giovedì 28 dicembre 2017

Buon Natale, papà! Buon Natale mamma!


Buon Natale, papà! Buon Natale mamma!

 

Mi trovo a Collevecchio. Davanti al camino, sfoglio un album di fotografie. Sorrido vedendo le foto dei miei genitori.

Papà, Antonio Valeriano Pulimanti. 20 aprile 1992. Pasquetta amara. Quel giorno mio padre è morto. Ne è passato di tempo, ormai, ma il ricordo è ancora vivo. Bruciante. Proprio come allora. Se ne è andato all'ora di pranzo. Poco prima di addormentarsi, mi chiama. Sono le undici di una pasquetta amara. Maledetta. "Mariuccio, ho appena fatto un sogno. Mi sono spaventato un pò", mi dice. "Vuoi una camomilla?" rispondo. "No. Stai qui. Ti ricordi quando eri piccolo, e ti raccontavo tutte le sere una storia per farti dormire?" "Sì" replico.” Ne vuoi sentire ora una?" "Ma, papà, sono grande per sentire ancora le favole" "Allora ti racconterò una storia vera" mi dice. "Ma le storie vere non finiscono sempre come vorresti tu". "Non importa, Mariuccio". L'abbraccio forte. Non fa in tempo a raccontarmi nessuna storia, si addormenta subito. Per l'ultima volta. Per sempre. Sul suo comodino, un libro di Neruda. Stava leggendo questa poesia prima che mi chiamasse. "... Si muero sobreviveme con tanta fuerza pura que despiertes la furia del pàlido y del frìo. Es una casa tan transparente la ausencia que yo sin vida te veré vivir y si sufres, mi amor, me moriré otra vez (.. Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura che tu risvegli la furia del pallido e del freddo. E' una casa sì trasparente l'assenza che senza vita io ti vedrò vivere e se soffri, amor mio, morirò nuovamente....)". Ancora oggi, ogni tanto, mi torna in mente quella faccenda..... E questa cosa mi accompagna e stranamente non mi fa paura. Da quando papà non c’è più, mi sento ancor più legato a lui. Perché mi manca. Probabilmente è il segno di una volontà che ci vuole legati per sempre. Mi manca il suo umorismo, la sua acuta osservazione degli altri. Mi manca la sua educazione, la sua cultura che non esibiva mai. Mi mancano i giorni di Natale passati insieme a lui. Mi mancano le sue parole, i suoi messaggi, le sue battute con i tempi comici perfetti. Mi manca la sua faccia tonda, aperta e fiduciosa. Con un accenno di opulenza che lui per altro portava con molta leggerezza. Mi manca la sua stuzzicante ingenuità sempre pronta a rilevarsi in un sorriso. “La vita è solo un sogno.” Quella frase, le ultime parole di un uomo che credevo invincibile. Immortale. Mi manchi, papà.

Mamma, Ernesta Aloisi. 29 luglio 2012. Ricordo il dottore dell’ospedale San Camillo, col viso di falco, dirmi “sua madre è deceduta!”. Era stata operata per la rottura del femore. Un intervento perfetto. La fase post operatoria sembrava procedere regolarmente. Ma attorno alle sei di pomeriggio del giorno dopo, domenica 29 luglio, il suo cuore smetteva di battere. Non si sa da dove sia partita l’embolia. Mamma. Mi ha sempre difeso come una leonessa difende i suoi cuccioli, anche a costo di subire biasimi e critiche. Accendo la radio. “…poi mi viene in mente, se mi metto lì a pensare, il bacio di una madre come solo lei sa dare…”. Diamine, non potevano scegliere un altro momento per trasmettere “Come Gioielli” di Eros Ramazzotti! Mamma. Lei, che mi ha guarito i graffi e le ferite con una carezza magica. Lei, un posto caldo dove ho trovato sempre un abbraccio. Lei, con quell’odore di buono che mi faceva tornare bambino. Lei, che mi lasciava andare anche se avrebbe voluto tenermi stretto a sé. Lei, una canzone nella notte. Lei, una ninna nanna speciale. Lei, uno sguardo che non aveva bisogno di parole. Lei, quella che sapeva, sempre, cosa era la cosa migliore per me. Lei, quella mano che mi ha tenuto mentre traballando imparavo a camminare. Lei, il bum bum del cuore che sentivo appoggiando la testa sul suo petto. Lei, mamma, una parola: la prima che ho detto. Lei, mamma, un sorriso: il primo che ho visto. Lei, mamma, una voce: la prima che ho udito. Lei, mamma, un sapore: il primo che ho assaggiato. Lei, mamma, una culla: la prima che ho avuto. Lei, mamma, che soffrendo mi ha fatto nascere. Lei, che mi ha parlato nel cuore della notte. Quando tutto il mondo era addormentato. E nessuno, tranne me, udiva le sue parole. E, tenendomi fra le braccia, mi avvolgeva di un amore che aveva una forza inaudita. In questa foto avevo sei anni. “Vieni!” sembra dirmi, prendendomi la mano per condurmi a casa. Mi manchi, mamma. Queste sono le cose che ho perduto. Ricordi… Tornano sempre, anche quando non dovrebbero… Brandelli di passato. Stilettate di dolore, di angoscia.

Questo é il venticinquesimo Natale che papà non c’è più.

Questo é il sesto Natale senza mamma.

Ora vorrei tanto telefonare per dire, sottovoce, che li voglio sempre bene. Che li ricordo com’erano veramente: due genitori speciali… Intelligenti. Soprattutto, buoni.

Buon Natale, papà! Buon Natale, mamma! Quando mi addormento in poltrona, mentre nel camino il fuoco si spegne lentamente, sulle pagine lucide dell’album spiccano ancora le tracce delle mie lacrime.

 Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

mercoledì 4 ottobre 2017

Perros agresivos gratis y trucos sin correa en Ostia


Perros agresivos gratis y trucos sin correa en Ostia


Vivo en Ostia y amo perros.

Hay tantas formas de amor.

Ese romántico, el maternal.

