giovedì 20 marzo 2014
Ricchezza concentrata nelle mani di pochi
La crisi è la conseguenza delle politiche che sono state fatte negli ultimi trent’anni, dove abbiamo assistito ad un indebolimento dei poteri pubblici a favore delle grandi concentrazioni di potere economico e finanziario privato.
Questo è avvenuto attraverso la deregolamentazione della finanza (la deregulation infatti consiste nel passaggio da una economia strettamente regolamentata dallo Stato verso un'economia dominata dalle regole del mercato) ed attraverso la stagione delle privatizzazioni che hanno interessato ogni ambito: dal sistema creditizio, all’apparato industriale, ai sistemi di welfare.
L’esito di queste politiche è stato un aumento delle disuguaglianze sociali.
La crescita delle disuguaglianze è causa della crisi, perché questa non è una crisi di scarsità, ma di sovraccapacità produttiva: i beni prodotti non vengono venduti per i bassi salari dei lavoratori e l’impoverimento dei ceti medio bassi.
Quello che è necessario è allora un intervento capace di incidere sulle fragilità strutturali dell’apparato produttivo del paese, dovute soprattutto alla dismissione di ogni politica industriale dopo i processi di privatizzazione degli anni ’90, in grado di riconvertire l’economia verso la produzione di nuovi beni, e che al tempo stesso sostenga la domanda attraverso una forte ridistribuzione della ricchezza, fortemente concentrata nelle mani di pochi.
Mario Pulimanti (Lido, di Ostia –Roma)
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