Al referendum in Catalogna ha vinto il “sì”. Il governo
catalano ha annunciato che il 90% di quanti hanno partecipato alla
consultazione non autorizzata da Madrid ha scelto l'indipendenza. Secondo fonti
del governo catalano, 2,26 milioni di persone - su oltre 5,3 milioni di
elettori - hanno partecipato alla consultazione referendaria. 2,02 milioni
hanno risposto “sì” alla domanda: “Vuoi che la catalogna diventi uno Stato
indipendente sotto forma di Repubblica?”. 176.000, invece, il totale di chi ha
votato “no”. Numeri che non raggiungono la maggioranza assoluta e su cui forse
ha influito la chiusura di 319 seggi da parte della polizia nazionale. Il
referendum è stato effettuato perché in precedenza il Parlamento catalano,
insistendo su un percorso basato esclusivamente sul fomentare la rabbia nei
confronti di Madrid, aveva votato a favore di una risoluzione per la secessione
della Catalogna dal resto della Spagna. I separatisti catalani ora stanno così
per fare un favore all’Unione Europea che riuscirebbe a disintegrare uno dei
più grandi stati europei e inoltre potrebbe anche liberarsi dalla monarchia
spagnola. Se la Catalogna dovesse malauguratamente ottenere l’indipendenza,
potrebbe verificarsi un effetto domino a livello europeo. Infatti, subito dopo
la Catalogna potrebbe esserci la spartizione del Belgio (cosa che consentirebbe
la nascita della città-stato di Bruxelles che sarebbe così l’ideale capitale
europea), poi Veneto e Sardegna, Bretagna e Corsica, Baviera e la regione
ungherese della Romania. Tutto questo è contornato dall’attuale crisi di
credibilità ed economica della Germania che è stata usata come baricentro
dell’attuale Unione Europea, per completare la cessione di sovranità ma che
adesso deve essere abbattuta per consentire la nascita di un superstato europeo
omogeneo senza una nazione che spadroneggi sulle altre. Infatti questo
superstato sarebbe incompatibile con grandi stati nazionali e soprattutto con
delle monarchie interne, come quella spagnola. Inoltre i nuovi stati europei
come la Catalogna, per normalizzare la propria situazione economica, vorrebbero
rientrare subito nell’Unione Europea, finendo anche con l’accettare condizioni
molto più dure da Bruxelles, come grandi cessioni di sovranità e la perdita del
diritto di veto. Se la Catalogna dovesse ufficializzare l’indipendenza, sarei
molto dispiaciuto. Io sono vicino al movimento degli Indignados, ma sono anche
ideologicamente però contrario all’indipendenza della Catalogna nonché di
passate origini materne castigliane e convinto, peraltro che il separatismo
finirebbe con essere funzionale all’Eurocrazia. Perciò sarei contento se il
governo centrale potesse eventualmente tagliare la liquidità alle banche
catalane, chiudendo le frontiere, ostacolando gli scambi commerciali e
dichiarando illegale il processo d’indipendenza. Questa strada potrebbe essere
intrapresa per bloccare sul nascere la spinta indipendentista e impaurendo i
catalani, cercare di far cadere il governo separatista. Mario Pulimanti (Lido
di Ostia -Roma)
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