Pero si hay un amor incondicional más allá de las limitaciones de sangre, seguramente es de nuestras mascotas.

Cualquier persona que no tiene un perro o gato no puede entenderlo.

Es realmente una pregunta sorprendente.

Un animal no pide nada pero te ama más que a cualquier otra cosa.

Y nunca te deja solo.

Así que esta mañana pensé en darme un saludable paseo por la playa bajo mi casa con mis dos perritos, Margot y Lupin.

Soy un par de Jack Russell Terriers.

Y son particularmente inteligentes, activos, ágiles y rápidos.

Obviamente, Margot y Lupin están siempre en la correa.

Sólo en casa me lo quito.

Fuera de la casa, nunca!

Me di cuenta, sin embargo, que a diferencia de Margot y Lupin, muchos perros no tienen correa y corren libremente, a pesar de que siempre deben estar en la correa por la ley, pudiendo ser liberado sólo en las áreas de perro adecuado.

Por desgracia, en la playa de Faber Beach Lupin fue atacado por una raza de perros que, sin una correa, se estrelló contra mi perro acaba de verlo.

El zuffa ocurrió dentro de unos momentos.

Dejé a Margot y tomé a Lupin para defenderlo y así encontré al otro perro que también me muerde.

En resumen, un desastre, con el dueño del otro perro que ha puesto su tiempo para comprender y deshacerse de su perro mucho más grande que Lupin.

Entre otras cosas, el jefe se fue diciendo que a partir del 1 de octubre, los perros pueden caminar por las playas.

"Sí, pero con la correa" Le dije innecesariamente, mientras él me mostró, con un gesto típicamente americano, dedo medio.

Bueno, ¿qué pasa ... Lo tomé con mucho miedo pero con poco daño.

Sin embargo, todos los perros de cualquier raza o el tamaño deben estar acompañados en la correas y la inobservancia conduce a una sanción administrativa de 50 €, a continuación, si el perro accidentalmente causa un accidente o ponga en peligro la seguridad pública el propietario debe hacer un buen el daño causado y el propietario recibiría una condena penal.

Mantener a un perro en una correa es una actitud de civilización y respeto para aquellos que pueden ser asustados por la mascota en libertad.

A menudo sucede ver a los niños, pero también los ancianos, luchando para pasar cerca de una puerta donde el perro (aunque encerrado) de repente ladra.

Vamos a averiguar si estaban delante de él, sin una correa.

También ha habido personas que, temerosas de repente sonar un perro, se han agitado y cayó al suelo.

Es por eso que los perros deben ir con correa y, con una dosis de sentido común y la tolerancia que siempre debe animar el guardián vigilante del orden y capaz de medir el valor de las cosas y contextualizar las circunstancias, que los propietarios son derecho de los animales son llamados a respetar las reglas, y por lo tanto a mantener a su "amigo" en su correa.

Como siempre, con Margot y Lupin.

Traer perros sin correa es un comportamiento de maestros inconscientes, en algunos casos sin éxito en otros, balas de periferias en otros.

Estas personas no se dan cuenta del peligro de correr su propio perro suelto.

En una reunión entre los perros las reacciones pueden ser incontrolables e inmanejable ... ¡Ciertamente cuando los jefes son balas del vecindario cualquier referencia a la razón sigue siendo infundada!

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

Cani aggressivi liberi e giocondi senza guinzaglio ad Ostia


Cani aggressivi liberi e giocondi senza guinzaglio ad Ostia

Abito a Ostia e amo i cani.

Esistono tante forme di amore.

Quello romantico, quello materno.

Ma se esiste un amore incondizionato al di là di vincoli di sangue e tornaconti è sicuramente quello verso i nostri animali domestici.

Chi non ha a casa un cane o un gatto non lo può capire.

E' davvero una questione sorprendente.

Un animale non ti chiede nulla ma ti ama più di tutto.

E non ti lascia mai solo.

Così stamattina ho pensato bene di farmi una salutare passeggiata sulla spiaggia sotto casa mia con i miei due cagnolini Margot e Lupin.

Sono una coppia di Jack Russell Terrier.

E sono particolarmente intelligenti, attivi, agili e veloci.

Ovviamente Margot e Lupin sono sempre al guinzaglio.

Solo a casa glielo tolgo.

Fuori casa, mai!

Ho notato però che, a differenza di Margot e Lupin, molti cani sono senza guinzaglio e corrono liberamente, anche se per legge dovrebbero stare sempre al guinzaglio, potendo essere liberati solo nelle apposite aree cani.

Purtroppo, all’altezza della spiaggia Faber Beach Lupin è stato aggredito da un cane di razza meticcia che, senza guinzaglio, si è fiondato addosso al mio cane appena l'ha visto.

La zuffa è avvenuta nel giro di pochi attimi.

Ho lasciato Margot e preso in braccio Lupin per difenderlo e così mi sono trovato l'altro cane addosso, che mi ha anche morso.

Insomma un groviglio, col padrone dell'altro cane che ci ha messo il suo tempo ad afferrare e togliere di mezzo il suo cane molto più grosso rispetto a Lupin.

Tra l’altro il padrone del meticcio se ne é andato via dicendo che dal 1 ottobre i cani possono passeggiare sulle spiagge.

“Sì, ma con il guinzaglio” gli ho inutilmente risposto, mentre quello mi ha mostrato, con un gesto tipicamente americano, il dito medio.

Bè, che dire…me la sono cavata con grande paura ma poco danno.

Comunque tutti i cani di qualsiasi razza o taglia devono essere sempre accompagnati al guinzagli e la non osservanza comporta una sanzione amministrativa di 50€, se poi il cane per caso provoca un incidente o mette a repentaglio l'incolumità pubblica il proprietario sarebbe tenuto a risarcire i danni causati e il proprietario riceverebbe una condanna penale.

Tenere il cane al guinzaglio è un atteggiamento di civiltà e di rispetto verso coloro che possono risultare spaventati dall'animale in libertà. 

Spesso accade di vedere bambini, ma anche anziani, atterrirsi al passare vicino ad un cancello dove il cane (pur rinchiuso) abbaia all'improvviso.

