mercoledì 30 settembre 2015

Truffa tedesca, fine di un’egemonia


Truffa tedesca, fine di un’egemonia

Lo scandalo Volkswagen è una truffa commerciale e non un disastro ambientale. Non è un fatto irrilevante se le auto diesel Volkswagen inquinano un po' di più di quanto dichiarato. Però questo non è un evento catastrofico dal punto di vista ecologico, ma lo è certamente dal punto di vista finanziario. Ora i tedeschi, da sempre abituati a dare lezioni di rigore e di rispetto delle regole agli altri, dovrebbero riflettere sul fatto che il loro trucchetto per superare controlli e risparmiare soldi ha danneggiato il settore del diesel a vantaggio, probabilmente, dei piccoli motori turbo a benzina, delle macchine elettriche e delle auto a gas. In ogni caso questa truffa segna la fine di una supremazia che non ha avuto la forza di trasformarsi in reale egemonia, avendo la Germania scaricato sugli altri Paesi, come l’Italia e la Spagna, il costo delle proprie contraddizioni interne. Di tutto ciò, la Merkel deve prendere atto al più presto e comportarsi di conseguenza.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)

giovedì 24 settembre 2015

La magia di Ostia nell’incantevole Borghetto dei Pescatori


La magia di Ostia nell’incantevole Borghetto dei Pescatori

 

 

Ad Est di Ostia, tra il mare e la pineta di Castel Fusano, sorge il caratteristico "Borghetto dei Pescatori".

 

Il Borghetto nacque al’inizio del Novecento, quando un gruppo di pescatori di origine napoletana si insediò a ridosso del Canale di Castel Fusano, costruito in età romana (356 a.C.) per drenare il terreno paludoso ed ottimizzare lo sfruttamento delle saline litoranee.

 

Questi pionieri, ai quali successivamente si aggiunsero altre comunità provenienti da Anzio, Minturno e dalle coste pugliesi, costruirono il primo nucleo di un villaggio di rudimentali casupole in legno poggiate sulla sabbia.

 

Successivamente furono realizzate una serie di infrastrutture che permisero il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita delle comunità di pescatori.

 

Il villaggio primitivo fu sostituito da un piccolo borgo (ufficialmente inaugurato il 4 aprile del 1933) caratterizzato da un agglomerato di case basse costruite attorno ad una piazzetta centrale, dove fu posta anche una deliziosa chiesetta dedicata a S. Nicola di Bari, protettore dei pescatori.

 

Agli abitanti del borghetto la "Pia Associazione di San Nicola nella Basilica di Bari" donò una statua raffigurante San Nicola di Bari, protettore dei pescatori, scolpita nel marmo di Trani

 

Di fronte al borghetto fu poi costruita una darsena per l’attracco delle barche da pesca e da diporto.

 

Sul finire degli anni Trenta fu costruito, immediatamente a monte della darsena, un fabbricato composto da un ambiente adibito a magazzino per il deposito dei carburanti, un’officina per le riparazioni dei natanti ed un alloggio per il guardiano.

 

Il Borghetto dei Pescatori oggi è un luogo magico abitato dai discendenti dei primi abitanti del villaggio che proseguono le antiche tradizioni marinare del litorale.

 

Mentre il fabbricato della darsena, recentemente restaurato, è destinato a “Casa del Mare” dell’Area Marina Protetta delle Secche di Tor Paterno.

 

Ogni anno alla fine dell'estate nel Borghetto si svolge la "sagra della tellina", esempio di manifestazione popolare che richiama numerose persone provenienti dalla città e dalle zone limitrofe.

Inoltre da qualche settimana sono iniziati i lavori di dragaggio del Canale dei Pescatori.

 

Un’operazione ormai necessaria, considerato il ricorrente fenomeno dell’insabbiamento della foce del canale.

Infatti il  canale da anni è alle prese con l'insabbiamento che  non consente alle imbarcazioni di entrare ed uscire.

Le conseguenze dell’insabbiamento coinvolgono sia gli abitanti della zona, a causa dei possibili allagamenti delle loro case, sia ovviamente i pescatori - limitati nelle loro uscite in mare - e i concessionari dei rimessaggi.

