giovedì 31 luglio 2008

Voto in condotta

Mi chiamo Mario. Mario Pulimanti e faccio l’impiegato. Ho preso l'abitudine di firmarmi evidenziando, oltre il nome, anche la mia località di residenza. E' diventato il mio inconfondibile marchio di fabbrica. Sono immerso nei miei pensieri che, in qualche punto del loro intreccio, del loro mulinello, contengono una variante della stessa domanda: perché c’è oggi chi chiede a gran voce una legge a favore del voto in condotta? Che barba: non si può più aprire il giornale senza imbattersi in dichiarazioni pro o contro il voto in condotta. Infatti è già sostanzialmente pronto il disegno di legge con il quale il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, tra le altre cose, restituirà valore al voto in condotta ai fini del giudizio complessivo sul rendimento degli studenti. Nel disegno di legge verranno tracciate alcune linee generali per ripristinare nelle scuole serietà e disciplina e arginare i tanti episodi di bullismo che la cronaca registra ogni giorno. È probabile che per consentire che il voto in condotta venga reintrodotto già dal prossimo anno scolastico, si ricorra, per la questione specifica, a un decreto legge. Ma non è solo con il voto in condotta che il ministro intende intervenire. Nei giorni scorsi la Gelmini, accogliendo una proposta lanciata da una giovane parlamentare in commissione, ha sottolineato l'opportunità di far rimettere il grembiule agli studenti: E sempre nell'ottica di un maggior rigore potrebbero tornare anche gli esami di riparazione, mantenendo però i corsi di recupero in modo da non gravare sui bilanci familiari con il ricorso alle ripetizioni private. Insomma, sarebbe comunque una versione riveduta e corretta, anche alla luce dei primi esiti dell'obbligo di recuperare i debiti formativi prima dell'avvio del successivo anno scolastico. Mentre sono ancora in corso in molte scuole i corsi organizzati per consentire ai ragazzi di colmare le lacune mostrate durante l'anno, qualche istituto si è rimboccato le maniche per tempo e ha già ultimato le verifiche post-recupero mostrando una percentuale di maggiori bocciati rispetto all'anno precedente. Buone iniziative. Sono completamente d’accordo. Riflettendo, cammino. Ho un leggero soprassalto, che per un istante mi fa dimenticare dove sto andando: non mi sono accorto di essere molto vicino al mare. Dunque in un attimo arrivo al Pontile. Intorno a me, il mare.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

mercoledì 30 luglio 2008

Bloccate le assunzioni dei precari




E’ una limpida giornata di sole, a fine luglio. Collevecchio, un delizioso vecchio e tipico paesino di campagna della Sabina meridionale, un centinaio di case, un migliaio di abitanti. Uno di quei posti in cui passare qualche giorno di vacanza, o magari una vita intera lontano dal caos delle città: un posto tranquillo, insomma. Ed è qui, vedendo il telegiornale nel salotto di mia suocera, che mi è giunta la notizia che il governo non fa marcia indietro: la norma sui precari resta nella manovra economica. Nonostante le prese di distanza di diversi ministri, tra i quali Brunetta e Sacconi, alla fine è passata la linea del Tesoro di confermare la misura che blocca le assunzioni dei precari che si rivolgono al giudice per ottenere un contratto a tempo indeterminato. Protestano anche le casalinghe che rischiano di vedersi togliere il vitalizio. L'opposizione e Veltroni promettono attacco al Senato. Con un appello al dialogo ieri è intervenuto anche il presidente della Repubblica Napolitano. Ah, adesso sì che mi sono rovinato la giornata. Questa notizia mi risulta molesta quanto il trapano di un dentista. Senza commenti…