Figuriamoci se lo trovassero di fronte, senza guinzaglio.

È capitato ancora di persone che, impaurite dal ringhiare improvviso di un cane, si sono agitate e sono cadute per terra.

Ecco perché i cani vanno tenuti al guinzaglio e, pur con quella dose di buon senso e di tolleranza che deve sempre animare il vigile e il tutore dell'ordine capace di misurare il valore delle cose e contestualizzare le circostanze, è giusto che i proprietari di animali vengano richiamati al rispetto delle regole, e quindi a tenere al guinzaglio il loro “amico”.

Così come del resto faccio sempre io, con Margot e Lupin.

Portare i cani senza guinzaglio è un comportamento da padroni incoscienti, in alcuni casi, sprovveduti in altri, bulli di periferia in altri ancora.

Questa gente non si rende conto del pericolo che si corre portando il proprio cane sciolto.

Ad un incontro tra cani le reazioni possono essere incontrollabili e non gestibili......certo quando poi i padroni sono i bulletti di quartiere ogni riferimento alla ragione rimane privo di fondamenta!

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

SEPARATISMO CATALANO


Al referendum in Catalogna ha vinto il “sì”. Il governo catalano ha annunciato che il 90% di quanti hanno partecipato alla consultazione non autorizzata da Madrid ha scelto l'indipendenza. Secondo fonti del governo catalano, 2,26 milioni di persone - su oltre 5,3 milioni di elettori - hanno partecipato alla consultazione referendaria. 2,02 milioni hanno risposto “sì” alla domanda: “Vuoi che la catalogna diventi uno Stato indipendente sotto forma di Repubblica?”. 176.000, invece, il totale di chi ha votato “no”. Numeri che non raggiungono la maggioranza assoluta e su cui forse ha influito la chiusura di 319 seggi da parte della polizia nazionale. Il referendum è stato effettuato perché in precedenza il Parlamento catalano, insistendo su un percorso basato esclusivamente sul fomentare la rabbia nei confronti di Madrid, aveva votato a favore di una risoluzione per la secessione della Catalogna dal resto della Spagna. I separatisti catalani ora stanno così per fare un favore all’Unione Europea che riuscirebbe a disintegrare uno dei più grandi stati europei e inoltre potrebbe anche liberarsi dalla monarchia spagnola. Se la Catalogna dovesse malauguratamente ottenere l’indipendenza, potrebbe verificarsi un effetto domino a livello europeo. Infatti, subito dopo la Catalogna potrebbe esserci la spartizione del Belgio (cosa che consentirebbe la nascita della città-stato di Bruxelles che sarebbe così l’ideale capitale europea), poi Veneto e Sardegna, Bretagna e Corsica, Baviera e la regione ungherese della Romania. Tutto questo è contornato dall’attuale crisi di credibilità ed economica della Germania che è stata usata come baricentro dell’attuale Unione Europea, per completare la cessione di sovranità ma che adesso deve essere abbattuta per consentire la nascita di un superstato europeo omogeneo senza una nazione che spadroneggi sulle altre. Infatti questo superstato sarebbe incompatibile con grandi stati nazionali e soprattutto con delle monarchie interne, come quella spagnola. Inoltre i nuovi stati europei come la Catalogna, per normalizzare la propria situazione economica, vorrebbero rientrare subito nell’Unione Europea, finendo anche con l’accettare condizioni molto più dure da Bruxelles, come grandi cessioni di sovranità e la perdita del diritto di veto. Se la Catalogna dovesse ufficializzare l’indipendenza, sarei molto dispiaciuto. Io sono vicino al movimento degli Indignados, ma sono anche ideologicamente però contrario all’indipendenza della Catalogna nonché di passate origini materne castigliane e convinto, peraltro che il separatismo finirebbe con essere funzionale all’Eurocrazia. Perciò sarei contento se il governo centrale potesse eventualmente tagliare la liquidità alle banche catalane, chiudendo le frontiere, ostacolando gli scambi commerciali e dichiarando illegale il processo d’indipendenza. Questa strada potrebbe essere intrapresa per bloccare sul nascere la spinta indipendentista e impaurendo i catalani, cercare di far cadere il governo separatista. Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

venerdì 8 settembre 2017

Il calcio spagnolo più divertente di quello italiano (El fútbol español es más divertido que el italiano)


Il calcio spagnolo più divertente di quello italiano

 

Da 40 anni abito ad Ostia, “il mare di Roma”, che adoro. Per me è il più bel posto del mondo. Difatti mi piace molto il mare. Per di più apprezzo Nicole Kidman. Mi diverte anche andare al teatro ed al cinema. Amo il mio libero arbitrio, il jazz e le mie infinite miserie. E sono un colchonero, innamorato di Koke (tifo appunto per l’Atlético de Madrid). In realtà ho passate origine materne castigliane. Però, da parte paterna, sono un italiano doc. Papà, come del resto mia moglie, era infatti nato a Collevecchio, un bel paese sabino in provincia di Rieti. Quindi, benché colchonero, vorrei aggiungere qualche mia piccola considerazione sulla sconfitta rimediata dall'Italia in Spagna, anche se in fin dei conti non mi sembra ci sia spazio per molte divagazioni o filosofie. Come si è visto in campo, i nostri talenti, alcuni forse un po' presunti, non valgono i talenti iberici, come Koke, Isco o Diego Costa. Non è un problema di schemi, ma di qualità dei singoli. Quelle degli spagnoli sono spesso buone e talvolta eccelse; le nostre qualche volta buone, spesso mediocri. Non c'è molto altro da dire. Purtroppo temo che le valutazioni stellari di alcuni giocatori ci fanno dimenticare che per fare di un buon calciatore un campione non bastano le quotazioni stratosferiche pilotate magari da qualche scaltro agente. Serve anche altro. Classe, tecnica e spirito di squadra. Nella nostra Nazionale c'è troppo poco di tutto questo. Mi diverto, perciò, di più a seguire le partite dei miei “indios”. Noi tifosi Colchoneros siamo una comunità “rosso bianca” leale ed orgogliosa. Infatti l'Atletico è il club della classe operaia di Madrid: lo stemma ne rappresenta l'essenza. Il bianco e il rosso a strisce sulla maglia derivano dal fatto che, tempo fa, le divise erano facilmente ricavabili dai fondi dei materassi (di quel colore). Perciò, “AUPA ATLETI!”, come canta anche Joaquín Sabina, poeta degli eccessi e delle battaglie perse nonché, come me, fervente tifoso dell’Atletico Madrid.