Però i lavori per il dragaggio del Canale dei Pescatori stanno andando a rilento per cui gli operatori ittici cominciano ad essere preoccupati, e chiedono a gran voce alle autorità competenti di risolvere in maniera definitiva questa questione dell'insabbiamento che ormai da anni è causa dell'impossibilità di uscire in mare per i pescatori.

Chiedo una maggiore attenzione per il canale attraverso una manutenzione costante (dragaggio) durante tutto l'anno, in attesa della realizzazione del prolungamento dei moli, utili per eliminare il fenomeno del cosiddetto “rigurgito” delle acque. I moli sarebbero infatti la soluzione definitiva all'insabbiamento.

A mio avviso le istituzioni non debbono abbandonare un canale che con il suo caratteristico borghetto costituisce una delle bellezze di Ostia.

Del resto chiedo di riqualificare il Borghetto ed il Canale sia perché sono di Ostia e sia perché il mio figlio più grande, Gabriele, è intenzionato a trasferirsi proprio nel borghetto dei pescatori, appena avrà risolto i suoi problemi lavorativi (…e trovato l’anima gemella…).

Del resto questo potrebbe essere proprio il momento giusto: infatti al Borghetto dei Pescatori di Ostia a due passi dal mare è attualmente in costruzione un complesso residenziale che prevede la costruzione di nuove case ecologiche costituite da appartamenti e villini a schiera.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)

mercoledì 23 settembre 2015

SOLIDALE CON ISRAELE


Solidale con Israele

 

Quando si parla di questione mediorientale e di Palestina non viene quasi mai detto che Israele è l'unico Paese di quell'area che si possa considerare un'autentica democrazia, dove si svolgono cioè libere elezioni e dove i governi e le loro scelte sono sottoposte al giudizio e al voto dell'opinione pubblica, senza condizionamenti o vincoli di sorta e dove i cittadini possono pubblicamente esprimere il loro dissenso.

 Inoltre il potere giudiziario è indipendente dal potere politico.

 Negli altri Paesi dell'area, tutti in larga parte nemici storici di Israele, prevalgono invece logiche di casta o regimi autoritari e la democrazia parlamentare non esiste.

Infatti se a Tel Aviv puoi cambiare un governo andando a votare, a Tunisi e al Cairo c’è stato bisogno di rivoluzioni di piazza. Non è una differenza di poco conto.

Del resto le radici del conflitto arabo-israeliano risalgono al 1947, quando l'Assemblea dell'ONU vota la delibera che, spartendo la Palestina tra arabi ed ebrei, dà luogo alla creazione del nuovo stato d'Israele.

Qui si riversano quindi i migliaia di ebrei scampati alle recenti persecuzioni naziste. Il conflitto infatti riguarda la creazione del movimento sionista e la successiva creazione del moderno Stato di Israele, avvenuta nel 1948, nel territorio considerato dagli arabi appartenente ai palestinesi, e che invece il popolo ebraico considera la sua patria storica.

Il conflitto é iniziato come uno scontro politico su ambizioni territoriali a seguito della decimazione dell'impero ottomano; infatti a partire dal 1880, gruppi di ebrei europei, per vari motivi ma anche a causa delle persecuzioni nell'est europeo, emigrarono in Palestina dove stabilirono alcune colonie e fondarono il movimento Sionista, da cui presero il nome di sionisti.

Questo conflitto si è poi tramutato nel corso degli anni da conflitto arabo-israeliano ad un più regionale conflitto israelo-palestinese.

La convivenza tra i due popoli è difficile.

Il medio oriente è stato, dal dopoguerra a oggi, una delle zone più instabili del mondo.

Da una inchiesta emerge che molti israeliani vogliono la pace con i palestinesi.

Ma la pace la vogliono anche i palestinesi, educati dai loro capi dall’infanzia ad odiare gli ebrei?

La pace non nasce dall’odio.

