martedì 26 agosto 2008

Olimpiadi: vantaggi alla Cina?




Anche in queste Olimpiadi ci sono state manipolazioni a favore degli
atleti di casa.
Ma la Cina ha fatto quello che le altre nazioni
ospitanti hanno sempre fatto.
Si tratta di un malcostume da condannare,
non c'è soltanto il doping a falsare il risultato.
La Cina, comunque, è
la più forte per potenziale e medaglie.
L'Italia ha subito a Pechino
vere e proprie ingiustizie che le sono costate medaglie.
Non sempre,
però, tali errori più o meno voluti si sono risolti in vantaggi per atleti cinesi.
Spesso il problema sono le giurie internazionali non

adeguate a competizioni diventate esasperate nella tecnica e nei ritmi.
La Cina si è mostrata un paese all'altezza delle Olimpiadi, ospitale e competitivo.
Il posto più alto nel medagliere lo deve non alle giurie,
ma alle sue forze.
Nella storia delle Olimpiadi i paesi ospitanti hanno
sempre tratto vantaggio dal fattore casalingo e organizzativo.
In molte
edizioni i paesi ospitanti hanno raggiunto un numero di medaglie mai più eguagliato.
Dietro l'exploit di molti atleti di casa si possono
leggere giurie manipolate o quantomeno disposte a chiudere un occhio e dare una mano.
Spesso anche giurie corrotte e altre deboli per
sudditanza psicologica.
In ogni caso, minacciare il ritiro per gli
errori arbitrali è sproporzionato.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -
Roma)

lunedì 25 agosto 2008

Meeting CL 2008 a Rimini




C'é sole ovunque oggi a Ostia. Nell'aria il profumo salmastro del mare. Mi siedo su una panchina del Porto. Guardo stupito un giornalino, poi scoppio a ridere. Chi si é fatto da solo é un tossicodipendente solitario o un imprenditore di successo? E se Dio é immortale, perché ha lascato due testamenti? Poso il fumetto e leggo il quotidiano. Capperi. domenica 24 agosto è iniziato il Meeting CL a Rimini. Per un istante è come se il tempo si arrestasse. Sono colpito da questa notizia. Rimango interdetto: io, ciellino dai tempi universitari di Gioventù Studentesca, me ne ero dimenticato... Il titolo del Meeting, che é "O protagonisti o nessuno", suggerisce che nessuno nasce perdente, che ognuno di noi ha un valore irriducibile. La nostra natura ci proietta potentemente alla realizzazione di noi stessi, a lasciare una traccia. Il mondo, senza me, senza te, senza ognuno di noi, sarebbe più povero. Ma cosa permette veramente di essere protagonisti? Perché a ben vedere, "O protagonisti o nessuno" potrebbe essere lo slogan degli aspiranti al successo di tante trasmissioni televisive, dai grandi fratelli alle aspiranti veline. Invece il protagonismo a cui ci vuole richiamare la settimana riminese è un altro. "Protagonisti non vuole dire avere la genialità o la spiritualità di alcuni, ma avere il proprio volto, che è, in tutta la storia e l'eternità, unico e irripetibile"diceva don Giussani. La scoperta di essere irripetibili non avviene cercando di superare gli altri almeno in un aspetto particolare, come se la vita fosse una grande Olimpiade, ma incontrando qualcuno che ci ama.Ci saranno tanti big a Rimini. Ci saranno anche i rappresentanti di mondi molto diversi, che non sempre si incontrano: da quello ecclesiale alle categorie economiche, dal mondo bancario all'università. Colpisce questa adesione di tante persone. E l'esperienza cristiana, come ce l'ha fatta scoprire don Giussani, è proprio questo: l'incontro con il Destino reso vicino, con una presenza che sveglia la voglia di vivere, la passione per il reale, non una consolazione per gente che si rassegna a vivere a metà. È propuio questo quello che si può imparare questa settimana a Rimini. Sì, no, certo...Insomma, le parole di don Gius non sono state gettate al vento. Mi alzo di scatto dalla panchina. Torno a casa. Sorrido con amarezza, pensando agli amici di Maria...De Filippi. "...e caddi come corpo morto cade."
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

lunedì 18 agosto 2008

Franco Sensi. Morte di un Presidente



Tutto il mondo del calcio italiano piange per la scomparsa di Franco Sensi, il presidente della Roma.