 

 Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)

 

 

El fútbol español es más divertido que el italiano


El fútbol español es más divertido que el fútbol italiano.

Durante 40 años he vivido en Ostia, "el mar de Roma", que me encanta.

Para mí es el lugar más hermoso del mundo.

De hecho, me gusta mucho el mar. Sobre todo me gusta Nicole Kidman.
También me gusta ir al teatro y al cine.

Amo mi libre albedrío, el jazz y mis infinitas miserias.
Y yo soy un cholerar, enamorado de Koke (tifoidea del Atlético de Madrid).
En realidad, he pasado la maternidad castellana.

Sin embargo, como un padre soy un doc italiano.

Papá, al igual que mi esposa, nació en Collevecchio, una hermosa aldea de Sabino en la provincia de Rieti.

Así que, aunque lo hicieran, me gustaría añadir un poco de consideración a la derrota remediada por Italia en España, aunque al final no parezco tener espacio para muchas divagaciones o filosofías.

Como hemos visto en el campo, nuestros talentos, algunos tal vez un poco presumidos, no valen los talentos ibéricos, como Koke, Isco o Diego Costa.

No se trata de patrones, sino de cualidades individuales.
Los españoles suelen ser buenos ya veces sobresalen; nuestro a veces bueno, a menudo mediocre.

No hay mucho más que decir.

Lamentablemente me temo que las puntuaciones estelares de algunos jugadores nos hacen olvidar que para un buen jugador de fútbol una muestra no es suficiente para los precios estratosféricos, tal vez conducido por un agente inteligente.

También necesita más.

Clase, técnica y espíritu de equipo.

En la selección italiana hay muy poco de todo esto.

Por lo tanto, estoy encantado de seguir los partidos de mis "indios".

Nosotros los fans de Colchoneros somos una comunidad de "blanco rojo" que es leal y orgullosa.

De hecho, el Atlético es el club de la clase obrera de Madrid: el escudo representa la esencia.

El blanco y el rojo a rayas en el punto se derivan del hecho de que, hace mucho tiempo, los uniformes se obtuvieron fácilmente de los colchones (de ese color).

Así, "AUPA ATLETI!", Como canta Joaquín Sabina, poeta de excesos y batallas perdidas, así como yo, fervoroso aficionado del Atlético de Madrid.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)
De hecho, me gusta mucho el mar. Sobre todo me gusta Nicole Kidman.
También me gusta ir al teatro y al cine.
Amo mi libre albedrío, el jazz y mis infinitas miserias.
Y yo soy un cholerar, enamorado de Koke (tifoidea del Atlético de Madrid).
En realidad, he pasado la maternidad castellana.
Sin embargo, como un padre soy un doc italiano.
Papá, al igual que mi esposa, nació en Collevecchio, una hermosa aldea de Sabino en la provincia de Rieti.
Así que, aunque lo hicieran, me gustaría añadir un poco de consideración a la derrota remediada por Italia en España, aunque al final no parezco tener espacio para muchas divagaciones o filosofías.
Como hemos visto en el campo, nuestros talentos, algunos tal vez un poco presumidos, no valen los talentos ibéricos, como Koke, Isco o Diego Costa.
No se trata de patrones, sino de cualidades individuales.
Los españoles suelen ser buenos ya veces sobresalen; nuestro a veces bueno, a menudo mediocre.
No hay mucho más que decir.
Lamentablemente me temo que las puntuaciones estelares de algunos jugadores nos hacen olvidar que para un buen jugador de fútbol una muestra no es suficiente para los precios estratosféricos, tal vez conducido por un agente inteligente.
También necesita más.
Clase, técnica y espíritu de equipo.
En la selección italiana hay muy poco de todo esto.
Por lo tanto, estoy encantado de seguir los partidos de mis "indios".
Nosotros los fans de Colchoneros somos una comunidad de "blanco rojo" que es leal y orgullosa.
De hecho, el Atlético es el club de la clase obrera de Madrid: el escudo representa la esencia. El blanco y el rojo a rayas en el punto se derivan del hecho de que, hace mucho tiempo, los uniformes se obtuvieron fácilmente de los colchones (de ese color).
Así, "AUPA ATLETI!", Como canta Joaquín Sabina, poeta de excesos y batallas perdidas, así como yo, fervoroso aficionado del Atlético de Madrid.

giovedì 24 agosto 2017

Un cane per amico (Un perro come amigo)


Un cane per amico

 

