Destra, sinistra e
centro non significano più niente
Dire ora di essere di destra, di sinistra o di centro
appare sempre più difficile. Ed anche se
la corsa al centro appassiona la politica da quando è scomparsa la Dc, più che
guardare al centro i partiti dovrebbero interessarsi dei tanti elettori che hanno
deciso di non votare più. Infatti ritengo che le sfide elettorali future si
misureranno non tanto sulla capacità di sottrarre all'avversario consensi al
centro, ma su quella di recuperare i voti di chi ha scelto di rinunciare al
diritto di voto. Perciò è sbagliato continuare ad etichettare superficialmente
come reazioni populiste comportamenti sempre più diffusi in settori
dell'opinione pubblica. Le pulsioni che attraversano la società vanno ascoltate
dalle classi dirigenti dei vari partiti, senza liquidarle -come invece fanno-
in modo spregevole e altezzoso. In un mondo che cambia così rapidamente
l'incertezza sul presente e sul futuro è l'elemento prevalente, con cui è
necessario fare i conti. È questo il vero centro della politica attuale.
L'altro centro è ormai sempre più un'astrazione cara a certa politica, che
dimostra, ancora una volta, di essere troppo lontana dalla realtà.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)
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