giovedì 23 gennaio 2014

Il permaloso Cuperlo

Il permaloso Cuperlo Gianni Cuperlo ha lasciato la carica di presidente del PD perché si è sentito offeso dal segretario Matteo Renzi che ha detto che Cuperlo, paladino di un sistema elettorale che preveda le preferenze, alle ultime elezioni si era fatto mettere nel listino bloccato del Pd, una rosa di nomi decisi da Bersani (allora segretario) che avrebbe evitato la pericolosa e faticosa conta delle primarie. Dimissioni giustamente accettate da Renzi, il quale vuole rompere con le liturgie tipiche dei partiti e del mondo ex Pci in particolare. E lo ha dimostrato. Dentro e fuori il Pd qualcuno lo ha accusato di aver accettato senza battere ciglio l'addio di Cuperlo e di non aver fatto nulla per fargli cambiare idea. Ma se il presidente di un partito assume una decisione così grave come quella di dimettersi, i casi sono due: o ha fatto una scelta meditata o finge. Nell'uno come nell'altro caso è giusto accettare le dimissioni. Se sono meditate e convinte le dimissioni vanno rispettate, se sono una manfrina vanno accettate ugualmente perché, in tal caso, non sono degne di un presidente. Amici del PD, mi permetto di rivolgervi un consiglio: dimenticatevi Cuperlo e tenetevi stretto l’ottimo Renzi. Ve ne sarei grato come l’ergastolano con il presidente della Repubblica dopo che ha ricevuto la grazia. Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)

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