Violenza
sulle donne
Le
donne di qualsiasi età, estrazione culturale e ceto sociale subiscono
da parte dagli uomini di casa, anche padri o fratelli. Questa violenza è la
prima causa di morte nel mondo per le donne: addirittura più
degli incidenti stradali e delle malattie. E, dato che le violenze si
consumano prevalentemente in privato, è difficile che queste vengano
denunciate. Per questo motivo sarebbero opportuno che ci fossero delle campagne di
sensibilizzazione al problema e aiuti più concreti verso chi avesse il coraggio
di denunciare il proprio aguzzino. Io sono, ovviamente, contro
tutte le violenze sulle donne, le quali rispetto a noi uomini hanno sempre vissuto
situazioni di subordinazione e discriminazione. Questo non vuol dire però condannare a priori gli
uomini e assolvere le donne, ma solamente di prendere atto di ciò che la
cronaca ci consegna, dato che in questa dolorose vicende il ruolo di vittima e
quello di carnefice sono inequivocabili. Nel diritto romano la
moglie era un vero e proprio possesso del marito. E le cose non erano cambiate
neppure durante
il Medioevo, dato anche che in questo periodo il diritto feudale prevedeva che
la terra si tramandasse per discendenza maschile. Ora, anche se nei paesi
industrializzati la donna sembra aver
definitivamente raggiunto l’uomo nei diritti, non si sono però ancora
estinte del tutto forme di violenza fisica, psicologica ed economica. Certo, l’incapacità di
mediare le tensioni all'interno della coppia e in altre situazioni, facendo
prevalere, fino alle conseguenze più estreme, il proprio io rispetto a tutto il
resto è una caratteristica negativa della nostra società, e accomuna uomini e
donne. Questo atteggiamento deriva difatti da una incapacità di gestire con
equilibrio situazioni di rottura e di difficoltà relazionali, e di questa
situazione le donne pagano senza dubbio il prezzo più alto.
Mario
Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)