Non mi piace l’ambiguità attuale e il comportamento di persone che oggi si ritengono pacifisti a senso unico. Infatti anti sionismo e antisemitismo sono di fatto la stessa cosa. Del resto Israele ha il dovere come ogni altra Nazione di proteggere il suo popolo. Israele combatte per la sopravvivenza.

Ma la sopravvivenza di Israele è la nostra, perché Israele è un’isola di Occidente incastonata in un mondo per lo più ostile.

Gli Ebrei, difatti, sono sempre stati un popolo perseguitato nella storia.

Renzi ha detto che la Shoah è parte integrante della nostra identità di italiani ed europei. Ecco perché anche io sono solidale con Israele.

 

Mario Pulimanti (Ostia-Roma)

lunedì 21 settembre 2015

Sì alla settimama corta a scuola


Sì alla settimana corta a scuola

 

 Io sono favorevole all'introduzione della settimana corta a scuola. In questo modo, infatti, si allinea la scuola al resto della società che, con l'ovvia esclusione del commercio e di una serie di servizi pubblici, è già in larga parte organizzata sulla settimana lavorativa di cinque giorni. Inoltre la settimana corta a scuola rappresenta un bene sia dal punto di vista familiare (più tempo a disposizione da condividere per genitori e figli) sia dal punto di vista funzionale, dato che spesso ci sono assenze al sabato a causa di impegni sportivi o di altro genere. Infine non vanno dimenticati i risparmi che derivano dall'adozione della settimana corta che di questi tempi non è un aspetto da sottovalutare. Mi sorge però un dubbio: non è che nei due giorni gli studenti verranno sovraccaricati di compiti?

 

Mario Pulimanti (Ostia-Roma)

venerdì 18 settembre 2015

Metro di OSTIA pessima


La metro di Ostia funziona molto male. E, nonostante impegni e dichiarazioni d'intenti, la condizione in cui noi pendolari della Roma_Lido siamo costretti a viaggiare, tra ritardi e soppressione delle corse, sembra essere immutabile: trattati alla stregua di buoi e caricati su carri buoi. Con scarso o nessun rispetto per le persone Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

martedì 15 settembre 2015

La crisi europea ha causato l’impoverimento del ceto medio


La crisi europea ha causato l’impoverimento del ceto medio
 
La crisi capitalistica in Europa, ormai cronica, ha causato l impoverimento del ceto medio. Le istituzioni europee hanno infatti sbagliato operando, sin dall’inizio della crisi, con lo scopo principale di stabilizzare e mettere in sicurezza il sistema finanziario internazionale (banche private e altri operatori finanziari). Del resto il denaro viene creato per monetizzare i salari; nel momento in cui i salari non ci sono più nella forma della contrattazione e dell’ubicazione della classe operaia, si aprono le porte a una integrazione della liquidità che va da tutte le parti, che crea rendite e reddito non nella forma di leva del consumo ma come ricchezza improduttiva, molto concentrata nelle classi alte. A questo punto sarebbe opportuno che l’Europa si decidesse ad introdurre un nuovo sistema monetario in grado di sostenere una spesa pubblica capace di assicurare diritti assoluti di cittadinanza, come interi campi della sussistenza e della riproduzione sociale indipendenti da qualsiasi razionalità di mercato.
 
Mario Pulimanti (Ostia-Roma)
 

lunedì 14 settembre 2015

Troppe società municipalizzate


Troppe società municipalizzate

Una società democratica si regge su un equilibrato rapporto tra potere pubblico e poteri privati.

In Italia c’è però una grande presenza di interessi pubblici nel sistema delle cosiddette municipalizzate o della tante partecipazioni che ruotano intorno a Comuni e Regioni.

Ritengo che sia necessario ridurre l’eccessivo potere pubblico, facendo uscire Stato, Regioni e Comuni da settori di attività in cui la loro presenza non è affatto necessaria, lasciando le aziende municipalizzate che funzionano e sopprimendo quelle che invece sono solo un parcheggio per esperienze politiche che non funzionano più. E se ciò fosse stato già fatto, probabilmente oggi avremmo qualche inutile società  municipalizzata in meno.

