sabato 16 maggio 2009

Monte dei Paschi di Siena




Il Monte dei Paschi di Siena ha messo a segno nell'ultimo trimestre una crescita dell'utile pari a 300,6 milioni di euro contro i 171,7 milioni del 2008 (ricostruiti tenendo conto dell'acquisizione Antonveneta) grazie alla cessione delle quote delle società di gestione risparmio (Sgr) a Clessidra con cui ha stretto un accordo di collaborazione, operazione che ha fruttato utili per 194 milioni di euro. Entro 3-5 anni potrebbe andare in Borsa la joint venture.
Un risultato che la Borsa sta premiando con una crescita del titolo dell'1,9% a quota 1,288 euro. Nella tradizionale linea di prudenza il Monte dei Paschi di Siena ha confermato quindi come l'attività di riduzione dei costi va avanti, con un taglio stimato per quest'anno del 3%, percentuale che potrebbe anche salire hanno spiegato i vertici del gruppo. Il margine di interesse rimane stabile nel trimestre (-0,2%) e il gruppo prevede che rimanga tale nel corso del 2009. Incrementata la raccolta diretta che sale del 3,5% a 139 miliardi di euro mentre i crediti verso la clientela ammontano a 145 miliardi. Con il peggiorare della crisi economica e le difficoltà di aziende e privati sale l'incidenza dei crediti deteriorati sugli impieghi, ora al 5,78% mentre i crediti in sofferenza, al netto delle rettifiche, pari al 4,6% del totale. Il patrimonio netto, esclusi gli avviamenti, è salito a 8,34 miliardi di euro (+3% rispetto a fine 2008) che si raffronta a un totale quindi di circa 6 miliardi fra sofferenze e incagli. Infine le cessioni: dopo quella della Sgr a Clessidra restano gli immobili e i 170 sportelli che l'Antitrust ha imposto di cedere dopo l'acquisizione di Antonveneta (che potrebbero essere venduti in due tranche). Il MPS ha già ottenuto un rinvio a giugno ma ribadisce che cederà le filiali, per le quali le trattative sono in corso, solo a un prezzo soddisfacente e che la crisi impone molta cautela nella valorizzazione degli asset. Peraltro anche il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà giorni fa spiegato di essere consapevole della situazione. C'è un'ipotesi di sbarco in Borsa entro 3-5 anni per la joint venture che il Monte dei Paschi ha costituito con Clessidra. L'ipotesi quotazione è indicata nella presentazione agli analisti dei dati del primo trimestre. Clessidra ha il 67% della newco per il risparmio gestito e il Monte dei Paschi il 33%. La newco ha poi una quota del 6,2% in una subholding che raggruppa le varie società del risparmio gestito (tra queste Mps Am sgr e AAA sgr eredità dell'Antonveneta). Nella subholding il Monte dei Paschi ha il 30,9% del capitale e Clessidra il 62,9%. Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)

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