Sensi, che aveva 82 anni ed era da tempo malato, da diverse settimane era ricoverato nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Gemelli a causa di problemi respiratori.

Il decesso è avvenuto nella notte di domenica 19 agosto.


Intorno a lui la moglie Maria e le figlie Rosella, Cristina e Silvia.


Condoglianze.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

VACANZE

All'ora di pranzo sono esausto. Cerco di mangiare, ma ho lo stomaco chiuso. Tebto di dormirem perché mi sento mortalmente stanco, ma non ci riesco: la solitudine non mi da tregua. Amici, amuiche, moglie, figli e comapgnia varia sono in vacanza, io no. Allora mi getto sull'erba del Parco Pallotta, insolitamente deserto come può essere solo un parco a Ferragosto, e guardo il cielo al di sopra di me: fantastico di essere un uccello per poter volare via da qui, lontano, verso straordinarie avventure. Sono solo. E sono triste. Quanto non lo sono mai stato in vita mia. Riprendo a piangere somessamente: sento il disperato bisogno di avere qualcuno con cui parlare. D'un tratto, uno scricchiolio diverso dal solito. "Chi é?" domando incerto. Silenzio. Allora mi lascio prendere dalla paura. "Chi diavolo é?" urlo a squarciagola, mentre i passi sono ormai a pochi metri da me. "Zitto, Mario, sono io!". Ferruccio. E' la sua voce. "Sono solo, passavo di qui e ti ho visto" risponde. Sono felice di non essere più solo. Mi offre una mentina. E' deliziosa. "Vuoi sentire cosa penso delle vacanze?" mi chiede. Annuisco. Incrocia le gambe e inizia a parlare. "Sei fortunato. Non si può dire che le vacanze siano rilassanti". "Però é triste restare soli" lo interrompo. Ride. "Bé, per farla breve, io odio le vacanze. E le odierai anche tu, dopo che mi avrai ascoltato". E inizia a parlare "Per prima cosa é nata la villeggiatura, divenuta vacanza nell'evoluzione dei comportamenti sociali." Facciao una faccia scandalizzata. "Lo so, cosa credi?". "Oh, guarda che sei proprio permaloso!" mi prende in giro Ferruccio. "Insomma, Mario, stammi a sentire una buona volta, senza interrompermi." "Come, scusa?" dico. Arrosico, ma prendo lo stesso ad ascoltarlo con attenzione. "La vacanza è nata per consentire a noi stessi di stare meglio -dice- di avere uno spazio libero nel tentativo che il riposo e la libertà ci rendano migliori. Si va in vacanza invece occupando il nostro corpo e la nostra mente molto spesso quanto e come le situazioni lavorative. Si va in vacanza come idea, idealità, forse l'utopia di cercare un luogo che non c'è, un silenzio ormai difficile da trovare. Ecco la vacanza è il grande luogo ormai del malessere, dei viaggi agognati, ma tormentati, in lungo e in largo per il paese o all'estero, carichi di voli da prendere, chilometri da divorare, carte di credito che ti polverizzano ogni idea di viaggio al risparmio. Si parte, si deve partire, non partire è come morire, come reietti messi al bando dal contesto e dall'omologazione sociale, per andare in vacanza litigano le coppie, soccombono le famiglie, piangono e si deprimono i single, si negano e si nascondono quelli che la vacanza non la sopportano o non se la possono permettere. Diverse sono le tipologie di vacanza, la mordi e fuggi, decise all'ultimo momento, durano poco, spartane con l'illusione di fare un affare. Quella esotica, deve essere inaccessibile, lontana, difficile, per pochi, non importa se poi trovi la Costa Crociere nell'isoletta spersa e la famiglia allargata del paese vicino. C'è la vacanza tutto sole, Maldive o Mar Rosso ai saldi, sempre esclusiva nell'atollo maldiviano ma invece tutto romano, lo pensavi tutto privacy e intimità. C'è la vacanza intelligente, quella colta, tutta musei, fiordi norvegesi, autostrade e parchi americani. Poi c'è quella casereccia, dalle spiagge larghe, gli ombrelloni stretti, bocce, pallavolo, musica, panini, pizze in quantità, una sagra paesana garantita 24 ore su 24. C'è infine quella tragica, depressiva, trasgressiva della notte dove l'obbligo è bere, drogarsi, farsi di tutto e di più, raccattando uno spazio di emozione che nemmeno ricordi al tuo risveglio, sono le vacanze dei cosiddetti giovani, bottiglie e rumore, pattume del divertimento mal vissuto, mal digerito, mai capito. La vacanza è allora uno stress, un impegno, dove il filo conduttore è fare qualcosa, qualsiasi cosa tranne il riposo, tranne i tempi vacui, lasciati andare agli spazi della mente, del sogno, quella pigrizia sonnolenta che nel caldo o la frescura della montagna ti fa ritrovare anche quel te stesso che credevi non ci fosse più. Ci logoriamo perché incapaci di vivere ormai il silenzio, il tempo lungo, il non luogo come risorsa, non come rigurgito di una incapacità, una sostanziale difficoltà ad uscire dagli schemi che dimostrano la nostra assuefazione dal tempo, dal fare anziché dall'essere, quel fare che ormai ti fa sentire parte del mondo perché non andare in vacanza significa una sconfitta, una rinuncia, non una scelta, oggi sarebbe davvero l'unica libertà." Detto questo, Ferruccio si interrompe e trae un profondo respiro. Lo guardo senza parlare. "Allora, Mario, ora sei ancora triste o sei contento per lo scampato pericolo di aver evitato una faticosa vacanza?" Mi sento incredibilemente calmo. Dopo un istante di silenzio, tolgo il broncio e gli dico: "Le tue non sono state parole gettate al vento". Penso che aveva proprio ragione Antonello Venditti, quando cantava la sua bellissima canzone "Ci vorrebbe un amico". Primo di invitare al bar Ferruccio per bere insieme una birra fredda, lo abbraccio.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

