Doppio turno alla francese
Il primo luglio 2016, in sostituzione del
Porcellum, è entrato in vigore l’Italicum,
la nuova legge elettorale, che era il punto di forza del neonato Governo Renzi,
forte del patto del Nazareno. L'obiettivo
di una legge elettorale dovrebbe essere quello di garantire maggiore stabilità
ai governi. In realtà la principale preoccupazione è più spesso quella di
creare le condizioni per facilitare la propria vittoria o, al contrario, per
rendere la vita difficile agli avversari. Anche l'Italicum rischia di rimanere
vittima di questa logica. Se alle prossime elezioni politiche venissero
confermati gli equilibri politici emersi dai recenti sondaggi, al ballottaggio
(previsto dall'Italicum se nessun partito supera il 40% dei voti) i 5 Stelle
avrebbero la meglio sul Pd. Anche per questo, in alcuni settori del PD, che
finora hanno sempre difeso quella riforma, si fa strada l'idea di ritoccare
l'Italicum. Al contrario i grillini, che in passato criticarono molto quella
riforma elettorale, oggi vogliono che si voti con l'Italicum. Anche se può
sembrare strano cambiare due volte in due anni la legge elettorale, ritengo
ugualmente opportuno rimettere mano alla legge elettorale, anche perché serve il doppio turno
di collegio. Insomma, un sistema elettorale alla francese, che così
ridurrebbe la frammentazione partitica, favorendo la costruzione di maggioranze
alternative e legittimando l’eletto con una ampia percentuale di votanti,
spesso la maggioranza assoluta. Inoltre faciliterebbe un rapporto diretto tra
cittadini e rappresentanti.
. Mario Pulimanti (Lido, di Ostia –Roma)
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