Qualcosa mi turba
Mi chiamo Mario. Mario Pulimanti. Non ho un passato
bohémien. No, credo proprio di no. Sono insoddisfatto del mio lavoro. O meglio,
del mio stipendio. Sì, credo di sì. Okay, lo ammetto: ho qualche problema.
Potrei ottenere più soldi come molti miei colleghi più fortunati? O meglio, più
raccomandati? Perché no? Rifletto: ma non ci arrivo da solo? Non ho sponsor.
Bè, forse è meglio andare a dormire. Mi sveglio alla tre del mattino, in preda
al sudore. Temo che per questa notte non chiuderò più occhio. Così mi metto
seduto, prende il bicchiere d’acqua che ho lasciato sul comodino e lo
prosciugo, quindi lo riempio di nuovo. Mancano
diverse ore all’alba. E queste sono le ore peggiori, le ore in cui le mie
insoddisfazioni hanno la meglio su di me. Penso. Qualcuno mi minaccia? Non
siamo arrivati a quel punto. Qualcuno mi tormenta. Ma c’è dell’altro. Qualcosa
mi turba. Soprattutto in ufficio. Sono disorientato da come va il mondo e cerco
delle risposte. Forse sto guardando nei posti più sbagliati, ma intanto guardo.
Cosa c’è di male nel desiderare la pace nel mondo? Niente. Vedo un futuro per
niente roseo davanti a me. Scuoto la testa. Non lo so. Potrebbe essere tutto diverso.
Oh, sì. Suppongo. Per tutti gli dei, l’unica soluzione è alzarsi e provare a
fare qualcosa per distrarmi. Non ho intenzione di camminare per casa a questa
ora del mattino, così accendo l’abat-jour, prendo “ I pilastri della terra” di
Ken Follet dal comodino e mi appoggio con la schiena sui cuscini per leggere.
Quando la pallida luce dell’alba comincia a diffondersi su Ostia, il libro
ormai mi è caduto sul petto e io sonnecchio tranquillo, immerso in un sonno
privo di sogni.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
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