giovedì 14 agosto 2008

Sostegno ai redditi fissi

In macchina accendo l'autoradio.
Perfetto, c'è il Gr2.
Ascolto con attenzione.
"L'impegno fisso del prossimo autunno sarà il sostegno ai redditi fissi": Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla Presidenza del consiglio, rivendica i meriti del governo e annuncia la massima attenzione dell'esecutivo per i salari.
All'opposizione Bonaiuti lancia un messaggio distensivo, perché anche sui temi economici si può dialogare, discutere e "magari cercare insieme le soluzioni giuste".
Bonaiuti spiega che il governo combatterà l'inflazione e il suo obiettivo nei prossimi mesi sarà il sostegno ai redditi fissi, quello dei dipendenti, dei pensionati, soprattutto delle fasce più deboli.
Speriamo.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

GEORGIA

Ostia. Pontile. Amici e parenti sono partiti e io, seduto su una panchina, guardo fisso il giornale. Rabbrividisco, leggendolo. Odio. Paura. Solitudine. "Che mi venga un colpo..." mormoro. Il leader del Cremlino Dmitri Medvedev ha ordinato il cessate il fuoco nel conflitto che oppone Georgia e Russia sull'Ossezia meridionale, mentre il presidente francese e capo di turno dell'Ue Nicolas Sarkozy, arrivato a Mosca pochi minuti dopo quella dichiarazione, ha concordato con la parte russa un piano in sei punti per la cessazione delle ostilità. Le disposizioni concordate da Medvedev e Sarkozy, presente anche Vladimir Putin a garanzia di un reale impegno di Mosca (il premier sembra mantenere il vero potere nel paese) prevedono il non ricorso alla forza, la cessazione immediata di tutte le ostilità, il libero accesso agli aiuti umanitari, il ritorno delle forze armate georgiane alle postazioni permanenti, il ritiro delle forze russe nelle posizioni precedenti al conflitto, un dibattito internazionale sul futuro status delle repubbliche indipendentiste di Ossezia del sud e Abkhazia, nelle quali comunque resterà un contingente di pace russo. tando ad alcuni media russi, la riunione russo-francese, protrattasi per diverse ore oltre il previsto, aveva anche un punto ufficioso nell'agenda, fare pressioni per l'allontanamento di Saakashvili dal potere. Infatti, nonostante le ripetute smentite ufficiali, anche in sede Onu, Mosca mira a dare una spallata definitiva al leader georgiano dopo le sue scivolate interne ed internazionali. Scivolate che hanno ormai minato le sue credenziali democratiche anche agli occhi di quell'Occidente che lo aveva accolto con entusiasmo nel 2003 all'indomani della pacifica "rivoluzione delle rose", la prima delle rivoluzioni colorate nell'ex Urss. George W. Bush lo definì un faro della democrazia. E gli Usa restano ancora nettamente schierati a fianco dell'ormai scomodo alleato georgiano. Washington insiste sul rispetto dell'integrità territoriale della Georgia e sulla legittimità del suo presidente. Cauta la Nato, che attraverso il segretario generale Jaap de Hoop