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

giovedì 17 luglio 2008

OGM

Ecco: sto scrivendo perché mi sono spaventato nel leggere che la trippa e la polenta sono cancerogeni.
Il pesto anche, immagino, invece, che il cous cous sia sanissimo.
Che tristezza!
I fautori degli Ogm e del cibo Frankenstein sembrano voler cancellare persino i piatti simbolo della storia gastronomica italiana, avvelenare (con la paura, l’ansia, la minaccia) il grande gusto della tradizione, in un tentativo di sradicamento che, peraltro, tocca numerosi altri ambiti.
Occorrerebbe protestare per questi attentati, non solo al buongusto, ma anche al nostro palato!
Protesta, infatti, l’associazione Slow Food, che ha lanciato nei giorni scorsi un appello: “Più biodiversità, meno Ogm”, perché davvero non può essere vero che il cibo delle nonne faccia male e quello geneticamente modificato renda invece più giovani e aitanti.
Alla mobilitazione hanno risposto molti ristoranti sparsi in tutta Italia.
Un tuffo nella sana tradizione italiana, alla faccia di chi, forse, ci vorrebbe tutti a fare la fila da Mc Donald’s.
Lo sforzo è necessario, mentre si moltiplicano i tentativi di propagandare gli alimenti geneticamente modificati come più sicuri e buoni.
Serve, invece, grande chiarezza, corretta informazione, difesa dei prodotti tradizionali e di chi li coltiva, rispetto dell’ambiente e della salute dei consumatori.
Sono molti ormai gli Enti locali (tra Regioni, Province e Comuni) che hanno già promulgato norme per dichiararsi “Ogm-free”, liberi da Ogm.
Anche io vorrei, oggi idealmente schierarmi su questo fronte sempre più vasto, armandomi… di buon appetito.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

lunedì 7 luglio 2008

Sono un emerito imbecille

Ostia. Attraverso il cortile acciottolato di Piazza Rendina, vicino Corso Duca di Genova. La macchina è parcheggiata in fondo alla piazza., davanti al cancello che separa Faber Beach dal mare. Giro la chiavetta dell’accensione e premo energicamente sul pedale dell’acceleratore. La macchina si risveglia tossicchiando. Mi porto sul lungomare, mentre la velocità aumenta in modo lento, ma regolare. Tiro giù il finestrino, inspiro una boccata di quest’aria fresca che mi schiaffeggia il viso. Sfrecciando lungo le strade del litorale, oltre il Pontile e la Rotonda, mi sento più potente di come sono in realtà. Una piacevole illusione. Non mi permetto di pensare a Simonetta, alla distanza che in questo momento sembra crescere tra noi due. Dopo otto o nove chilometri di dune e mare, la strada che sto percorrendo diventa la via principale di Torvajanica, la località più vicina. C’è un mercato nel mezzo della strada costeggiata da lunghe file di bassi edifici con le facciate di colore bianco. Alcuni sono adibiti a negozi, altri immagino siano le case di vacanzieri romani. Fermo al semaforo, ne approfitto per frugare nel borsello alla ricerca di una mentina. Parcheggio. Entro in un bar. Bevo un cocktail. Penso che sono nato a Testaccio, ho vissuto tanti anni alla Garbatella e ora mi ritrovo a Ostia. Non l’ho mai detto a nessuno, ma tutte le volte che penso che sono un pendolare sento la tristezza calarmi addosso come una nebbia. Ormai vedo il mondo con gli occhi completamente diversi e non posso fingere che non sia così. Mi sento un nodo allo stomaco. Non vedo, comunque, nessuna ragione valida per andare a stare altrove. Sembro sul punto di iperventilare. Falso allarme. Sono un emerito imbecille. Scoppio a ridere. Proprio così.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

