Solidale con Israele
Quando si parla di questione
mediorientale e di Palestina non viene quasi mai detto che Israele è l'unico
Paese di quell'area che si possa considerare un'autentica democrazia, dove si
svolgono cioè libere elezioni e dove i governi e le loro scelte sono sottoposte
al giudizio e al voto dell'opinione pubblica, senza condizionamenti o vincoli
di sorta e dove i cittadini possono pubblicamente esprimere il loro dissenso.
Inoltre il potere giudiziario è indipendente
dal potere politico.
Negli altri Paesi dell'area, tutti in larga
parte nemici storici di Israele, prevalgono invece logiche di casta o regimi
autoritari e la democrazia parlamentare non esiste.
Infatti se a Tel Aviv puoi
cambiare un governo andando a votare, a Tunisi e al Cairo c’è stato bisogno di
rivoluzioni di piazza. Non è una differenza di poco conto.
Del resto le radici del conflitto arabo-israeliano risalgono
al 1947, quando l'Assemblea dell'ONU vota la delibera che, spartendo la
Palestina tra arabi ed ebrei, dà luogo alla creazione del nuovo stato
d'Israele.
Qui si riversano quindi i migliaia di ebrei scampati
alle recenti persecuzioni naziste. Il conflitto infatti riguarda la creazione
del movimento sionista e la successiva creazione del moderno Stato di Israele,
avvenuta nel 1948, nel territorio considerato dagli arabi appartenente ai
palestinesi, e che invece il popolo ebraico considera la sua patria storica.
Il conflitto é iniziato come uno scontro politico su
ambizioni territoriali a seguito della decimazione dell'impero ottomano;
infatti a partire dal 1880, gruppi di ebrei europei, per vari motivi ma anche a
causa delle persecuzioni nell'est europeo, emigrarono in Palestina dove stabilirono
alcune colonie e fondarono il movimento Sionista, da cui presero il nome di
sionisti.
Questo conflitto si è poi tramutato nel corso degli
anni da conflitto arabo-israeliano ad un più regionale conflitto
israelo-palestinese.
La convivenza tra i due popoli è difficile.
Il medio oriente è stato, dal dopoguerra a oggi, una
delle zone più instabili del mondo.
Da una inchiesta emerge che molti israeliani vogliono
la pace con i palestinesi.
Ma la pace la vogliono anche i palestinesi, educati
dai loro capi dall’infanzia ad odiare gli ebrei?
La pace non nasce dall’odio.
Non mi piace l’ambiguità attuale e il comportamento
di persone che oggi si ritengono pacifisti a senso unico. Infatti anti sionismo
e antisemitismo sono di fatto la stessa cosa. Del resto Israele ha il dovere
come ogni altra Nazione di proteggere il suo popolo. Israele combatte per la
sopravvivenza.
Ma la sopravvivenza di
Israele è la nostra, perché Israele è un’isola di Occidente incastonata in un
mondo per lo più ostile.
Gli Ebrei, difatti, sono sempre stati un popolo
perseguitato nella storia.
Renzi
ha detto che la Shoah è parte integrante della nostra identità di italiani ed
europei. Ecco perché anche io
sono solidale con Israele.
Mario Pulimanti (Ostia-Roma)
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