Turismo culturale da
tutelare
L’Italia
è un Paese universalmente conosciuto per la grande ricchezza culturale che lo
caratterizza tra musei, siti culturali tra monumenti, aree archeologiche, beni
architettonici vincolati; luoghi di spettacolo; siti Unesco, centinaia di
festival ed iniziative culturali, tradizioni che animano i territori.
Questa eredità rappresenta non solo il nostro passato
e il presente, ma anche il futuro del Paese, una risorsa da tutelare e valorizzare
e che ci rende unici nel panorama internazionale.
Ma
è ormai ampiamente noto come non sia sufficiente possedere una quota anche
cospicua di beni culturali per attrarre automaticamente la domanda di consumo
culturale.
Un
territorio come quello italiano dotato di un così ampio e articolato complesso
di emergenze archeologiche, di siti storico-architettonici, di beni artistici,
di paesaggi culturali, di tradizioni storiche richiede un livello di progettazione
adeguato per l’offerta dei servizi culturali che rendano facilmente fruibili i
beni artistici.
Ciò
significa, non soltanto rendere accessibili musei o aree archeologiche,
biblioteche o parchi ambientali, ma qualificare la rete di servizi primari che
ne favoriscano la corretta fruizione: informazione, comunicazione, trasporti e
ricettività turistica. Il turismo culturale continua a rappresentare una quota
rilevante dell’industria turistica nazionale.
Del
resto l’Italia è il Paese con il più elevato
numero di beni artistici e culturali, ma per la nostra incapacità di
valorizzarli in modo adeguato, non siamo il Paese con il più elevato numero di
visitatori.
Rilanciare
il turismo e il turismo culturale significa, dunque, creare le condizioni per
sviluppare il Pese in una logica territoriale omogenea, creare occupazione e fare
del turismo il più importante settore industriale su cui l’Italia possa contare
per la crescita.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
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