Esistono tante forme di amore. Quello romantico, quello materno. Ma se esiste un amore incondizionato al di là di vincoli di sangue e tornaconti è sicuramente quello verso i nostri animali domestici. Chi non ha a casa un cane o un gatto non lo può capire. E' davvero una questione sorprendente. Un animale non ti chiede nulla ma ti ama più di tutto. E non ti lascia mai solo. Io ho una coppia di Jack Russell Terrier: Margot e Lupin. Piccoli, veloci, agili, intelligenti, vivacissimi. La loro vita è iniziata e finirà con me. Ogni volta che mi rivedono, anche se mi allontano pochi minuti, mi salutano come se fossi stato via mesi. Sono gelosi di me, vogliono stare con me. Per questo non posso immaginare di amare qualcuno di più. Margot e Lupin spesso mi portano i loro giochi preferiti non perché vogliano giocare con me: questo gesto nasconde un significato più profondo. Chiaramente è un atto d’amore in sé, ma loro mi vedono come un leader naturale, contano su di me per giocare. Loro pensano che questi giocattoli mi piacciano tanto quanto a loro, quindi vogliono condividerli con me. Quando mi guardano dritto negli occhi è come se volessero darmi un abbraccio. Loro dormono con me: vogliono essermi vicino a tutti i costi, perché sanno che sono sempre pronto a vegliare su di loro durante la notte. Gli animali si sentono vulnerabili quando dormono, e il fatto che i miei cagnolini mettano il loro destino nelle mie mani è un segno importante di fiducia. Margot dorme addirittura attaccata a me: questo è un importante simbolo d’affetto. E’ la prova che pensa che io sia lì per proteggerla e tenerla al sicuro! Margot e Lupin mi leccano la faccia. Infatti tendono a venirmi incontro ogni volta che possono e vogliono giocare tutto il tempo con me. E’ come se mi stessero dicendo: “Io so che ci ami… e ti amiamo anche noi”. Inoltre tendono a muovere maggiormente il sopracciglio sinistro. Mi hanno detto che questo è l’indicatore massimo d’affetto. Come il voler venirmi in braccio (soprattutto Margot). Ritengo che questo sia un segnale d’affetto importante: mi vogliono vicino per essere coccolati (in particolar modo subito dopo mangiato). Poi mi accolgono calorosamente appena rientro. Difatti solo a sentire il rumore dell’ascensore, Margot e Lupin cominciano ad agitarsi. Non vedono l’ora di rivedermi ed accogliermi nella nostra casa! Mi sono anche accorto che addirittura sbadigliano quando sbadiglio io! Ieri, passeggiando con loro sul lungomare di Ostia, ad un amico che mi ha chiesto: “Ma che bei cani, di che razza sono?”, io ho risposto: “Amore puro”. Purtroppo la vita dei cani è troppo breve. Questa è la loro unica, vera colpa. A questo punto mi viene in mente l’Ode al cane, un testo poetico molto struggente di Pablo Neruda che, definendo l’uomo e il cane due compagni, così termina: “È l'antica amicizia, la gioia di essere cane e di essere uomo, tramutata in un solo animale che cammina muovendo sei zampe ed una coda intrisa di rugiada”. Quando accadrà -il più tardi possibile- vorrei che Margot e Lupin venissero sepolti accanto a me. Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

 

 

Un perro come amigo
 

Hay muchas formas de amor. Que la leche romántica, materna. Pero si hay un amor incondicional más allá de los lazos de la sangre y el interés propio es sin duda la que a nuestros animales de compañía. Que no tiene en su casa un perro o un gato no pueden entender. Es realmente una pregunta sorprendente. Un animal no le preguntó nada, pero te quiero más que a nada. Él nunca te deja solo. Tengo un par de Jack Russell Terrier: Margot y Lupin. Pequeño, rápido, ágil, inteligente, vivaz. Su vida comenzó y terminará conmigo. Siempre que la revisión de mí, incluso si dejo unos minutos, me saludo como si fuese meses de distancia. Son celos de mí, que quieren estar conmigo. Así que no puedo imaginar querer a alguien más. Margot y Lupin a menudo me llevan a sus juegos favoritos, ya que no quieren jugar conmigo: este gesto esconde un significado más profundo.

Está claro que es un acto de amor propio, pero me ven como un líder natural, cuenta conmigo para jugar. Creen que estos juguetes tanto como me gustan a ellos, por lo que quieren compartirlas conmigo. Cuando me miran directamente a los ojos, es como si me querían dar un abrazo. Duermen conmigo: quieren estar cerca de mí a toda costa, porque saben que siempre están ahí para velar por ellos durante la noche. Animales domésticos se sienten vulnerables cuando duermen, y el hecho de que mis perros poner su destino en las manos es una importante señal de confianza. Margot duerme aún unido a mí: este es un importante símbolo de afecto. Y 'la prueba de que piensa que soy allí para protegerla y mantenerla a salvo! Margot Lupin y yo lamer la cara. De hecho, tienden a reunirse conmigo siempre que pueda y quieren jugar todo el tiempo conmigo. Y 'como si estuviera diciendo: 'Sé que nos amas ... y también te quiero nosotros.' También tienden a moverse mejor la ceja izquierda. Me dijeron que este es el indicador más alto de afecto. Cómo me quieren ver en sus brazos (especialmente Margot).

Creo que esta es una importante señal de afecto: Quiero ser abrazados cerca (especialmente justo después de comer). Entonces la bienvenida con gusto me acaba de caer. De hecho, sólo para oír el ruido del ascensor, Margot y Lupin comienza a moverse. No pueden esperar a verme y darme la bienvenida en nuestra casa! También me di cuenta que aun cuando bostezar bostezo! Ayer, caminando con ellos en el mar, en Ostia, un amigo que me preguntó: "¿Qué hermosos perros, qué raza es?", Dije, "amor puro". Por desgracia, la vida de los perros es demasiado corta. Este es su único defecto real. En este momento me viene a la memoria la "Oda al perro", un poema muy conmovedor de Pablo Neruda que, al definir el hombre y el perro dos compañeros, termina así: "Es la vieja amistad, la alegría de ser perro y siendo un hombre, se convirtió en un animal que camina moviendo seis patas y una cola empapada de rocío ". Cuando eso sucede -la tarde posible- Deseo Margot y Lupin fueron enterrados junto a mí.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)

martedì 22 agosto 2017

Anoressia (La peligrosa falta de apetito)


La pericolosa mancanza di appetito

 