Del resto ottomila aziende pubbliche controllate dai Comuni sono troppe.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

venerdì 11 settembre 2015

Renzi imiti Bergoglio


Renzi imiti Bergoglio

Papa Francesco ha smantellato il "mercato" dell'annullamento dei matrimoni, introducendo principi assolutamente innovativi, come la gratuità e la rapidità dei processi, smontando così un sistema che resisteva da tanti secoli.

Considerato che, tra l’altro, Papa Francesco recentemente ha anche dato ai pm carte sullo Ior, ha tagliato le proprie spese e ha decapitato la curia, sono sempre più convinto, a questo punto che Renzi dovrebbe trarre qualche insegnamento dalla cultura di governo di Bergoglio.  

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

mercoledì 9 settembre 2015

L’Isis non ha nulla a che fare con l’Islam


L’Isis non ha nulla a che fare con l’Islam

 

Prima si emigrava per cercare un lavoro, mentre ora da molti paesi si fugge soprattutto dalla cultura del terrore che l'Isis sta imponendo in aree sempre più vaste di Africa e Asia. L’Isis infatti sta  spingendo  migliaia di persone verso l'Europa. Ritengo che i terroristi dell’Isis non abbiano nulla a che fare con l’Islam, perché le prime vittime delle loro azioni sono proprio i musulmani, dai sunniti agli sciiti. In realtà l’Isis non è un fenomeno naturale ma è figli proprio delle scelte fatte dall’Occidente, di guerre fatte per procura, di strategie sbagliate che continuano a fare disastri e morti in un’area che vive di equilibri fragilissimi. Sono anche convinto che il califfato sia finanziato dai paesi che dovrebbero tutelare l'Occidente ma che invece per proprio tornaconto, e quello delle industrie belliche, lo pugnalano alle spalle. Tanto è vero che gli Stati Uniti condannano l’Isis, ma non sono in grado di fermare il finanziamento di cui gode l’Isis con soldi che arrivano proprio dagli americani. Gli Usa hanno dovuto fugare l’impressione di sostenere economicamente il gruppo per perseguire i propri interessi; per questo hanno lanciato un’offensiva in Iraq, ma non in Siria. In ogni caso l’Occidente e i paesi del Golfo hanno una grande responsabilità. Del resto l’Europa non è riuscita a governare processi di sviluppo e politiche di cooperazione a seguito delle cosiddette primavere arabe. L’Europa é debole anche a causa di una crisi che ha messo a rischio lo stesso futuro del vecchio continente.

 

Mario Pulimanti (Ostia-Roma)

 

La Spagna è ora più forte dell’Italia


La Spagna è ora più forte dell’Italia

 

In Spagna l’effetto della crisi si é sentito meno forte che da noi perché la Spagna è uscita dalla crisi meglio dell’Italia avendo attuato le riforme minime richieste dalla Commissione europea e ridotto il costo del lavoro.

C’è anche da dire che la riforma del lavoro non è il solo segreto della ripresa spagnola.

L’aver ripulito le banche, chiedendo l’aiuto europeo e usando denaro pubblico per amputare i prestiti inesigibili dai bilanci delle banche -un tabù in Italia-  sta infatti aiutando a far ripartire i nuovi prestiti alle piccole imprese.

Di qui l’uscita dalla recessione con la conseguenza che gli investitori istituzionali ora preferiscono Madrid rispetto a Roma a causa anche di una migliore stabilità politica.

Tutto il contrario dell’Italia che negli ultimi quattro anni ha cambiato quattro presidenti del Consiglio dei ministri.

E anche con l’ultimo, Renzi, la recessione non ci sta abbandonando e gli investitori continuano a preferire la Spagna.

 

Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)

venerdì 4 settembre 2015

Europa non equlibrata


Questa Europa a trazione esclusivamente germanica è un grande organismo burocratico  privo di energia.

Tanto che lo scandaloso isolamento in cui è stata lasciata in questi mesi l'Italia sul fronte dell'immigrazione dagli altri Paesi è sotto gli occhi di tutti. L'Europa dovrebbe bensì essere una realtà politica equilibrata, capace di far sentire la propria voce e di avere una propria strategia condivisa.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)