Persecuzioni
in Cina
Ho
solo un'allergia: quella nei confronti degli integralismi.
Come
quelli cinesi.
Infatti in Cina la repressione dei cattolici
sta tornando ai livelli di Mao a causa del sistema del partito unico, che qui vi governa
ininterrottamente da quasi sessant’anni, senza mandato popolare e con la
pretesa di controllare ogni aspetto della vita individuale e sociale, senza
accettare assolutamente qualsiasi forma di libertà di culto e di espressione
della fede.
Le
chiese cristiane in Cina vengono saccheggiate continuamente e, secondo
l'agenzia Misna, sono quattrocento gli edifici colpiti nell'ambito della
campagna governativa contro "i componenti di gruppi religiosi
illegali".
A
questi gruppi appartengono i cristiani che rifiutano di aderire alla
"Chiesa Patriottica", un'entità governativa, nata per controllare i
fedeli e imbrigliare la libertà religiosa, che nomina i propri vescovi e non
riconosce l'autorità del Papa.
Nella
provincia dello Zhejiang, principalmente nella municipalità di Wenzhou, da dove
proviene la quasi totalità degli immigrati cinesi in Italia e in Europa, già
nel 2000 le autorità locali avevano scatenato una dura azione repressiva
distruggendo centinaia di luoghi di culto cristiani, arrestando i fedeli e
rilasciandoli solamente dopo aver ottenuto, minacciandoli, la loro accettazione
ad aderire alla "Chiesa Patriottica".
Il
portavoce di Wenzhou in quell'occasione dichiarò: “L'obiettivo è demolire
queste costruzioni illegali e correggere questo decadente stile di vita” perché
“nelle aree rurali la superstizione religiosa è ancora sfrenata”.
Possibile che la Comunità europea non sia a
conoscenza di queste cose?
E
se lo sa come mai non interviene in difesa di questi movimenti cattolici
perseguitati così ingiustamente?
E’
proprio vero: in Cina la questione democratica è ancora
irrisolta.
Del
resto i monaci
tibetani che si danno fuoco non penso che lo facciano semplicemente per
combattere l'inverno himalayano.
Ed anche se in Cina, trent’anni dopo
piazza Tiananmen, si sta per inaugurare un grande parco divertimenti (il
Disney Shanghai Resort) non
si può certo dire che sotto il cielo di Pechino vivano come in un film di Walt Disney,
essendo evidente che la Cina popolare è sempre più ripiegata
su se stessa sia da un punto di vista economico che geopolitico.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
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