Nel 2007, in vari punti delle città, troneggiava su grandi cartelloni pubblicitari una fotografia di Oliviero Toscani che riproduceva, nuda, una giovane attrice francese, che era stata bellissima ma che ormai era ridotta ad uno scheletro. Senza nessuna voglia di vivere. La modella francese si chiamava Isabelle Caro ed era appunto divenuta il più celebre simbolo dell’anoressia grazie ad una contestata campagna fotografica di Oliviero Toscani. Isabelle Caro morirà tre anni dopo, nel 2010, in ospedale in seguito a una polmonite, all'età di 28 anni. Era ridotta letteralmente pelle e ossa (pesava 31 chili per un’altezza di 1,64). Un anno dopo, tormentata dai sensi di colpa, la madre della modella si suicidò. Le foto di Isabelle Caro allora suscitarono scalpore e roventi polemiche.  Prima di morire la modella aveva pubblicato un’autobiografia intitolata “La ragazzina che non voleva diventare grassa”. Queste foto colpivano, certo erano scioccanti, ma io le avrei fatte esporre anche in tutte le scuole per far vedere gli effetti dell'anoressia. Andava esposto in tutte le scuole, non ipocritamente nascosto. Non è difatti nascondendo la realtà che si risolvono i problemi. Comunque ritengo che spesso si sottovaluti il pericolo rappresentato dall’anoressia. Infatti, troppi restano abbagliati da una società che produce modelli sbagliati (si pensi a certe top-model), ma non insegna i valori veri della vita. Spinge al consumo, ma non spiega che occorre una alimentazione corretta. I mutamenti della società incidono sui giovanissimi, la mancanza di affetto spinge verso eccessi che non raramente passano attraverso l'odio per il cibo o l'eccessivo attaccamento al cibo. È un male sociale, terribile perché porta spesso alla morte. La malattia è più diffusa di quanto si creda. Agisce in maniera subdola, nascondendosi. Poi esplode all’improvviso. Spesso quando chi sta attorno se ne rende conto, è già difficile per intervenire, talvolta è troppo tardi. Il recupero è difficile, faticoso e lento. Sicuramente l'attenzione della famiglia è indispensabile, spesso è la scuola la prima ad avvertire il disagio e a informare i familiari.

Da qualche tempo la stessa scuola prova a lanciare l'allarme, a far prendere coscienza agli alunni degli effetti devastanti della malattia. Ma la scuola non può svolgere tutte le funzioni richieste a una società distratta nei confronti dei giovani: educazione stradale, educazione sessuale, lotta alla droga, all'alcol, al cattivo uso del cibo, all'integrazione tra popoli, alla necessità di far convivere religioni diverse ecc. Allora ben venga tutto quello che dall'esterno serve a far riflettere su problemi così gravi. Il manifesto di Toscani era una sorta di manifesto della disperazione, se serviva anche solo a salvare una vita aveva già raggiunto il suo scopo dato che di anoressia si muore, forse troppo spesso. E queste morti il più delle volte passano in sordina, si fa finta di niente, forse perché è proprio la società stessa che promuove questi modelli estremi.

Ragazze troppo giovani, spesso bambine, che trovano in questo stile di vita una consolazione, non riflettendo a cosa stanno andando incontro. Io ho la consapevolezza che questo male non è mai troppo distante, non lo possiamo considerare come un qualcosa che capita agli altri, a chi se lo cerca: è un fantasma presente più che mai nel mondo contemporaneo, contro cui si deve fare ancora molto, un fantasma che quando compare travolge e distrugge la vita del malato, ma rivoluziona anche quella di chi gli sta attorno.

 

Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

 

 

 

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La peligrosa falta de apetito

 

En 2007, en varios puntos de la ciudad, domina en las grandes carteleras una fotografía por Oliviero Toscani que reproduce, nude, una joven actriz francesa, que era hermosa pero fue reducido a un esqueleto. Con ninguna voluntad de vivir. El modelo Franco Isabelle Caro fue llamado y era de hecho convertido en el símbolo más famoso de la anorexia gracias a una campaña de fotos controvertidas de Oliviero Toscani. Isabelle Caro muere tres años más tarde, en 2010, en el hospital después de una neumonía a la edad de 28 años. Fue reducido literalmente a piel y huesos (pesaba 31 libras y una altura de 1,64). Un año más tarde, atormentado por la culpa, la madre de la modelo suicidó. Fotos de Isabelle Caro entonces despertaban revuelo y acaloradamente.


Antes de su muerte, el modelo había publicado una autobiografía titulada "La chica que no quiere convertirse en grasa." Estas fotos golpeados, algunos eran chocante, pero también expondría hecho en todas las escuelas para mostrar los efectos de la anorexia. Estaba expuesta en todas las escuelas, no escondida hipócritamente. No es ocultando la realidad de que los problemas se resuelven. Sin embargo, creo que el peligro de la anorexia es a menudo subestimado. De hecho, muchos permanecen deslumbrar por una empresa que produce los modelos equivocados (piense en cierta supermodelo), pero no enseña los verdaderos valores de la vida. Impulsa el consumo, pero no explica que necesite una nutrición adecuada. Los cambios en la sociedad afectan a los más jóvenes, la falta de afecto conduce a excesos que a menudo pueden pasar por el odio a los alimentos o el excesivo apego a la alimentación. Es un mal social, terrible porque a menudo conduce a la muerte. La enfermedad es más común de lo que se cree. Ella actúa sutilmente, escondiéndose. Entonces explota repentinamente. A menudo, cuando uno es consciente de ello, ya es difícil intervenir, a veces es demasiado tarde. La recuperación es difícil, tediosa y lenta. Sin duda, la atención de la familia es esencial, a menudo es la primera escuela de experimentar molestias y para informar a los miembros de la familia.

Desde hace algún tiempo, la misma escuela intenta lanzar la alarma, para concienciar a los alumnos de los efectos devastadores de la enfermedad. Pero la escuela no puede llevar a cabo todas las funciones que requiere una sociedad distraída por los jóvenes: la educación callejera, la educación sexual, la droga, el alcohol, el mal uso de los alimentos, la integración entre los pueblos, la necesidad de coexistir Diferentes religiones y así sucesivamente. Entonces todo viene del exterior para hacerla reflexionar en problemas tan serios. El cartel de Toscani era una especie de manifestación de desesperación, aunque sólo tuviera que salvar una vida, ya había logrado su propósito a medida que la anorexia moría, tal vez demasiado a menudo. Y estas muertes a menudo van mal, no finges nada, tal vez porque es la misma sociedad que promueve estos modelos extremos.

