mercoledì 12 agosto 2009

Caro prezzi




C’è molto vento oggi a Ostia.

Mentre entro a casa, rifletto.

Un'estate calda per i prezzi e adesso sta per arrivare anche un autunno incandescente?

Con questo non voglio dire che vedo il diavolo, la bocca dell’inferno o i quattro cavalieri dell’Apocalisse e tutti gli orrori dell’aldilà.

Né che sto attraversando un periodo in cui sono in una fase molto spirituale, nella quale mi dedico alla yoga e alla meditazione o al buddismo tibetano.

Né faccio uso di droghe.

No, ho solo letto il giornale.

Cosa ho letto?

Della recente altalena dei prezzi.

La benzina, a giugno aveva toccato dei picchi altissimi ma a luglio il prezzo è sceso del 2\%, anche se è salito quello del gasolio: +0,9\%.

Adesso nuovo allarme viene dai prezzi dei generi alimentari.

Dal 2001 i costi erano rimasti quasi stabili.

Ora l'impennata di alcuni beni primari: l'acqua più 14,7\%, (circa 20 euro all'anno).

Il latte sale dall'8 al 12\% e così i suoi derivati.

Mentre il costo del pacco da mezzo chilo di pasta passerà da una media di 60 a 75 centesimi il pane è aumentato, come burro, il caffè, i formaggi.

Apro la porta.

Si avvicina Simonetta. “Pulisciti i piedi” mi dice.

Detto ciò, torna in sala da pranzo abbandonandomi ai miei pensieri.

Dopo essermi pulito i piedi sullo zerbino, la seguo. “E’ meglio che andiamo di là, in cucina” dice.

“Cosa c’è?” mi chiede.

“Bè, è proprio questo il punto, vedi” replico. “Siccome finora pensano di averci tassato poco, si rifanno ora con le bollette. Si comincia con quelle della luce e del gas che, dal primo ottobre, registreranno un aumento rispettivamente dell'1,9\% e dell'1,7\%. Significa che si dovranno sborsare in più all'anno 23 euro di cui 8 euro in più per l'elettricità e 15 euro in più per le spese di gas. Tutto riconferma che l'Italia è uno dei Paesi più cari d'Europa.”

“C’è dell’altro?” chiede Simonetta, offrendomi una tazzina di caffè.

“Oh, sì.” continuo “Secondo le associazione dei consumatori una famiglia alla fine di quest'anno avrà speso in media 1.098 euro in più rispetto al 2008. Anche la birra aumenta: l'orzo (la base del malto), infatti, è salito del 40\% in 12 mesi. Come non bastasse raddoppiano i costi per la revisione dell'auto, un'operazione che ogni anno coinvolge 12 milioni di autoveicoli. Lo ha denunciato l'Adiconsum, spiegando che in seguito alla decisione del ministro dei Trasporti che ha accolto le richieste degli artigiani, il costo della revisione passa da 25 a 45 euro più Iva. In pratica, considerando l'Iva, un raddoppio del costo dell'operazione”concludo.

“Non è male” risponde lei, sarcastica.

“Lascia stare. Sono arrabbiato e basta”.

Simonetta mi guarda.

Io sono fumante di rabbia.

E’ ovvio che non riuscirà a farmi parlare ancora del caro prezzi.

Non questo pomeriggio e forse mai più.

“Senti, Mario, so come ti senti. Mi sento male anch’io.”

“Okay, Simonetta, sul lavoro ho qualche problema. Lo ammetto. E ora ci si mette pure il caro prezzi".

“Questo è vero” conferma lei. “Ma la vita non va sempre secondo le regole.”

Poi scoppia a ridere, aggiungendo: “Cosa vuoi fare, allora, caro il mio Don Chisciotte lidense?”

“Non lo so” replico “Credo di non poter fare nulla.

Lei riflette un istante. “Chi se ne importa!” esclama e finisce il suo caffè.

“Allora usciamo a fare una passeggiata sul lungomare”.

La ringrazio per la sua disponibilità ed esco di nuovo nel vento.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

venerdì 7 agosto 2009

Zaia, un ministro in gamba


Dopo l'olio, anche il latte, i formaggi e lo yogurt potrebbero avere la carta d'identità. La proposta è stata avviata formalmente dall'Italia con un decreto del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia volto a introdurre l'obbligo, in Italia così come in Europa, di tracciabilità dei prodotti lattiero-caseari e il divieto d'impiego di proteine, “quale tutela delle scelte di acquisto dei consumatori - ha detto il ministro - e strumento di valorizzazione della qualità e sicurezza delle produzioni italiane che solo col formaggio valgono 6 miliardi di euro”. Sui nostri scaffali un prodotto lattiero-caseario su due è straniero, ha detto Zaia, e il consumatore ha diritto di sapere la provenienza di quel formaggio e del latte sterilizzato a lunga conservazione, Uht, pastorizzato microfiltrato oppure ad elevata temperatura. L'Italia produce 10,5 milioni di tonnellate di latte e ne importa 8 milioni. “Di fronte a questi dati - ha osservato il ministro - abbiamo l'obbligo di dare risposte ai produttori, circa 39 mila aziende, e ai consumatori che ignari possono acquistare prodotti di provenienza estera. Succede in Italia e succede in Europa. Ma è l'Italia - ha sottolineato il ministro che pone il problema per tutta l'Europa e va a Bruxelles per chiedere che si faccia chiarezza, pena il divieto di commercializzazione. Come fatto per l'olio, e secondo il principio di trasparenza finalmente riconosciuto nel Libro Verde dal Commissario Ue Mariann Fischer Boel”. Nella nuova battaglia in sede comunitaria Zaia intende consolidare un'alleanza con Francia e Spagna, ma è consapevole della strada in salita perché si tratta di “una rivoluzione copernicana; avremo magari qualche nemico in più, ma restiamo dalla parte delle imprese e dei consumatori”. Sul latte e i suoi derivati, ha detto il ministro italiano, “siamo fuori mercato sui costi, perciò la nostra battaglia è sulla qualità. Anche perché il 72% dei consumatori dichiara di poter spendere di più per avere la certezza dell'origine dei prodotti alimentari. E non è un caso - ha ricordato Zaia - che la spesa presso i farmer's market rappresenta il 10% della spesa alimentare italiana, e che cresca dell'11% il biologico e dell'8% il tipico”. Il settore lattiero caseario è in crisi in Italia e all'estero, tuttavia l'ultima campagna di produzione, ha annunciato Zaia, ha decimato il nostro comparto con la chiusura di 1686 unità. E la proposta di obbliga di indicazione della provenienza del latte, su cui l'Unione Europea ha sei mesi per pronunciarsi, “può essere la soluzione - ha concluso Zaia - del contenzioso sulle quote latte, che vede quest'anno l'Italia risparmiare oltre 120 milioni di euro di multe”. Zaia, un ministro che si sporca le mani e i piedi con la terra. Un Ministro che non dice, fa. In 15 mesi ha reso l’agricoltura italiana da cenerentola a prima attrice diventando, egli stesso, involontariamente ma a pieno titolo, primo attore lui stesso; tanto da essere inserito nel documentario “Terra Madre” di Olmi. Dinamico e combattivo, ascolta gli agricoltori, conosce l’agricoltura e si batte su obiettivi precisi, cercando di raggiungere ciò che si prefissa in sede nazionale e internazionale.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)