Sheffer afferma che la tregua di Mosca "è un buon segno, ma non sufficiente" e che resta valido l'invito a Tbilisi per una futura - molto futura al momento, secondo alcuni esperti dei paesi dell'Alleanza atlantica - adesione georgiana. Senza neanche accorgermene mi ritovo in piedi, in mezzo alla piazza, trascinata dal ritmo degli spettacoli di "Approdo alla lettura". Che cosa c'é di sbagliato nell'odiare i Tiranni? Non é forse l'odio che da la forza di combattere? Non é forse giusto odiare gli invasori e quelli che ti toplgono la libertà? Che cosa non va in questa logica? Il mio corpo continua a ballare, ma la mia mente é altrove. La festa termina a tarda notte. "Non ti é piaciuto stasera? dice un amico congedandosi. "Non hai sentito com'è bello divertirsi? Apprezza la vita, Mario, e allora capirai perché vivi". Torno a casa. Mi corico più confuso che mai. Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

mercoledì 6 agosto 2008

Olimpiadi 2008

Seduto a gambe incrociate su una panchina, nel cortile di mia suocera a Collevecchio, con il gatto Romeo coricato sulle mie scarpe. Guardo l'oscurità avvolgere il monte Soratte. Oggi ha fatto molto caldo. Adesso che si è fatta notte ci sono sempre trenta gradi. E' l’inizio di agosto. Allungo il braccio verso la bottiglia di Corvo bianco, me ne verso un dito. Avvicino il giornale agli occhi. Leggo. Passo le dita tra il pelo di Romeo. Miagola, contento. Certo, è un gatto che puzza di gatto, ma gli sono grato che stia spaparanzato sulle mie scarpe. Allora, cosa leggo? Ecco. Panico: ci sono segnali preoccupanti. Meglio sbrigarsi, allora, prima che sia troppo tardi. Di cosa sto parlando? Ma delle Olimpiadi, diamine! Difatti, a due giorni dall'apertura delle Olimpiadi 2008, nessuno, credo, se la sentirebbe più di ripetere lo stanco ritornello che vuole il mondo della politica e quello dello sport autonomi e separati, ciascuno funzionando secondo le proprie regole. Non è mai stato così, almeno da quando l'affermarsi della società di massa e il contemporaneo sviluppo dei mezzi di comunicazione hanno tolto alle grandi manifestazioni sportive il loro carattere amatoriale e dilettantistico mettendo nelle mani dei detentori del potere un nuovo straordinario strumento di propaganda. Già le Olimpiadi di Berlino del '36 furono una formidabile vetrina della Germania nazista. E il pugno alzato di Smith e Carlos sul podio di Mexico '68 resta un esempio classico di uso politico dello spettacolo sportivo. Per non parlare dei boicottaggi incrociati di Mosca '80 e di Los Angeles '84. Smetto di leggere, do un'occhiata all'orologio, poggio il giornale sulla panchina. Di lì a un quarto d'ora andrò a letto. Con la mano sinistra intorno a Romeo, la mano destra intorno al bicchiere, fisso la montagna, dritto negli occhi. Ma la montagna non si prende la briga di ricambiare lo sguardo. Mi ignora, orgogliosamente.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)