Las niñas que son demasiado pequeños, a menudo las niñas, que encuentran en este estilo de vida un consuelo, no refleja lo que se están metiendo. Tengo la certeza de que este mal no es nunca demasiado lejos, no se puede considerar como algo que sucede a otros, que si nos fijamos es un fantasma presentar más que nunca en el mundo de hoy, contra el que hay que hacer mucho, un fantasma que aparece cuando abruma y destruye la vida del paciente, sino también revoluciona la de los que le rodean.

 

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

lunedì 7 agosto 2017

Cina ricca e antidemocratica


Cina ricca e antidemocratica (China ricos y antidemocrático)

 

La Cina in venti anni è passata dal decimo al secondo posto dell'economia mondiale. Difatti oggi la Cina ha una posizione economica molto forte. Eppure la Cina è ancora un Paese sostanzialmente povero. Infatti, il fatto che oggi la Cina sia diventata una superpotenza economica -considerato il suo PIL complessivo- non significa che i suoi cittadini siano diventati tutti ugualmente ricchi, visto che il reddito medio è pari a quello di alcuni paesi africani: 8 mila euro all’anno. Qualcuno, in Cina, è quindi per davvero diventato ricco prima degli altri. Ma non la maggior parte dei cinesi che infatti utilizza ancora gran parte del proprio stipendio per far fronte ai bisogni primari: mangiare, vestirsi, abitare. Un'economia con queste contraddizioni non potrebbe reggere se non ci fosse alle spalle un sistema politico fortemente autoritario. Di fatto la politica e l’ideologia di regime non sono cambiate. È cambiata l’opinione pubblica occidentale. Tanto è vero che il costo della democrazia non rientra negli oneri che l’antidemocratico e pesantemente corrotto Partito comunista al potere in Cina intende pagare. Di tutto ciò i Paesi occidentali sono consapevoli, ma avendo consentito, spesso nello spregio di molte regole, che la Cina raggiungesse un ruolo chiave negli equilibri dell'economia mondiale, oggi non possono che far buon viso a cattivo gioco. E interrogarsi per quanto tempo ancora il modello cinese, sintesi estrema di efficienza economia e democrazia limitata, potrà reggere. In ogni caso, anche se l’evoluzione economica in Cina dovesse continuare, nei prossimi anni non vedo democratizzazione.

 

Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)

 

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China ricos y antidemocrático
 
China en veinte años ha pasado del décimo al segundo lugar en la economía mundial. De hecho, China tiene hoy una posición económica muy fuerte. Sin embargo, China sigue siendo un país pobre sustancialmente. En efecto, el hecho de que hoy en día China se ha convertido en una superpotencia económica -considerato su complessivo- PIB no significa que sus ciudadanos se han convertido igualmente rica, dado que el ingreso promedio es igual a la de algunos países africanos: 8000 euros a 'año. Alguien, en China, por lo que realmente se hizo rico antes que otros. Pero no el hecho de que la mayoría de los chinos todavía utiliza una gran parte de su salario para satisfacer las necesidades básicas: comer, vestirse, vivir. Una economía con estas contradicciones no podía soportar si había detrás de un sistema político altamente autoritario. De hecho, la política y la ideología del régimen no han cambiado. Se cambió la opinión pública occidental. Tanto es así que el costo de la democracia está más allá de los cargos que el antidemocrático y fuertemente sobornó al partido comunista en China tiene la intención de pagar. De todos los países occidentales son conscientes, pero después de haber permitido, a menudo haciendo caso omiso de muchas reglas, que China alcanzó un papel clave en el equilibrio de la economía mundial hoy en día sólo puede hacer el mejor de una mala situación. Y se preguntan cuánto tiempo más el modelo chino, la síntesis extrema de la eficiencia económica y la democracia limitada, podía soportar. En cualquier caso, incluso si la evolución económica de China fueron a continuar en los próximos años que no veo la democratización.
 

Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)

venerdì 21 luglio 2017

L’economia spagnola migliore di quella italiana La economía española mejor que la italiana-


L’economia spagnola migliore di quella italiana

La economía española mejor que la italiana

 

L’economia spagnola migliore di quella italiana

Negli ultimi anni la Spagna ha avuto una crescita tripla rispetto all’Italia: il Pil spagnolo è infatti nel 2016 e nel 2017 é aumentato del 4%.

La Spagna ha fatto una politica di austerità, grazie alle riforme del lavoro che hanno dato mano libera agli imprenditore di fare quel che vogliono (facendo rimpiangere le leggi franchiste come un modello di garantismo).

Invece in Italia, mentre infuria il periodo più nero della crisi, la politica di bilancio sottrae risorse all’economia, perché spende meno di quanto preleva.

Comunque la finanza pubblica non è stata la sola differenza tra l’Italia e la Spagna.

La ripresa spagnola è stata spinta soprattutto da due fattori: i consumi e le esportazioni.

Una parte consistente di soldi pubblici sono andati in sussidi, e infatti il reddito disponibile è salito più in Spagna che in Italia.

Inoltre gli spagnoli hanno risparmiato meno degli italiani (o, detto in altro modo, hanno mostrato una più elevata propensione al consumo).

L’altro fattore sono state le esportazioni, che hanno avuto una crescita vivace, favorite dalla svalutazione interna: i rapporti commerciali della Spagna sono molto orientati verso l’America Latina, e quindi il paese non ha subito come in Italia le sanzioni alla Russia e la situazione problematica dei paesi del Nord Africa.

Inoltre gli spagnoli hanno speso soprattutto all’interno, nell’alimentare, alberghi e pubblici esercizi, quindi le importazioni sono aumentate meno di quelle italiane.

Un altro fattore di vantaggio della Spagna è stata una più ampia disponibilità di credito, derivante anche dal fatto che la crisi delle banche spagnole è esplosa subito, a causa della loro forte esposizione con la bolla immobiliare.

 Questo ha costretto Madrid a chiedere gli aiuti europei per oltre 40 miliardi di euro e ha sostanzialmente risolto il problema.

 I problemi bancari italiani sono figli più di una politica sbagliata (europea, ma anche italiana) che di altro.

