo della resurrezione di Gabriele? Il nostro parroco è un santo, peggio ancora, un angelo, peggio ancora, un serafino, peggio ancora, un cherubino, peggio ancora …

DON STEFANO (IL PARROCO): Smettila, donna di poca fede!

ANTONELLA: E quale sarebbe Alessandro quel miracolo di cui parlavi quando stavi entrando?

ALESSANDRO: Non mi ricordo più… Ah, l’emozione! Anzi sì; Antonella, tieniti forte

ANTONELLA: Mi tengo forte…

ALESSANDRO: Hai il cuore apposto?

ANTONELLA: Fino a due minuti fa’ stava battendo ancora. Fammi sentire… (Mette la mano sul petto a destra)

DON STEFANO (IL PARROCO): Sulla sinistra, Antonella, sulla sinistra…

ALESSANDRO: Lo sai Antonella che hai fatto una quaterna secca con in numeri di Gabriele?

ANTONELLA: (Si emoziona) Una… Ho capito bene? Una… qua… qua… qua…

GABRIELE: Sei diventata un’oca Antonella?

ANTONELLA: Una quaterna? E avrei vinto…

ALESSANDRO: Quasi 200.000 euro!

ANTONELLA: Qua… qua… qua…

ALESSIA : Hai ragione Gabriele… Per l’emozione crede di essere diventata un’oca…

ANTONELLA: Qua… quasi …due… cen… 200.000 euro? Madonna mia il mio cuore! Ha ragione signor parroco; questa volta lo sento davvero a sinistra… Signore aiutami… Mi sento… Mi sento… Mi sento che sto… per… morire. (Si accascia al suolo)

GABRIELE: Vuoi vedere che stavolta è toccato davvero alla Antonella? (La sollevano e la mettono sul letto e risistemano attorno fiori, candele, ecc..) Antonella, Antonella… Guardami Antonella; ti prego… Non vorrai lasciare qui il tuo Gabriele con 200.000 euro… Come farò a berli tutti da solo?

TUTTI: (Recitando a soggetto, mentre il prete benedice) Che disgrazia… Era così buona… Era così brava… Sembra che dorma…

ANTONELLA: (Sollevandosi piano piano) No Gabriele. Questa volta il Lazzaro lo faccio io. Pensavi di spendere tutti quei soldi all’osteria… Invece no! Quei soldi sono miei, appena miei…

GABRIELE: Ma sei ancora viva Antonella?

ANTONELLA: Preferisco morire piuttosto di darti la soddisfazione di vedermi morta. E non avrai certo nemmeno la soddisfazione di fare il vedovo allegro con le mie palanche…

GABRIELE: Ma guarda Antonella che i numeri, per quello che mi è sembrato di capire, sono quelli della mia morte…

ANTONELLA: Non importa! I soldi per giocare al lotto erano miei, quelli della mia pensione. (Scende dal letto) Ma, ascoltami bene Alessandro, sei proprio sicuro sicuro che quella bella sommetta l’ho vinta proprio io?

ALESSANDRO: Veramente… a me l’ha detto …Pierina

TUTTI: Chi?

ALESSANDRO: (Urlando) Pierina, la fioraia…

(Tutti si mettono disperatamente le mani nei capelli imprecando verso Pierina)

Tutti: Pierina è una gran pettegola, Antonella allora non hai vinto nulla…..

GABRIELE: Madonna mia!

ANTONELLA: Pierina, ancora lei quella disgraziata!

ALESSIA: Bugiarda e pettegola…

ELISABETTA: Raccontafrottole e falsa…

FULVIO: Impicciona e invadente…

DON STEFANO (IL PARROCO):

Poverina, poverina. Ha solo un difetto. Parla troppo.La possino….benedire!!!(e si rivolge verso il pubblico benedicendolo)

FINE