No
alla riforma Madia e allo scioglimento del Corpo Forestale
La riforma della Pubblica
Amministrazione del Ministro Madia prevede licenziamenti più facili, anche per i dirigenti, una
stretta sulle assenze, con il trasferimento all’Inps della competenza sui
controlli in caso di malattia, il ruolo unico per
i dirigenti, che faranno carriera solo se riceveranno valutazioni
positive, avranno incarichi a tempo e potranno essere demansionati.
La riforma Madia prevede inoltre
il riordino delle società partecipate, autorità indipendenti e Corpo forestale dello
Stato che verrà assorbito in un’altra forza di polizia.
Io ritengo che questa sia una pseudo riforma che serve unicamente per gettare fumo
negli occhi dei cittadini attraverso una pura operazione di marketing. Infatti
si tratta, a mio parere, di una riforma inconsistente,
che non incide sui livelli di qualità dei servizi erogati alla
collettività e che non rappresenta quindi una spinta propulsiva che possa
favorire la ripresa dell’economia.
Praticamente questa riforma è il risultato di
un’operazione mirata unicamente a mantenere inalterati sprechi e
privilegi a detrimento di efficienza, funzionalità, valorizzazione delle
professionalità. Infatti riformare significa in primo luogo razionalizzare,
tagliare gli sperperi e le spese inutili e, quindi, azzerare tutti
quei costosissimi incarichi di consulenza derivanti da contratti
stipulati con personale estraneo alla Pubblica Amministrazione; tutto ciò
in favore della valorizzazione delle professionalità esistenti
all’interno attraverso una logica meritocratica che, applicata anche alla
dirigenza, si avvalga di sistemi di valutazione oggettivi, imparziali,
scevri da favoritismi e manipolazioni personalistiche.
Ed ancora, ridurre i centri di spesa, le società
partecipate, intervenire in modo concreto e non aleatorio su quelle
municipalizzate.
Con il recupero di tali risorse si sarebbe potuto
finanziare adeguatamente il rinnovo del contratto, in assenza
del quale non è ipotizzabile costruire alcuna riforma e valorizzare le
risorse umane della P.A.
Questa riforma è destinata a produrre danni enormi,
con ripercussioni gravissime non soltanto per i lavoratori ma per i cittadini
tutti.
La riduzione delle Prefetture e degli uffici
periferici dello Stato, la soppressione del Corpo forestale dello Stato sono
soltanto gli esempi più lampanti dell’arretramento dello Stato sul territorio e
della minore tutela della collettività.
Restano invece ignorati da tale riforma gli interventi
per arginare le corruzioni e per potenziare la lotta contro l’evasione fiscale,
i miliardi di euro che ogni anno vengono sottratti alle casse dello Stato non
sono stati considerati un problema da risolvere subito.
Non è giusto addossare ai dipendenti pubblici le colpe
dello scadimento dell’offerta all’utenza e, tantomeno, di quei
malfunzionamenti e di quelle inefficienze che costituiscono il
frutto di scelte politiche sbagliate.
Tanto è vero che con questa riforma non si fa altro che salvare tutti
quelli in grado di esercitare una lobby, finendo invece solo per penalizzare i
lavoratori e cancellando, dopo due secoli di storia, il Corpo Forestale dello Stato che ha una indiscutibile
esperienza proprio nella repressione dei reati ambientali, su cui svolge, e da
tempo, una intensa attività.
Accorpare la Forestale alla
Polizia di Stato è un errore gravissimo che, sebbene involontariamente,
favorirà le ecomafie e tutti coloro che violano le leggi ambientali nel nostro
Paese.
Mario Pulimanti (Lido di
Ostia-Roma)
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