Insomma, la Spagna ha fatto una politica di successo dal punto di vista della crescita del Pil, unendo svalutazione interna e spesa pubblica (per mercati di esportazione, per la crisi bancaria esplosa al tempo giusto ed anche perché gli spagnoli hanno deciso di risparmiare meno e spendere di più).

 Il successo sul Pil è stato però pagato duramente dai lavoratori e soprattutto da chi il lavoro l’ha perso.

Come al solito, i grandi capitalisti e banchieri fanno grandi guai, e i poveracci sono chiamati a rimediare.

E poi non va sottovalutato il fatto che in Spagna sta lavorando molto bene una nuovo forza politica (che servirebbe anche in Italia, eccome).

Sto parlando di Podemos che è stato fondato il 16 gennaio 2014 da Pablo Iglesias, che ne è tuttora il portavoce e membro più in vista. Iglesias, 35 anni, è uno scrittore, giornalista e accademico, ma è famoso in particolare per essere il presentatore di alcuni programmi di giornalismo televisivo e per essere stato spesso ospite di numerosi talk show politici spagnoli: è anche un ex membro del Partito Comunista Spagnolo.

Iglesias è stato eletto al Parlamento europeo nelle ultime elezioni, le prime a cui ha partecipato il suo partito. Podemos ha ottenuto l’8 per cento dei voti, conquistando cinque seggi e diventando il terzo partito spagnolo appena quattro mesi dopo la sua fondazione.

Il programma politico di Podemos è giustamente centrato sull’ambientalismo, sulla lotta alle grandi imprese, alle banche e alla finanza.

Prevede incentivi alla piccola impresa, alla produzione locale di cibo, al trasporto pubblico e la nazionalizzazione di gran parte dei servizi pubblici.

 Podemos non si oppone soltanto all’attuale classe politica spagnola, che chiama “casta”, ma come Syriza di Alexis Tsipras in Grecia ha preso anche posizioni molto forti contro l’Unione Europea e la Germania, vista come la causa principale dell’attuale situazione economica del paese, facendo appello a tutte le forze che lottano contro il sistema, non soltanto a quelle che fanno riferimento all’area di sinistra.

 ¡Viva Podemos!

Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

 

 

La economía española mejor que la italiana

 

En los últimos años, España ha tenido un triple crecimiento en comparación con Italia: el PIB español es, de hecho, en 2016 y 2017 se ha incrementado en un 4%.
España ha hecho una política de austeridad, gracias a las reformas laborales que han dado vía libre para el dueño del negocio para hacer lo que quieren (lo que nos arrepentimos de las leyes franquistas como un modelo garante).
Pero en Italia, mientras que hace estragos el período más oscuro de la crisis, la política fiscal resta recursos a la economía, ya que gasta menos de lo que recauda.
Sin embargo, la financiación pública no fue la única diferencia entre Italia y España.
la recuperación de España ha sido impulsado principalmente por dos factores: el consumo y las exportaciones.

Una gran proporción de dinero público fue en subsidios, y de hecho el ingreso disponible aumentó como España e Italia.

Por otra parte, los españoles han ahorrado menos de la italiana (o, dicho de otra manera, mostró una mayor propensión a consumir).

El otro factor fue exportaciones, que han tenido un fuerte crecimiento, impulsado por devaluación interna: las relaciones comerciales de España están muy orientados hacia América Latina, y entonces el país no ha sufrido como en Italia las sanciones a Rusia y la situación problemática de los países del norte de África.
Por otra parte, los españoles han sido realizadas fundamentalmente en el interior, en la alimentación, hoteles y tiendas, y las importaciones aumentaron menos que los italianos.

Otra ventaja del factor de España era más amplia disponibilidad de crédito, también se debe al hecho de que la crisis de la banca española se ha disparado de inmediato, debido a su alta exposición a la burbuja inmobiliaria.
 
Esto ha obligado a Madrid a buscar la ayuda europea a más de 40 mil millones de euros y ha resuelto básicamente el problema.

 Los problemas bancarios italianos son más hijos de una política equivocada (europeo, sino también italiano) y de otra manera.

En resumen, España ha hecho una política exitosa en términos de vista del crecimiento del PIB, la combinación de devaluación interna y el gasto público (para los mercados de exportación, la crisis bancaria explotó en el momento adecuado y también porque los españoles han decidido ahorrar menos y gastar más).
 
El éxito del PIB fue, sin embargo, pagó caro por los trabajadores, y en especial por aquellos que trabajan a los perdidos.

Como de costumbre, los grandes capitalistas y banqueros son un gran problema, ya los pobres se les llama para solucionarlo.

Y no hay que subestimar el hecho de que España está funcionando muy bien una nueva fuerza política (que actuaría también en Italia, está bien).

Estoy hablando de Podemos que fue fundada 16 de de enero de, 2014 Pablo Iglesias, que sigue siendo portavoz y miembro de la vista. Iglesias, de 35 años, es un escritor, periodista y académico, pero es particularmente famoso por ser el anfitrión de varios programas de televisión y periodismo han sido un invitado frecuente de numerosos charla políticos españoles muestran también es un ex miembro del Partido Comunista Español .

Iglesias fue elegido para el Parlamento Europeo en las últimas elecciones, la primera en la que participó su partido. Podemos consiguieron un 8 por ciento de los votos, ganando cinco asientos y convirtiéndose en el tercer partido español sólo cuatro meses después de su fundación.

La agenda política de Podemos se centra con razón sull'ambientalismo sobre la lucha contra las grandes empresas, bancos y finanzas.

Proporciona incentivos a las pequeñas empresas, la producción local de alimentos, el transporte público y la nacionalización de gran parte de los servicios públicos.
 
Podemos no se opone sólo a la clase política española actual, que él llama "la casta", sino como Syriza Alexis Tsipras en Grecia también ha tomado posiciones fuertes en contra de la Unión Europea y Alemania, visto como la causa principal de la situación actual económico del país, apelando a todas las fuerzas que luchan contra el sistema, no sólo a las que se refieren a la izquierda.

 ¡Viva Podemos!

 

Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)