martedì 22 marzo 2016

PASQUA COLLEVECCHIANA


PASQUA COLLEVECCHIANA

 

 

 

 

E’ Pasqua.

Ascolta!

Arriva la primavera.

Voce dei monumenti di Collevecchio.

 

Non è più la stessa

luna né più la stessa

Pasqua d’un tempo.

Io solamente rimango

quello che sono stato.

 

Vicino alla Chiesa della Madonna del Rifugio,

lungo la strada subito fuori di porta romana

mi dissolvo in un letto d’erba.

 

Bianche gocce di rugiada brillano sulla Chiesa di S. Andrea,

sulla collina a nord del paese

bagnando i fiori di dalia

del mio giardino.

 

Il Convento cappuccino

conserva un dipinto di immane bellezza:

L’Adorazione dei Magi.

 

Sulla statale sabina

adiacente ad una fonte d'acqua benedetta

la Chiesa di S. Maria del Piano,

sembra donare ali al Colle Sabino.

 

In zona rurale, a fianco dell'omonima via,

la Chiesa di S. Prospero,

è accarezzata dal vento di primavera.

 

Attraverso i pini,

sopra un colle che si erge sulla statale sabina

vedo la Chiesa di S. Maria d'Isciano,

costruita sulle rovine di un antico tempio di Giano.

 

In via Roma il palazzo Coperchi

che è stato anche sede della beauty-farm Palazzo Ben Essere.

Il palazzo Menichini, ora Pistolini, nella omonima via,

ha all'interno uno splendido camino seicentesco.

 

In Via Antonio Segoni, il palazzo Rosati,

ora sede municipale,

in passato anche adibito a scuola gestita

dalle sorelle della carità.

 

Sull'angolo superiore della piazza

il palazzo Floridi

pur essendo stato completamente restaurato,

ha mantenuto pressoché intatto lo stile originario.

 

Il palazzo Soderini, ora condominio.

 

Sulla piazza principale il palazzo Filippi,

in passato anche sede di un convento di suore.

 

Il palazzo Oliva, sulla destra del corso prima del vicolo.

 

Il palazzo Jacobelli, sulla destra del corso all'angolo del vicolo.

Sull'omonimo vicolo il palazzo Cappellini - Cornacchioni.  

Il palazzo De Rossi, poi Rosati, ai piedi del paese sovrasta la Porta Romana, formando con la sua corte il primo contrafforte difensivo dell'antico castello.

Il palazzo Clavelli, sulla via Senatore Piacentini, già via Vecchia, patrimonio della famiglia che ha dato al paese il maggior numero di notai.

La casina di caccia e il parco Orsini con accesso da via Roma..

La villa San Giovanni, sulla strada per Cicignano, che ha un leccio ultracentenario il cui diametro alla base misura oltre quattro metri.

Il Palazzo Apostolico sulla piazza principale, sede del Governatore Generale della Sabina, ora condominio e, più anticamente, palazzo della Signoria.

Il Palazzo del tribunale pontificio con le annesse carceri, che fa angolo fra la piazza principale e il corso.

Il Teatro, posto sulla piazza dello Statuto, costruito in stile neoclassico in piena epoca napoleonica. E’ adornato al di sopra del proscenio con un dipinto raffigurante lo stemma del paese sostenuto da due muse alate.

La Porta Romana, situata ai piedi del paese, da essa partiva la via che anticamente conduceva a Roma.

La Porta Umbra, sull'angolo di Nord-ovest, inserita nel contesto del palazzo Menichini. Conduceva verso la via Flaminia.

La Porta Cappuccina, non più esistente. Conduceva verso il convento e il borgo di Cicignano. Vicino alla porta si legge ancora un iscrizione seicentesca.

Il Monumento ai caduti della Grande Guerra, di fronte alla Porta Romana.

La Buchetta è il piccolo portico posto sulla rampa che da via Roma conduce verso il corso, costruita proprio al di sopra della stazione autobus per offrire riparo ai passeggeri che attendevano l'arrivo della corriera.

 

E’ Pasqua.

Ascolta!

Arriva la primavera.

Voce della campagna di Collevecchio.

 

Oh la campagna, la campagna sabina,

i verdi chiaroscuri dei campi che variano

al passaggio delle nuvole nel vento,

i bagliori del sole su Cicignano,

e i pioppi, i pioppi dritti di Poggetto

mentre i pini segnano il confine,

incamminati lungo la Collegiata dell'Annunziata.

 

Colombe
dal tetto della antica Chiesa

i petali dei ciliegi cadono

nel vento di primavera.

Scriverò la mia canzone sulle loro ali.

 

Il sole intanto di sfolgorante bagliore,

adulante cade,

in sfavillanti lame.

 

Cos’è la vita?

Goccia di rugiada

che svapora.

 

La mia giovinezza

è ormai finita

simile a una pianura docile

che, subita, spiombi

nel mare.

 

Nessuno potrà

vedermi né chiedermi

qualcosa.

In sogno

verrò da te stanotte.

 

Non chiudere la porta del sogno.

 

 

 

Mario Pulimanti

venerdì 4 marzo 2016

Il figlio di Vendola: tutti felici e contenti


Il figlio di Vendola: tutti felici e contenti


È successo in California, dove la coppia ha potuto accedere alla gestazione per altri.

Ritengo che così facendo Vendola (agendo proprio all'indomani dell'approvazione da parte del Senato della controversa legge sulle unioni civili) abbia voluto trasformare questa sua scelta di paternità in una clamorosa operazione politica.

Infatti a Vendola non può essergli sfuggito il fatto che la legge italiana vieta il cosiddetto utero in affitto.

Inoltre non avrà finto di ignorare che per diventare padre abbia approfittato della povertà di una donna che si è prestata a figliare per lui e il suo compagno.

Sarebbe invece stato opportuno, per tutte questo ragioni, un composto silenzio.

Del resto la nascita del figlio di Vendola e del compagno non poteva capitare in un momento migliore, per lo sfruttamento mediatico dell'evento.

In ogni caso sono perplesso se considero che la venditrice dell'ovulo é una californiana scelta su catalogo, che l'utero l’ha dato in affitto un'indonesiana, che ha abbondonato il neonato alla nascita, che il padre biologico e' canadese (il compagno di Vendola di 20 anni più  giovane) e che il finanziatore è Vendola, con i suoi ricchi stipendi e vitalizi pagati dai contribuenti. Insomma tutti felici e contenti.

 Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)