mercoledì 29 aprile 2015

Stadi violenti in Italia ma non in Spagna

Stadi violenti in Italia ma non in Spagna Io sono un tifoso dell’Atletico Madrid e in Spagna non c’è violenza negli stadi come qui in Italia. Negli stadi italiani infatti c’è troppa tolleranza verso gli ultras,i cui leader spesso vengono colpiti dai daspo, cioè dal divieto di frequentare gli stadi di calcio, ma ciò non impedisce loro di continuare a dettare legge, fino al punto di imporre alle squadre di sfilare a capo chino sotto la curva, come è più volte accaduto nei mesi scorsi. È questa sudditanza nei confronti degli ultras che legittima poi illegalità e violenza. Sarebbe opportuno che le società italiane chiudessero ogni rapporto con gli ultras. E allora anche il clima dentro gli stadi comincerebbe a cambiare. Se invece si continuano a legittimare gli ultras , a giustificare le loro gesta, a considerarli interlocutori, non ci sarà tessera del tifoso o tornello che tenga. In Spagna, come dicevo, non c’è violenza. Noi tifosi Colchoneros siamo una comunità leale ed orgogliosa. Infatti l'Atletico è il club della classe operaia di Madrid: lo stemma ne rappresenta l'essenza. Il bianco e il rosso a strisce sulla maglia derivano dal fatto che, tempo fa, le divise erano facilmente ricavabili dai fondi dei materassi (di quel colore). Perciò, “AUPA ATLETI!” , come canta anche Joaquín Sabina, poeta degli eccessi e delle battaglie perse nonché, come me, fervente tifoso dell’Atletico Madrid. Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

martedì 28 aprile 2015

Governo disinteressato al futuro della P.A.

Governo disinteressato al futuro della P.A. Qualche mese fa il Governo ha annunciato l’introduzione della staffetta generazionale, un meccanismo che avrebbe assicurato la liberazione di ventimila posti di lavoro in quattro anni. Ora questa ipotesi del ricambio generazionale prende forma, ma lo fa colpendo i lavoratori. Infatti la possibilità di procedere a nuove assunzioni, per favorire l’ingresso di nuovo personale nella pubblica amministrazione, viene subordinato alla speranza che ci siano dipendenti prossimi alla pensione, disponibili ad optare per il part time ed a versare di tasca propria i contributi necessari per il raggiungimento della pensione. Un’ipotesi irrealistica. Infatti dopo dieci anni di fermo contrattuale ed incessante perdita del potere di acquisto, quanti dipendenti pubblici potranno aderire ad una tale iniziativa che, oltre a dimezzare lo stipendio, impone un’ulteriore decurtazione per il versamento dei contributi volontari? Questa non è altro che l’ennesima beffa che si inquadra nel progetto di smantellamento della pubblica amministrazione. A questo punto sono sempre più convinto che i nostri governanti non abbiano a cuore il futuro della Pubblica Amministrazione. Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

mercoledì 1 aprile 2015

Svolta politica in Spagna

Il 2015 potrebbe essere un anno di svolta per la vita politica spagnola. Sono tante le tornate elettorali in programma. Si parte con le elezioni comunali e regionali del prossimo 24 maggio (si vota tutte le comunità ad eccezione di Catalogna, Andalusia, Paesi Baschi e Galizia), si concluderà con l'evento più atteso: le politiche di novembre. Lo scenario che sembra delinearsi all'orizzonte è assolutamente inedito, questo perché ad un anno dalla sua fondazione il partito della sinistra radicale Podemos sta vedendo aumentare i suoi consensi con grandissima velocità. Nato dal movimento degli Indignados e tenuto unito dal carisamtico leader Pablo Iglesias, Podemos ha ottenuto il suo primo grande successo alle ultime Europee, quando è riuscito a conquistare cinque seggi. Quella percentuale nel frattempo è cresciuta, tanto che oggi Podemos potrebbe essere il primo partito. Lo svela un sondaggio commissionato da Cadena Ser, l'emittente radiofonica di El Pais, il primo quotidiano del paese per diffusione. I risultati sono inaspettati, soprattutto per le proporzioni: molti spagnoli hanno infatti dichiarato che voterebbe per Podemos se le elezioni si tenessero oggi. Podemos raccoglie i suoi voti soprattutto nell'elettorato di sinistra, ma è evidente che molti nuovi sostenitori vengano anche dal fronte popolare. La notizia è ancora più clamorosa se si pensa che la Spagna sta raccogliendo oggi i frutti della politica fatta di tagli e sacrifici imposta dal Presidente del Governo spagnolo. Se i numeri del sondaggio dovessero confermarsi, anche in parte, assisteremmo ad un cambiamento storico: per la prima volta infatti nel paese non esisterebbe il bipolarismo perfetto fatto dell'alternanza tra popolari e socialisti. Questo porterebbe ad un periodo di maggiore instabilità politica, a meno che non vengano fatte alleanze di governo, ipotesi che per il momento Iglesias esclude nel modo più assoluto. La profonda crisi del bipartitismo e l’irruzione di due nuove forze potrebbero quindi trasformare quello spagnolo in un sistema quadripartitico con certe similarità con la prima Repubblica italiana. Mancano ancora dieci mesi alle elezioni, ma il 2015 spagnolo si preannuncia caldo, i due grandi partiti hanno il tempo per provare ad arginare l'emorragia di voti, ma l'ascesa di Podemos è qualcosa con cui sarà necessario fare i conti. Il 24 maggio, molto probabilmente, si farà molta più chiarezza e capiremo quale sarà il futuro politico della Spagna. Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)