giovedì 24 ottobre 2013
Sono un incollerito statale
Governi di destra o di sinistra, caratterizzati da un unico comune denominatore in materia di politica economica: tagliare sul sicuro e lasciare indenni i poteri forti, le corporazioni, i santuari del potere finanziario.
Infatti una caratteristica della Legge di Stabilità 2014 è la mancanza di qualsiasi riferimento alla lotta all'evasione ed alla corruzione, qualsiasi allusione al sistema degli appalti per lavori e forniture che notoriamente è fonte ed alimentazione di fenomeni corruttivi e di infiltrazioni criminali.
Quasi in punta di piedi, per non disturbare, si ripropongono le solite ricette.
Tagli alle retribuzioni del personale pubblico, blocchi contrattuali, sospensione per altri tre anni del turn-over, blocchi degli straordinari, riduzioni dei fondi integrativi, delle indennità del personale all'estero e così via, perpetuando una linea di politica economica devastante per tre milioni e mezzo di lavoratori e rispettive famiglie e per l'efficienza e la qualità dei servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni.
Intanto nella Legge di Stabilità sono stati stanziati anche sette miliardi per il programma di ammodernamento della marina militare (e sette miliardi sono esattamente quelli che servirebbero per rinnovare il CCNL triennale di tre milioni e mezzo di lavoratori pubblici).
Ora nessuno discute del sicuro impatto che questo sforzo potrà avere sull'industria del settore cantieristico, ma siamo veramente convinti che non si sarebbe raggiunto un risultato più efficace per innescare la ripresa economica andando ad iniettare sette miliardi di liquiditá nel mercato interno, attraverso il rinnovo dei CCNL dei dipendenti pubblici?
Rinnovo che comporterebbe anche la soluzione di problemi di ordine sociale che si stanno chiaramente delineando a seguito dei continui ed incessanti tagli alla P.A. ed a chi ci lavora.
Io, incollerito statale, mi domando: serve più una nave da guerra o un F35, un'autostrada o interventi in favore della ripresa economica?
Conclusione: alla fine a pagare il conto finale sono sempre e solo i soliti noti, cioè lavoratori e pensionati.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento