giovedì 30 dicembre 2010

Dott. Valter Crudo nominato Prefetto

Su proposta del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 22 dicembre 2010, ha deliberato nomine e movimenti dei prefetti.
Nel dettaglio:
Carmelo Aronica da Viterbo, fuori ruolo presso la presidenza del Consiglio quale commissario dello Stato per la regione siciliana;
Antonella Scolamiero, da direttore centrale presso il Dipartimento dei vigili del fuoco, a Viterbo; Giovanna Stefania Cagliostro, direttore centrale per gli affari generali presso il Dipartimento dei vigili del fuoco, cessando dal fuori ruolo presso la presidenza del Consiglio quale vice commissario del governo per la regione Friuli Venezia Giulia;
Michele Di Bari, nominato prefetto, fuori ruolo presso la presidenza del Consiglio quale vice commissario del governo per la regione Friuli Venezia Giulia;
Alessio Giuffrida, da Pesaro Urbino a Lucca;
Attilio Visconti, a Pesaro Urbino;
Roberta Preziotti, direttore dell’Ufficio centrale ispettivo presso il Dipartimento dei vigili del fuoco;
Tiziana Giovanna Costantino, da direttore centrale degli affari dei culti, a disposizione con incarico di presidente dell’Organismo indipendente di valutazione della performance;
Sandra Sarti, direttore centrale degli affari dei culti;
Antonio Reppucci, da Cosenza a Catanzaro;
Raffaele Cannizzaro, a Cosenza.
Nominati prefetto anche:
Gerardina Basilicata;
Antonino Puglisi, dirigente generale di P.S., a Piacenza;
Carlo Boffi, da Belluno, vice capo Dipartimento dei vigili del fuoco;
Laura Simonetti, a Belluno;
Graziella Palma Maria Patrizi;
Saverio Ordine, ad Arezzo;
Bruno Corda, a Ravenna;
Patrizia Impresa, a Cuneo;
Giacomo Barbato, permanendo fuori ruolo presso l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata;
Maria Tirone, permanendo fuori ruolo presso la regione Campania.
A disposizione con incarico:
Riccardo Compagnucci;
Claudio Sgaraglia;
Laura Lega;
Valter Crudo.
Colgo l'occasione di fare i complimenti in particolar modo al mio carissimo amico, il dott. Valter Crudo, compagno di studi, testimone di nozze e amico da sempre.
Bravo Valter!

giovedì 23 dicembre 2010

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO


BUON NATALE
E
FELICE ANNO NUOVO
DA
MARIO PULIMANTI


HAPPY XMAS
AND
HAPPY NEW YEAR
BY
MARIO PULIMANTI


sabato 18 dicembre 2010

"Padre Pulimanti" nel film "La bellezza del somaro"


"Padre Pulimanti" ringrazia tutti gli amici per gli auguri di compleanno.
Mmmh....per la precisione "Padre Pulimanti" é la particina che Sergio Castellitto mi ha regalato nel suo bel film "La bellezza del somaro" che consiglio nuovamente di andare a vedere.
Andate a vedere "la bellezza del somaro" ed evitate i cinepanett...oni...
UN CONSIGLIO A TUTTI QUANTI DA PARTE DI "PADRE PULIMANTI"!



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Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

giovedì 16 dicembre 2010

La bellezza del somaro



Domani esce il film di Sergio Castellitto "La bellezza del somaro" nel quale sono stato la controfigura di Jannacci (vabbè, lo dico và... ho anche una piccola particina....).

Mi raccomando amici, andate a vederlo:UN CONSIGLIO A TUTTI QUANTI DA PARTE DI MARIO..NE PULIMANTI!

Ah, dimenticavo....domani è anche il mio compleanno...cavolo, ne compirò 55!!!

domenica 12 dicembre 2010

Buon Natale, papà!



Il 20 aprile 1992 è morto mio padre, Antonio Valeriano.

Ed io, da quando Papà non c’è più, mi sento ancor più legato a lui.

Perché mi manca.

Probabilmente è il segno di una volontà che ci vuole legati per sempre.

Mi manca il suo umorismo, la sua acuta osservazione degli altri.

Mi manca la sua educazione, la sua cultura che non esibiva mai.

Mi mancano i giorni di Natale passati insieme a lui.

Mi mancano le sue parole, i suoi messaggi, le sue battute con i tempi comici perfetti.

Questo é il diciannovesimo Natale che Antonio Valeriano non c’è più.

E oggi vorrei tanto telefonargli per dirgli, sottovoce, che gli voglio sempre bene.

Che lo ricordo com’era veramente: un Papà speciale.

Un Papà intelligente.

Soprattutto un Papà buono.

Buon Natale, papà!

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

giovedì 9 dicembre 2010

Io, Mario Pulimanti, controfigura di Enzo Jannacci nel film "La bellezza del somaro"





Il 17 dicembre uscirà il film di Sergio Castellitto "la bellezza del somaro" nel quale io sono stato, per l'intero film, la controfigura di Enzo Jannacci.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

martedì 30 novembre 2010

Sara Pulimanti compie 5 anni: auguri!!!!





Oggi Sara Pulimanti, la figlia di mio fratello Stefano, compie 5 anni.
Sara, infatti, è nata il 30 novembre 2005, proprio nel giorno di S. Andrea, festa del Santo patrono di Collevecchio, paese d’origine di noi Pulimanti.
Sara, oggi una pioggia di stelle cadrà dal cielo!
La terra si riempirà di piccole sfumature luccicanti!
Quando le guarderai penserai a tuo zio Mario che ti fa un mare di auguri!!!
Buon compleanno, Sara.

domenica 28 novembre 2010

Mi toglierò i sassolini dalle scarpe




Non mi aspettavo un epilogo del genere.
Ho visto intorno a me un mare di volti e sguardi non sempre facile da decifrare, in questi ultimi mesi trascorsi a vagheggiare e accumulare tutto quel mondo che, pur non volendolo, mi portavo dietro, e condizionava il mio comportamento, le mie azioni, i miei pensieri. Ho visto intorno a me una montagna di immagini e suggestioni, fatti e leggende, suoni e rumori, parole e idee, ombre e colori, progetti e delusioni, urli e mormorii, tanfi e profumi, miserie e splendori, lacrime e sorrisi. Scene, scene, e ancora scene, che il tempo aveva già elaborato nella mia immaginazione, componendo ogni singola inquadratura, scegliendo ogni singolo volto, fissando i dialoghi dei personaggi, tracciando ogni loro percorso. La mia é una ricerca. Una ricerca c’è sempre, un cercare qualcosa, un trovare se stesso. Non si può essere sempre qualcun altro. Bisogna avere un ruolo proprio. Le maschere fanno parte di un modo di essere, che io rifiuto. Io sono solo me stesso. Ora spero di togliermi qualche sassolino dalla scarpe, Sono certo che mi prenderò molte rivincite. Adesso devo solo tranquillizzarmi, ma tra un pò farò valere i miei diritti e farò luce su quello che mi è accaduto in precedenza. Magari già oggi pomeriggio al teatro Manfredi, chissà! Del resto, togliersi i sassolini dalle scarpe da una enorme sensazione di sollievo.... Io negli ultimi tempi ne ho accumulati tanti (un'intera cava direi) e piano piano cerco di liberarmene.... Mi rendo conto che per togliermi alcuni sassolini devo scendere ad un livello che non è il mio... Devo scendere al livello delle persone con cui ho delle cose in sospeso... So che molti mi hanno detto che l'indifferenza è la migliore arma, ma in questo specifico caso non concordo... «Ho un sassolino nella scarpa, ahi, che mi fa tanto tanto male, ahi, Batto il piede in su, batto il piede in giù… giro, mi rigiro, sembro Belzebù…» La canzone di Natalino Otto mi fa capire che mi sono stancato di sentirmi parlare alle spalle.... Inoltre mi sono sempre chiesto: ma chi va in giro a costruire quadrati sull'ipotenusa? Ad maiora! Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

venerdì 26 novembre 2010

ASPETTANDO GODOT AL TEATRO MANFREDI




Aspettando Godot (En attendant Godot, 1952)

Pozzo. Le lacrime del mondo sono immutabili. Non appena qualcuno si mette a piangere, un altro, chi sa dove smette. E così per il riso. Non diciamo troppo male, perciò, della nostra epoca; non è più disgraziata delle precedenti. Ma non diciamone neanche troppo bene. Non parliamone affatto.

Pozzo. Poco fa mi chiamavate signore, tremando. Adesso mi fate delle domande. Qui va a finire male.

Estragone. E adesso che facciamo?

Vladimiro. Non lo so.

Estragone. Perché?

Vladimiro. Aspettiamo Godot.

Estragone. Già, è vero.


.........

Aspettando Godot : grandissimo successo a Parigi e poi in tutto il mondo.

I due protagonisti attendono un enigmatico personaggio che simboleggia forse l'irraggiungibilità o l'inesistenza di Dio.

Due vagabondi, Vladimir ed Estragon, attendono un personaggio misterioso, Godot; ma non conoscono né l'ora né il luogo in cui poterlo incontrare, ma soprattutto non sanno cosa fare nell'attesa.

Ad un tratto arriva sulla scena qualcuno, ma non si tratta di Godot: arrivano un vecchio, Lucky, carico di bagagli e tenuto al guinzaglio dal suo padrone, Pozzo, che vuole venderlo al mercato.

Più tardi un ragazzino annuncia che Godot non arriverà questa sera ma l'indomani.

Nel secondo atto ricompaiono tutti i personaggi del primo: Pozzo è cieco e Lucky muto.

Pozzo vorrebbe sapere che ore sono e dove si trova ma non riceve risposta.

Cala il buio: ricompare il ragazzo che annuncia che Godot non verrà neppure questa sera, ma sicuramente domani.

Ma si capisce che l'attesa sarà vana domani, sarà vana sempre.


.....

Quando fu chiesto a Beckett, in occasione della prima americana di Aspettando Godot, regia di Alan Schneider, chi o cosa rappresentasse Godot, rispose: "Se lo sapessi, l'avrei detto nel dramma".

..........

Nel corso degli anni ho apprezzato parecchie produzioni, inclusa una memorabile con Ugo Pagliai (Estragone) ed Eros Pagni (Vladimiro).

Per come io conosco Didi e Gogo, essi sono cupi, vaudevilliani, un po’ lenti nel capire e malinconici.
E’ importante che il ritmo trasmetta la sospensione del tempo.
Sono la noia ed il tedio delle loro vite che rendono reali i loro comici tentativi di suicidio su quell’albero tristemente sterile. Avere la cadenza giusta è assolutamente cruciale.
Se fatta troppo lentamente la commedia diviene mortale e snervante.

Ma, nella rappresentazione che si svolge in questi giorni al Teatro Manfredi di Ostia, il ritmo imposto da Claudio Boccaccini è fin troppo veloce.

Nei primi momenti della commedia é facile credere a Didi e Gogo, più che altro per il modo crudo e diretto con cui recitano il dialogo.

Forse, però, non viene lasciato abbastanza tempo per assorbire l’assurdo tedio e la poesia della loro disperazione.

In ogni caso, gli interventi comici prendono forma quando Gogo chiede una carota, ha bisogno di aiuto per andarsene o quando più tardi si mette le scarpe.

E, appropriatamente abbigliati nei logori costumi, Pietro de Silva e Felice Della Corte, nei panni di Didi e Gogo, sembrano effettivamente essere i disperati vagabondi con tendenze suicide di Beckett.

Il dialogo ci fa capire che hanno girato molto e che hanno perdite di memoria in cui un giorno scivolava nell’altro senza distinzione per 50 anni.

Del resto, in questa commedia il tempo è essenziale.


Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

giovedì 25 novembre 2010

Amicizie false




Carissimi, nella mia vita ho sempre cercato di dare veramente tanto.
Ho amato, ho rispettato, ho compreso e, soprattutto, sono sempre stato molto sincero con le mie amicizie.
I valori che ho appena citato sono per me fondamentali per la costruzione di un solido rapporto di amicizia.
Ho avuto un paio di veri amici, anche se, per la verità, l'amicizia vera veniva soltanto da me.
Col tempo ho dovuto scoprire che quei valori per me tanto importanti non erano evidentemente altrettanto importanti per alcuni miei “amici". .
A 55 anni suonati, mi ritrovo con una marea di conoscenze, diverse amicizie, ma poche amicizie profonde, di quelle con la A maiuscola, di quelle alle quali puoi raccontare non importa cosa, sapendo di essere capito e, anche se non lo sei, sa consigliarti per quello che è davvero meglio per te, e non per quello che vorresti sentirti dire, di quelle amicizie che sanno che ci sei sempre, non importa quanto la tua vita sia piena.
E che ci sono per te.
Mi sorge il dubbio che forse, chi parla di grandi amicizie creda nell'idea di tale sentimento ma che, fondamentalmente, la vera amicizia sia in effetti rara.
Che dite, parlo da deluso o concordate con me?

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

venerdì 12 novembre 2010

Fatti gli affari tuoi




Credo sia abbastanza difficile cercare di crearsi una vita serena badando solo alle proprie tendenze mentali, ai propri problemi, alle questioni della vita reale,alle abitudini, alle contraddizioni e alle complicazioni della vita.
Ma quando ti senti in dovere di occuparti anche dei problemi degli altri, il tentativo di raggiungere una maggiore serenità mentale diventa praticamente impossibile. Quante volte ci sorprendiamo a dire cose come : “Non lo farei se fossi in lui”, oppure “Non riesco a credere che abbia fatto una cosa del genere”, o ancora “Secondo me, tra di loro è successo questo e quello”…… Quante volte ci sentiamo seccati e irritati per cose che tu non solo non puoi controllare o migliorare, ma che proprio non sono affar tuo? Non vi sto consigliando di fregarvene del prossimo. Vi sto solo invitando a capire bene quando è giusto intromettersi in qualche cosa e quando è meglio lasciar perdere e pensare agli affari propri…che son sempre tanti e incasinati. Occuparsi degli affari propri va ben oltre evitare la tentazione di cercare di risolvere i problemi degli altri. Significa anche evitare di parlare dietro la schiena della gente, analizzare gli altri e pensare di aver capito chissà cosa dai comportamenti altrui. Uno dei motivi per cui molti di noi badano tanto ai problemi e alle mancanze degli altri, è per evitare di badare ai propri. Quando ti sorprendi ad impicciarti di cose che proprio non ti riguardano, prova ad aver un po’ di umiltà e la saggezza di tirarti indietro. In un batter d’occhio libererai tonnellate di energia per concentrarti invece sulle cose davvero importanti. Insomma…fatti gli affari tuoi!!!!!! (..io per primo)! Mario Pulimanti

martedì 9 novembre 2010

Concerto al Teatro Manfredi con Francesco Cuomo e Peppino di Capri



Ieri, lunedì 8 novembre, al teatro Nino Manfredi ho assistito ad un bellissimo concerto di musica napoletana, diviso in tre parti.
Nella prima parte si sono cimentati due cantanti lirici insieme al gruppo “In...cantando” in un repertorio di brani classici napoletani e da operette).
Nella seconda parte abbiamo ascoltato la splendida voce di Francesco Cuomo.
L’osservazione più ricorrente sugli spettacoli del maestro Cuomo è la sorpresa di una "novità" rispetto ad un repertorio abusato da più di mezzo secolo da tanti artisti: dalle villanelle del 1500 alle canzoni di Sergio Bruni di venti anni fa.
Gli arrangiamenti essenziali e la voce di Cuomo sostengono un punto di vista mai focalizzato da pur eccellenti interpreti e commentatori della storia della canzone napoletana.
Svaniscono il lamento e l’oleografia, affiorano una poesia alla ricerca del vero ed una storia senza abbellimenti o ideologismi.
Abbracciando le diverse epoche e stili, Francesco Cuomo ha espresso il concetto, attraverso alcune canzoni, il desiderio che si manifesti la bellezza, la malinconia come avvertimento della vicinanza dell’infinito, l’amore pieno di dolore ed il dolore pieno d’amore, l’attesa piena di speranza di un bene che non cambia strada.
A dare energia e gioia si è manifestato, con la splendida voce di Cuomo, quell’accento di euforica brillantezza che lui tende ad attenuare con fraseggi vocali di levigata compostezza, non dimenticando, altresì, il coinvolgimento del pubblico.
La terza parte è stata dedicata ad una voce, uno stile, un personaggio che non conosce generazioni: Peppino di Capri.
La serata si è prefissa l’obiettivo di riuscire a completare una scuola in Uganda.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

giovedì 4 novembre 2010

"Il cimitero di Praga" di Umberto Eco




Boom di vendite in libreria per il nuovo romanzo di Umberto Eco.

E così la casa editrice Bompiani ha già deciso la prima ristampa di “Il cimitero di Praga”. Centomila copie saranno pronte nel giro di pochi giorni, per soddisfare le richieste già nel prossimo fine settimana.

La prima tiratura del romanzo che ha per protagonista il falsario ottocentesco Simone Simonini è stata di 230mila copie.

Una tiratura imponente, data la fama e la popolarità dell'autore, ma non sufficiente, evidentemente, a far fronte ai tanti lettori che nello scorso fine settimana si sono riversati nelle librerie per acquistare il libro, anche sull'onda delle polemiche sollevate da “L'Osservatore Romano” e dal rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni in occasione dell'uscita.

Da più parti è stata infatti espressa preoccupazione per il messaggio ambiguo che il romanzo lancerebbe sull'antisemitismo narrando la storia dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

mercoledì 27 ottobre 2010

FUTURO E LIBERTA', IL 31 OTTOBRE AL CINEMA ADRIANO




FUTURO E LIBERTA', IL 31 OTTOBRE AL CINEMA ADRIANOLA PRIMA ASSEMBLEA DEI CIRCOLI DI GENERAZIONE ITALIA
Il 31 ottobre al Cinema Adriano si terra' la prima assemblea dei circoli di Generazione Italia del Lazio, alla presenza di Gianfranco Fini. Per quella data in realtà potrebbe trattarsi già di una convention dei militanti di Futuro e Libertà nel Lazio. La fondazione del nuovo partito che fa capo all'ex segretario di An e' attesa per i prossimi giorni e gli iscritti a Generazione Italia diventeranno automaticamente anche tesserati di Fli. Lo scorso 2 ottobre all'Hotel Princess si e' svolta una prima riunione degli aderenti ai 102 circoli di Generazione Italia che attualmente esistono nel territorio regionale. "Per il 31 ottobre sono convinto che arriveremo a 200 circoli, gli iscritti confluiranno automaticamente in Futuro e Libertà quando diventerà un partito a tutti gli effetti" spiega l'europarlamentare e coordinatore romano di Fli Potito Salatto. La nuova formazione politica assicura il suo sostegno al centrodestra ed alle giunte Alemanno e Polverini, ma rivendica spazio per le sue proposte. "Noi siamo sostenitori delle giunte Alemanno e Polverini, perché le abbiamo votate – prosegue Salatto - però, o loro prendono atto di questa nuova realtà ed accettano i nostri suggerimenti e le nostre critiche, o dovremo prendere le distanze". Nelle prossime settimane e' atteso un possibile rimpasto della giunta Alemanno a seguito dell'aumento degli assessorati legato alla creazione di Roma Capitale, per Salatto: "Dopo il rimpasto ci sarà qualche adesione a Futuro e Libertà tra i consiglieri comunali". Poi aggiunge: "Con le amministrazioni comunali non abbiamo le mani legate, alle prossime amministrative sul territorio ognuno potrà scegliere le alleanze che vuole". Discorso diverso in Consiglio regionale. "In Comune aspettiamo che Alemanno faccia il suo rimpasto, poi valuteremo - sottolinea Antonio Buonfiglio, sottosegretario all'Agricoltura e coordinatore regionale di Fli - non vogliamo fare da sponda o prestarci a giochetti di chi vuole una poltrona, ne' a raccogliere i delusi. In Consiglio regionale invece credo che quanto prima potrebbe avvenire qualcosa". Attualmente alla Pisana Fli ha come referente privilegiato Rocco Pascucci, capogruppo dell'Mpa, presente alla riunione dei circoli di Generazione Italia. "Ho scelto l'Mpa una settimana dopo essere stato eletto, se in quel momento ci fosse stato già Fli avrei fatto quest'altra scelta - spiega Pascucci - oggi non ci sono motivi per cui io lasci l'Mpa, però mi auguro che qualche altro consigliere crei il gruppo di Fli, con cui sono aperto al dialogo". Pascucci sottolinea il rischio "che nel Lazio con la Polverini si ripeta quello che avviene al governo, c'e' uno solo che decide assieme a pochi altri". Ed aggiunge: "Non vorrei che anche qui a decidere siano solo la Polverini e l'Udc. Io faccio parte della maggioranza, ma ad esempio del piano della rete ospedaliera so solo quello che ho letto dai giornali, non sappiamo in che direzione stiamo andando".

Mario Pulimanti

venerdì 15 ottobre 2010

FACEBOOK



Su Facebook sono sempre più diffusi profili fasulli con foto e nickname finti.
Il motivo? Semplice, la gelosia. Aprendo un account taroccato, infatti, si fa amicizia col proprio partner per vedere come si comporta. Chi si nasconde, poi, non si rivela. Così spesso la relazione prosegue su due binari paralleli, da un lato la vita reale, dall'altro il web sottotraccia. E questa non è l'unica modalità di tentativo di controllo aperta da Internet per i malati di gelosia. Ci sono anche software-spia da montare sul pc del partner per controllare i messaggi che arrivano dai social network, come Facebook. Un'ossessione di controllo che può facilmente diventare paranoia. Una cosa è guardare una persona di fronte a te leggere un libro, altra è farlo da un pertugio, dietro una porta chiusa. I social network diventano così una sorta di buco della serratura, per spiare i movimenti dell'altro. Dalla curiosità alla smania di controllo il passo rischia di essere troppo breve. Così si avvelena un rapporto, senza che poi sia accaduto niente di realmente grave, almeno sul piano reale. Un fenomeno, quello dei falsi nickname, in aumento. Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

martedì 12 ottobre 2010

Ciao, papà!




Davanti al camino, sfoglio un album di fotografie.
Sorrido vedendo le foto di papà.
Da quanto è morto?
Da diciotto anni.
Ne è passato di tempo, ormai, ma il ricordo è ancora vivo.
Bruciante.
Proprio come allora.
Da quando papà non c’è più,mi sento ancor più legato a lui.
Perché mi manca.
Probabilmente è il segno di una volontà che ci vuole legati per sempre.
Mi manca il suo umorismo, la sua acuta osservazione degli altri.
Mi manca la sua educazione, la sua cultura che non esibiva mai.
Mi mancano le sue parole, i suoi messaggi, le sue battute con i tempi comici perfetti.
Mi manca la sua faccia tonda, aperta e fiduciosa.
Con un accenno di opulenza che lui per altro portava con molta leggerezza.
Mi manca la sua stuzzicante ingenuità sempre pronta a rilevarsi in un sorriso.
Ricordi…
Tornano sempre, anche quando non dovrebbero…
Brandelli di passato.
Stilettate di dolore, di angoscia.
“La vita è solo un sogno.”
Quella frase, le ultime parole di un uomo che credevo invincibile.
Immortale.
Oggi vorrei tanto telefonargli per dirgli, sottovoce, che gli voglio sempre bene.
Che lo ricordo com’era veramente: un papà speciale.
Un papà intelligente.
Soprattutto un papà buono.
Quando mi addormento in poltrona, mentre nel camino il fuoco si spegne lentamente, sulle pagine lucide dell’album spiccano ancora le tracce delle mie lacrime.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)


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Papà era un poeta.
Questa è una delle sue ultime poesie.
L’ha scritta pochi giorni prima di morire.
E’ dedicata al suo primogenito.
E’ dedicata a me.
Ciao papà!

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La morte non è niente.

La morte non è niente.
Sono soltanto nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io, e tu sei sempre tu.
Ciò che eravamo prima uno per l’altro, lo siamo ancora.
Chiamami “Papone”, col vecchio vezzeggiativo, che ti è familiare.
Parlami nello stesso modo che hai sempre usato.
Non cambiare il tono di voce.
Non assumere un’aria forzata di solennità o di tristezza.
Ridi come facevi sempre ai piccoli scherzi che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Gioca, ridi e pensami.
Il mio nome sia sempre la parola familiare di primapronunciato senza enfasi, senza traccia di tristezza.
La mia vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto.
È la stessa di prima.
C’è una continuità che non si spezza.
Perchè dovrei essere fuori dalla tua mente?
Solo perchè sono fuori dalla tua vista?
Ti sto aspettando, solo per un attimo, in un posto qui vicino,proprio dietro l’angolo.
Va tutto bene, Mariuccio!

Antonio Valeriano Pulimanti


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martedì 5 ottobre 2010

SOLE MALEDETTO



Parlo di esistenze nascoste e ambigue,


passioni tristi,


seduzioni basse


e chiacchiere da cuscino;


su binocoli e cannocchiali,


voyeurismi pericolosi


e cleptomanie gaglioffe.


Non riesco ad agire


perché per tutto il tempo,


nonostante gli scoppi d’indignazione,


penso di commettere un terribile errore,


una sequela


di terribili errori.



solemaledetto1


Le cose non possono stare


come io sono sempre


più certo che stiano.


“Che cosa sto facendo?”


mi chiedo sgomento


mentre ritraggo il pugno


che ha appena sfiorato


la parete, contrito;


mentre distruggo deliberatamente


la mia carriera.



solemaledetto3





Ricordo i cortili della Garbatella


quando noi bambini


giocavamo a calcio,


con i pantaloni corti,


le bretelle,


il pallone supersantos


comprato alla bottega


facendo una colletta.


Ricordo il Parco dell’EUR.


Mi sembra di sentire


il profumo dei suoi alberi


di eucalipto.


Ah, gli anni sessanta!



solemaledetto4


Qualcuno mi minaccia?


Non siamo arrivati a quel punto.


Qualcuno mi tormenta.


Ma c’è dell’altro.


Qualcosa mi turba.


Sono disorientato


da come va il mondo


e cerco delle risposte.


Forse sto guardando


nei posti più sbagliati,


ma intanto guardo.


Vedo un futuro


per niente roseo


davanti a me.


Scuoto la testa.


Non lo so.


Potrebbe essere tutto diverso.


Oh, sì. Suppongo.


Per tutti gli dei,


l’unica soluzione


è alzarsi


e provare


a fare qualcosa


per distrarmi.



solemaledetto41


Fin da piccolo


mi sono posto


alcune domande


che non hanno risposta:


da dove vengo?


a chi appartengo?


chi sono?


sono domande


che possono sembrare


banali


ma non è così.



solemaledetto11


Mi sono sempre chiesto


cosa c’era


prima di me,


da dove veniva


chi mi ha voluto.


A quale luogo mentale appartengo?


Mio padre,


mia madre,


la loro città, Roma,


sono stati il principio della mia vita,


ma sento di venire


da molto più lontano


forse da un altro pianeta;


in me ci sono


tanti interessi


che non trovano


una corrispondenza familiare.



aquila


Tutte queste cose


mi fanno pensare


che sono anche


figlio


di un mondo


senza confini geografici


e nel contempo


figlio di un’infanzia


che mi ha fatto essere


l’uomo che sono.


Ma troppe domande rimangono insolute


e allora


ho pensato


di cercare le risposte


nelle storie


della mia famiglia.



solemaledetto2


Ho forse


ereditato


qualcosa


del D.N.A.


dei miei antenati?


Chissà


se loro


amavano scrivere,


se amavano il bello,


il colore,


i fiori,


il mare,


la natura…


insomma


le cose


che


piacciono a me?


Chissà


se erano etruschi,


tutto è possibile.



solemaledetto5


La mia anima non sembra tormentata


ma lo è


perché tutte queste domande


non mi fanno esser tranquillo.


Io amo definirmi


una mente pensante


non una persona


perché così mi vede la gente


che mi sta intorno.


Naturalmente non i miei amici veri


perché quelli


mi considerano


come uomo


e come persona!


Ma sono pochi


quelli che la pensano così.


Vedete


quante


domande


mi


pongo.



solemaledetto12


Da piccolo


ho sempre sentito il bisogno


di raccontarmi favole.


Ho tante cose


da dire


ma non so


dove



come


le vado a trovare.




Sembra quasi


che tutto


voglia parlare


di un passato da raccontare,


ma io


che posso raccontare


se non quello


che ho sentito fabulare?



solemaledetto6


Mi sarebbe più facile


raccontarmi


per quello che sono stato


e per quello


che sono attraverso


ciò che provo,


ma quello che mi appartiene


sarebbe


un mondo di tristezza


mescolato all’allegria


che


ha sempre un bambino


o uno dotato


di un carattere gioioso.


Scende ancora la pioggia


ed io sono


qui davanti


alla mia finestra lidense


a ricordare


le mie domande iniziali.



solemaledetto7


Con questa vita frenetica


si può solo ricordare


con rimpianto


il bel mondo antico


dove


la tranquillità


era di casa.


Ora


questo solo


rimpiango:


non essere


più figlio


di quel tempo!


Di quel tempo


che permetteva


anche


molte ipocrisie


oggi


meno facili!


Credo


di aver dato


a me stesso


delle risposte significative


sul mio passato


e


sul mio futuro,


sugli amici vecchi e nuovi,


su chi mi crede una mente pensante,


cioè quasi un robot


senza un cuore,


né un passato


né futuro.




solemaledetto8


Da queste risposte


è emerso


che


io


un cuore


ce l’ho


e


che dev’essere


tenuto a bada.


Ho scoperto


che


ho un passato,


un presente


e un futuro.



solemaledetto9


Ma intanto


la pioggia


se n’è andata,


e non penso


più di provenire


da un altro pianeta.


Ora


so di appartenere


a questo mondo.


Di essere stato voluto


da mio padre


e


da mia madre.


Di avere


molti amici


anche se alcuni


non mi hanno meritato


o forse


non mi hanno capito.



solemaledetto10


Non sono


venuto


da qualche


galassia sconosciuta:


sono uno di voi,


e questo mi conforta!







Dopo aver passato la giornata a Roma, in tarda serata torno a Ostia.
Seduto in veranda, sento i canti serali degli uccelli nascosti tra gli alberi.
L’aria tiepida risuona dei loro canti.
Sono le nove di sera.
E’ una magnifica serata di inizio ottobre, e la giornata è stata bella.
Rifletto: ho cambiato punto di vista sulle cose.
Ero fortunato. Il lavoro mi dava stimoli. Ora non più.
Credevo nella giustizia. Ora non più.
Credevo negli ideali. Ora non più.
Avevo un sacco di carne al fuoco. Si è bruciata.
Ero coinvolto in progetti interessanti. Sono svaniti nel nulla.
Il cibo mi ha fatto venire la nausea.
Sospiro con aria dolente.
Pensare mi manda in paranoia.
Scuoto la testa.
Mi trovo insopportabile, e perdo il controllo: “Mario, sei solo un cinico cantastorie” sibilo, tanto forte da farmi sentire.
Gabriele rimane senza fiato. Il mio auto-insulto è sbalorditivo. “Che dici, papà?”. Se ne va via disgustato, rivolgendomi un ghigno insolente.
Ho le mani fredde. Fisso la luna.
Schiocco le dita colto da un’illuminazione.
Domani vado al mare. Mi pare una bella cosa. Lo è.
Mi stringo le mani. Rientro a casa.
Auguro buona notte a Alessandro.
Gabriele mi guarda e fa dei gesti goliardici con le mani.
Simonetta mi tiene gli occhi addosso.
Non ricambio il suo sguardo.
Faccio una doccia; il bagno è piccolo e pulito.
L’acqua è calda, il sapone ha un ottimo profumo.
Rimango sotto il getto e mi levo la puzza di sudore e rabbia dalla pelle.
Prendo la schiuma da barba.
Mi rado con vari movimenti verso il basso.
Mi guardo allo specchio.
Indugio ad ascoltare le voci in salotto, all’altro lato della casa.
Entro in camera.
Mi sdraio sul letto.
Incrocio le braccia e fisso il soffitto.
E poi mi addormento.


aquila1


Mario Pulimanti


(Lido di ostia -Roma)