PASQUA
COLLEVECCHIANA
E’ Pasqua.
Ascolta!
Arriva la primavera.
Voce dei monumenti di Collevecchio.
Non è più la stessa
luna né più la stessa
Pasqua d’un tempo.
Io solamente rimango
quello che sono stato.
Vicino alla Chiesa
della Madonna del Rifugio,
lungo la strada subito
fuori di porta romana
mi dissolvo in un letto d’erba.
Bianche gocce di rugiada brillano sulla Chiesa di S. Andrea,
sulla collina a nord del
paese
bagnando i fiori di dalia
del mio giardino.
Il Convento
cappuccino
conserva un dipinto di immane bellezza:
L’Adorazione dei Magi.
Sulla statale sabina
adiacente ad una fonte
d'acqua benedetta
la Chiesa di S. Maria del Piano,
sembra donare ali al
Colle Sabino.
In zona rurale, a fianco
dell'omonima via,
la Chiesa di S. Prospero,
è accarezzata dal vento
di primavera.
Attraverso i pini,
sopra un colle che si
erge sulla statale sabina
vedo la Chiesa di S. Maria d'Isciano,
costruita sulle rovine di
un antico tempio di Giano.
In via Roma il
palazzo Coperchi
che è stato anche
sede della beauty-farm Palazzo Ben Essere.
Il palazzo Menichini, ora
Pistolini, nella omonima via,
ha all'interno uno
splendido camino seicentesco.
In Via Antonio Segoni, il palazzo Rosati,
ora sede municipale,
in passato anche adibito
a scuola gestita
dalle sorelle della
carità.
Sull'angolo superiore
della piazza
il palazzo Floridi
pur essendo stato
completamente restaurato,
ha mantenuto pressoché
intatto lo stile originario.
Il palazzo Soderini, ora condominio.
Sulla piazza principale
il palazzo Filippi,
in passato anche sede di
un convento di suore.
Il palazzo Oliva,
sulla destra del corso prima del vicolo.
Il palazzo Jacobelli,
sulla destra del corso all'angolo del vicolo.
Il palazzo De Rossi, poi Rosati,
ai piedi del paese sovrasta la Porta Romana, formando con la sua corte il primo
contrafforte difensivo dell'antico castello.
Il palazzo Clavelli,
sulla via Senatore Piacentini, già via Vecchia, patrimonio della famiglia che
ha dato al paese il maggior numero di notai.
La
villa San Giovanni,
sulla strada per Cicignano, che ha un leccio ultracentenario il cui diametro
alla base misura oltre quattro metri.
Il Palazzo Apostolico sulla piazza principale, sede del
Governatore Generale della Sabina, ora condominio e, più anticamente, palazzo
della Signoria.
Il Palazzo del tribunale pontificio con le annesse carceri, che fa angolo fra la
piazza principale e il corso.
Il Teatro, posto sulla piazza dello
Statuto, costruito in stile neoclassico in piena epoca napoleonica. E’ adornato
al di sopra del proscenio con un dipinto raffigurante lo stemma del paese
sostenuto da due muse alate.
La Porta Romana, situata ai piedi
del paese, da essa partiva la via che anticamente conduceva a Roma.
La
Porta Umbra, sull'angolo di Nord-ovest, inserita nel contesto
del palazzo Menichini. Conduceva verso la via Flaminia.
La
Porta Cappuccina, non più esistente. Conduceva verso il
convento e il borgo di Cicignano. Vicino alla porta si legge ancora un
iscrizione seicentesca.
La Buchetta è il piccolo portico
posto sulla rampa che da via Roma conduce verso il corso, costruita proprio al
di sopra della stazione autobus per offrire riparo ai passeggeri che
attendevano l'arrivo della corriera.
E’ Pasqua.
Ascolta!
Arriva la primavera.
Voce della campagna di Collevecchio.
Oh la campagna, la
campagna sabina,
i verdi chiaroscuri
dei campi che variano
al passaggio delle
nuvole nel vento,
i bagliori del sole
su Cicignano,
e i pioppi, i pioppi
dritti di Poggetto
mentre i pini segnano
il confine,
incamminati lungo la Collegiata dell'Annunziata.
Colombe
dal tetto della antica Chiesa
dal tetto della antica Chiesa
i petali dei ciliegi cadono
nel vento di primavera.
Scriverò la mia canzone sulle loro ali.
Il sole
intanto di sfolgorante bagliore,
adulante
cade,
in
sfavillanti lame.
Cos’è la vita?
Goccia di rugiada
che svapora.
La mia giovinezza
è ormai finita
simile a una pianura docile
che, subita, spiombi
nel mare.
Nessuno potrà
vedermi né chiedermi
qualcosa.
In sogno
verrò da te stanotte.
Non chiudere la porta del
sogno.
Mario Pulimanti