martedì 19 luglio 2016

Turchia fuori dalla UE


Turchia fuori dalla UE

 

Mi lascia perplesso ciò che sta accadendo in Turchia. Non condivido infatti il ripulisti di militari, magistrati e giornalisti deciso dal regime e l’intenzione di reintrodurre la pena di morte. Spero che questa situazione impedisca l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. L’UE, infatti, ha già tanti problemi e non ha bisogno di essere ulteriormente danneggiata nella sua credibilità dall’annessione di un regime dittatoriale con cui dal punto di vista storico, culturale e politico non abbiamo nulla in comune. 

 

Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

venerdì 15 luglio 2016

Clandestini: meglio la Spagna dell’Italia


Clandestini: meglio la Spagna dell’Italia

 

Per gli immigrati vivere in un campo profughi non è certamente una condizione invidiabile. Però non ci si deve dimenticare che il nostro Stato li ha accolti, provvedendo ad alloggiarli, con un costo giornaliero di quaranta euro a persona. Tra l’altro molti di loro  non avrebbe neppure il diritto a tutto questo, non disponendo dei requisiti necessari per essere considerati rifugiati politici. Eppure spesso queste persone si lamentano per la qualità del cibo, i giacigli scomodi, il caldo eccessivo o l’assenza di wi-fi. A tutto c’è un limite: non sono venuti in Italia in vacanza, ma perché sono in fuga dai loro Paesi. Ora qui da noi hanno trovato un Paese che li ospita e con la possibilità di dare un nuovo futuro alle loro vite. Per tutto ciò non si pretende gratitudine. Ma rispetto, quello sì. Altri Paesi europei sono memo tolleranti del nostro. In Spagna, per esempio, dopo un’imponente sanatoria messa in atto dal governo Zapatero nel 2005  c’è stata in seguito una brusca retromarcia. Infatti, con l'entrata in vigore della riforma della legge sugli stranieri in Spagna, che introduce il “rifiuto alla frontiera”, i migranti intercettati sulle barriere frontaliere di Ceuta e Melilla potranno essere immediatamente rimandati in territorio marocchino, senza previa identificazione. Ed ora in Spagna l’immigrazione clandestina si è più che dimezzata.

 

Mario Pulimanti (Lido, di Ostia –Roma)

 

mercoledì 13 luglio 2016

SIMONETTA D'IPPOLITI

Tra poche ore sarà giovedì 14 luglio 2016 e mia moglie SIMONETTA D'IPPOLITI compirà gli anni (è nata infatti il 14 luglio).
Sempre domani (o meglio tra poco dato che è quasi mezzanotte) celebreremo il 32° anniversario di matrimonio (ci siamo infatti sposati il 14 luglio del 1984).
Riepilogando il 14 luglio è nata Simonetta, ci siamo sposati ....ed è pure l'anniversario della Rivoluzione Francese (14 luglio 1789 quando è avvenuta la presa della Bastiglia, perciò in Francia è ...pure Festa nazionale...).
Perciò io, i miei figli Gabriele ed Alessandro Pulimanti e mia suocera Venia Vittori in coro cantiamo: "Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Simonetta, tanti auguri a te!!!!!!!"
 

giovedì 7 luglio 2016

Addio, Fabrizio Fratangeli…Principe delle armonie.


Addio, Fabrizio Fratangeli…Principe delle armonie.

C’è un tempo nella vita di ognuno nel quale i ricordi dei momenti e dei fatti degli uomini, che hanno inciso, con maggior forza, le fibre più intime dell’anima, riaffiorano, vividi e lucidi, con il loro enorme carico di memorie, dolori, speranze, paure, illusioni…attimi di gioia, prove d’amicizia e d’affetto.

E’ successo al sottoscritto.

Stavo consultando su Internet dei cataloghi, per il mio lavoro quotidiano di Coordinatore della Biblioteca Storica Nazionale dell’Agricoltura quando, come un fulmine a ciel sereno, mi appare una notizia: è morto Fabrizio Fratangeli.

Fabrizio Fratangeli, nato a Velletri l’11 giugno 1957.

Consigliere del Municipio VIII.

Delegato alla Cultura.

Vice-Presidente Vicario.

Presidente dell’Associazione S. Vincenzo de Paoli e delle Figlie della Carità.

Ideatore del concorso fotografico Vittorio Bachelet dal 1980.

B.F.I. (Benemerito della Fotografia Italiana).

Presidente Associazione Nuova Era.

Fabrizio Fratangeli morto a Roma il 10 giugno 2016.

Resto pietrificato.

Il cervello non invia più impulsi, il cuore si ferma e non ossigena più i miei muscoli, sembra che tutta la mia persona affoghi nel lago del nulla.

 Quasi ad accusare e condannare il mio computer, ambasciatore della ferale notizia, abbandono la mia postazione, e telefono subito al mio carissimo amico Giorgio Tolentino, per averne la conferma che lui purtroppo mi dà.

Riesco solo ad esclamare: Addio, Fabrizio.

Non si dice così quando si perde un amico?

Addio è sempre una parola difficile da pronunciare.

E noi resteremo increduli, quasi impigliati in quella parola così definitiva, perché ogni volta che la si pronuncia, una persona, un sentimento profondo, muoiono una volta di più.

Addio Fabrizio.

