Pagano i
correntisti se fallisce la banca
Come
tutte le aziende, anche le banche possono fallire per varie ragioni possibili
come la cattiva gestione o la bancarotta fraudolenta.
O
per altri motivi.
Nessuna
banca infatti riesce, per esempio, a reggere ad un prelievo di contante
superiore a una certa soglia.
Questa
soglia si chiama riserva di liquidità ed
è la quota di depositi che ogni banca conserva in forma liquida per far fronte
alle normali domande di ritiro dei risparmiatori.
Se
però troppi correntisti ritirano i propri risparmi in contemporanea, la riserva
di liquidità salta e la banca diventa insolvente.
Ed
ora, con la nuova disciplina sulle crisi bancarie, a pagare i rischi non saranno più gli Stati e la fiscalità
generale con gli strumenti classici come gli aiuti finanziari e
ricapitalizzazioni, ma anche i correntisti, cioè quelli che depositano denaro
presso gli sportelli pensando di metterlo al sicuro da rapine e furti i quali.
Infatti
ai correntisti, in caso di fallimento della banca, non saranno restituiti
del tutto i soldi
depositati sul proprio conto.
E’
vero che c’è un fondo di garanzia
interbancario che scatta in caso di insolvibilità di un istituto.
Però
questo consorzio obbligatorio riconosciuto dalla Banca d’Italia assicura i depositi bancari solo entro
il limite di centomila euro per
ciascun conto corrente. In sostanza, con questo fondo, il sistema creditizio
nel suo insieme corre in soccorso dei correntisti della banca fallita rimborsando
i risparmi fino a centomila euro.
Comunque
il nostro sistema bancario non è da considerarsi ad altissimo rischio.
Difatti
gli istituti salvati recentemente per decreto (Banca Marche,
Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti) rappresentano l'un per cento dell'intero settore.
In
altri Paesi europei è successo di peggio, essendo fallite aziende di credito di
maggiori dimensioni.
Naturalmente
in Italia non mancano altre situazioni di aziende di credito in precario
equilibrio, ma nel complesso il sistema tiene.
L'incognita
principale è rappresenta dai miliardi di crediti che in questi anni le banche
hanno concesso alle imprese ma che, se la ripresa dell'economia tarderà ad
arrivare, rischiano di danneggiare i bilanci futuri di alcune aziende di
credito.
Va
però aggiunto che negli ultimi anni molto banche italiane hanno anche condotto
una profonda opera di pulizia sui propri conti azzerando posizioni ormai
insostenibili e migliorando notevolmente i propri parametri patrimoniali.
Le
migliori sei banche europee sono quelle spagnole (come la BBVA -Banco Bilbao Vizcaya Argentaria- ed il Santander Central
Hispano -che include anche Banesto-, che però sono immediatamente seguite da quelle
italiane.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)
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