G-8 a Hokkaido

Molti, ritenendo che il mondo non è mai stato tanto vicino alla distruzione, affermano che molte sono le cause di questa corsa alla distruzione, a cominciare dalla gravissima scarsità di acqua, petrolio, gas, carbone e altre risorse naturali.
I paesi ricchi come Stati Uniti, Giappone e Cina si sono accaparrati la fetta più consistente di queste risorse, lasciando alle nazioni più povere gli avanzi.
Io, uomo di pace, ritengo che il problema trascende quello, storico e complesso, di chi ha e chi non ha.
E’ fondamentalmente una questione di ignoranza e intolleranza, elementi pressoché inscindibili. Quasi mai ci si imbatte nell’ignoranza senza la sua perversa gemella, l’ignoranza.
Alcuni, invece, ritengono che la fine del mondo é sì vicina, ma per motivi di ordine morale.
Pazzi fanatici. Adepti al culto di Geova che credono in un’ecatacombe purificatrice, che spazzerà via ogni corruzione e riporterà Geova nel mondo, dopo che questo sarà stato purificato.
Io, a mia volta, ritengo indispensabile il ruolo del G-8, indispensabile per affrontare i crescenti problemi comuni.
Oltre ai temi economico-finanziari e del rincaro delle materie prime, il G-8 ora tratta i problemi dell’Africa e dell’ambiente, la proliferazione nucleare, il terrorismo e la pirateria.
Il G-8 fu costituito nel 1975 da un nucleo originario di cinque Paesi - Usa, Francia, Germania, Regno Unito e Giappone - per affrontare la crisi monetaria di allora. Italia e Canada vi entrarono poco dopo e la Russia nel 1998.
Alle sue riunioni partecipano varie organizzazioni internazionali e, da qualche anno, cinque fra i maggiori Paesi emergenti: Cina, India, Brasile, Messico e Sud Africa (G-5) . Progressivamente, il G-8 ha poi ampliato le sue competenze. Oggi si interessa anche di sicurezza, economia ed ecologia. È un foro informale, con un summit annuale a livello di Capi di Stato e di Governo e varie riunioni ministeriali.
Non vi vengono assunti impegni vincolanti.
Le sue raccomandazioni, di conseguenza, sono purtoppo spesso disattese. La revisione della composizione e dei compiti del Gruppo non rientra nell’agenda della riunione che dal 7 al 9 luglio si terrà in Giappone, ad Hokkaido.
Forse verrà inserita in quella del Summit del 2009 con la presidenza italiana. Sarà un compito arduo, che impegnerà a fondo la nostra diplomazia, tanto più che il G-8 è l’unico organismo mondiale a cui l’Italia partecipa a pieno titolo.
La crescita dei Paesi emergenti potrebbe delegittimare la sua partecipazione al gruppo. All’Italia converrebbe -per mantenere il proprio rango- un G-8 a geometria variabile, con l’attuale nucleo permanente, a cui si aggiungerebbero di volta in volta le potenze emergenti, a seconda degli argomenti trattati.
Del resto la situazione in Africa è peggiorata, nonostante la crescita del Pil dovuta alle entrate dalle materie prime, ma di cui si appropriano le sue corrotte ed inefficienti classi dirigenti.
L’Asia ha oltre ogni ottimismo già superato gli obiettivi di sviluppo del millennio, fissati dall’Onu nel 2000. Essi tra l’altro prevedono che, tra il 1990 e il 2015, il numero di persone con reddito inferiore ad un dollaro al giorno e di quelle che soffrono la fame venga dimezzato, e che l’educazione elementare venga estesa a tutta la popolazione. La povertà e la fame in Africa sono invece peggiori di quelle del 1990.
Sono poi destinate ad aggravarsi per l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Potrebbero scoppiare carestie, rivolte e guerre civili; aumentare criminalità, terrorismo e fondamentalismo; originarsi incontenibili ondate immigratorie verso il Nord. Tali rischi andrebbero fronteggiati con massicci aiuti finanziari, con la distribuzione di sementi e fertilizzanti, con l’approvazione del Doha Round, con la rinuncia a produrre etanolo dai cereali e con l’eliminazione dei sussidi pubblici alle agricolture occidentali.
Nel G-8, tutti si dichiareranno d’accordo con tali misure, ma nessuno assumerà impegni vincolanti. Quindi, non se ne farà niente. D’altronde, è sempre accaduto così dal 2005, quando Tony Blair collocò l’Africa al primo posto delle priorità del G-8.Per l’ambiente, si auspicherà l’adesione degli Usa e della Cina al Protocollo di Kyoto.
Si discuterà anche degli emendamenti da proporre al Trattato di Non Proliferazione, nella Conferenza di Revisione del 2010. Potrebbero consistere nel divieto di costruire impianti per l’arricchimento dell’uranio e per il riprocessamento del combustibile spento, volto a recuperare il plutonio. In compenso, si sottolineerà come la creazione di uno o più banche mondiali di rifornimento delle barre garantirà il combustibile ai Paesi che hanno rinunciato a produrlo in proprio.
Per il terrorismo e la criminalità sarà come al solito auspicato il supporto tecnico ed addestrativo da parte dei Paesi avanzati a favore di quelli emergenti. Qualcosa di più concreto, ad esempio pattugliamenti congiunti, potrà essere previsto per contrastare la pirateria, aumentata negli ultimissimi anni.
Per i partecipanti, il summit di Hokkaido sarà un’occasione d’incontro, allietata dalle immancabili manifestazioni no-global. I problemi principali verranno rimandati al summit 2009, quando vi parteciperà il successore di Bush. Anche per questo, la presidenza italiana del G-8 sarà molto impegnativa.
Spengo il pc.
Arrossisco fino alla punta delle orecchie.
E’ che…mi piacerebbe un G-8 risolutivo.
Un sogno?
Forse.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)