La tua eredità non farà litigare nessuno, perché appartiene a tutti ed è racchiusa in quattro parole, uno stile di vita: bontà, morale, entusiasmo, impegno.

Quando muore un Amico si ferma il mondo per un istante.

Sembra quasi voglia cadere nell’abisso del Nulla.

Tu perdi ogni riferimento reale.

Corri con la mente nelle vie del passato quasi a rincorrere e catturare, per fissarle, le immagini di chi si sta incamminando verso un Mondo a fianco, di cui, però, da vivo, non hai percezione.

Cerchi di sfrondare i pensieri di tutto ciò che non riguardi i vostri incontri, le chiacchierate, anche solo i gesti scambiati.

La tua è stata una vita di straordinaria ricchezza culturale, sociale, umana.

Eri schivo di ogni atteggiamento teatrale, con la modestia di chi ha coscienza del proprio valore.

Eri solare e magnifico era il tuo approccio mentale alle cose, fatto di gentilezza e umanità.

La tua idea era, sempre, quella della rivoluzione del buon senso e di un comportamento, impopolare, di cui oggi se ne avverte, insieme a te, la prematura scomparsa: la gentilezza.

Era il tuo stile di vita.

Tu incarnavi, sempre, l’idea, che nelle relazioni umane sia ancora possibile mettersi nei panni degli altri. Hai battuto insomma il palcoscenico attivo della socialità.

Grazie Fabrizio…da me, da Giorgio, da tutti i tuoi amici e da tutti i componenti dei tuoi gruppi, per gli insegnamenti di vita che hai elargito a larghe mani.

La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.

Del resto, nessuno muore sulla terra
finchè vive nel cuore di chi resta.

 

Addio, Fabrizio…Principe delle armonie.

E ti prego, Fabrizio, ogni tanto da lassù apri il sipario e mandaci ancora un pezzetto dei tuoi insegnamenti, farciti di etica e di altruismo, perché ci aiutino a vivere meglio.

E se puoi cerca i miei genitori.

Dì loro che sto bene.

Che aspetto il mio treno.

Fra me e il Cielo.

 

 

Il tuo amico Mario Pulimanti

martedì 5 luglio 2016

Le ingiuste parole di De Luca contro il Sindaco di Roma


Le ingiuste parole di De Luca contro il Sindaco di Roma

 

De Luca, Presidente della Regione Campania, davanti alla Direzione del Pd, con parole irriguardose, esagera definendo il Sindaco di Roma Virginia Raggi una “bambolina imbambolata”. La cosa che fa ridere è l'atteggiamento di superiorità e di arroganza di personaggi politici come De Luca. Possono cercare di smorzarle il loro Dna nei toni o nasconderlo con ironia ma i loro discorsi sono intrisi di supponenza. Sono convinti che il popolo vada bene quando segue le loro idee, altrimenti non gli si dovrebbe concedere nemmeno di votare. De Luca non ha sbagliato niente nel suo discorso: è rimasto semplicemente se stesso. L'unica differenza rispetto ai suoi colleghi è che non è falso.   In ogni caso, De Luca  dovrebbe casomai condannare i corrotti che lo circondano e incoraggiare persone giovani come la Raggi che si impegnano nel tentativo di porre rimedio ai disastri procurati da professionisti della politica che si spacciano da persone oneste. De Luca è stato eletto già bello che inquisito in quel brodo di personaggi che portano solo voti degli amici e non ha quindi lo spessore morale per fare queste battute . Comunque stia attento De Luca che in una canzone degli anni novanta di Ligabue la bambolina all'inizio sembra imbambolata, ma poi tira fuori la pistola.

 

Mario Pulimanti (Lido, di Ostia –Roma)

 

lunedì 4 luglio 2016

Doppio turno alla francese


Doppio turno alla francese

Il primo luglio 2016, in sostituzione del Porcellum, è entrato in vigore l’Italicum, la nuova legge elettorale, che era il punto di forza del neonato Governo Renzi, forte del patto del Nazareno. L'obiettivo di una legge elettorale dovrebbe essere quello di garantire maggiore stabilità ai governi. In realtà la principale preoccupazione è più spesso quella di creare le condizioni per facilitare la propria vittoria o, al contrario, per rendere la vita difficile agli avversari. Anche l'Italicum rischia di rimanere vittima di questa logica. Se alle prossime elezioni politiche venissero confermati gli equilibri politici emersi dai recenti sondaggi, al ballottaggio (previsto dall'Italicum se nessun partito supera il 40% dei voti) i 5 Stelle avrebbero la meglio sul Pd. Anche per questo, in alcuni settori del PD, che finora hanno sempre difeso quella riforma, si fa strada l'idea di ritoccare l'Italicum. Al contrario i grillini, che in passato criticarono molto quella riforma elettorale, oggi vogliono che si voti con l'Italicum. Anche se può sembrare strano cambiare due volte in due anni la legge elettorale, ritengo ugualmente opportuno rimettere mano alla legge elettorale, anche perché serve il doppio turno di collegio. Insomma, un sistema elettorale alla francese, che così ridurrebbe la frammentazione partitica, favorendo la costruzione di maggioranze alternative e legittimando l’eletto con una ampia percentuale di votanti, spesso la maggioranza assoluta. Inoltre faciliterebbe un rapporto diretto tra cittadini e rappresentanti.

 

. Mario Pulimanti (Lido, di Ostia –Roma)