Ecco: sto scrivendo perché mi sono spaventato nel
leggere che la trippa e la polenta sono cancerogeni. Il pesto anche, immagino,
invece, che il cous cous sia sanissimo. Che tristezza! I fautori degli Ogm e
del cibo Frankenstein sembrano voler cancellare persino i piatti simbolo della
storia gastronomica italiana, avvelenare (con la paura, l’ansia, la minaccia)
il grande gusto della tradizione, in un tentativo di sradicamento che,
peraltro, tocca numerosi altri ambiti. Occorrerebbe protestare per questi
attentati, non solo al buongusto, ma anche al nostro palato! Protesta, infatti,
l’associazione Slow Food, che ha lanciato nei giorni scorsi un appello: “Più
biodiversità, meno Ogm”, perché davvero non può essere vero che il cibo delle
nonne faccia male e quello geneticamente modificato renda invece più giovani e
aitanti. Alla mobilitazione hanno risposto molti ristoranti sparsi in tutta
Italia. Un tuffo nella sana tradizione italiana, alla faccia di chi, forse, ci
vorrebbe tutti a fare la fila da Mc Donald’s. Lo sforzo è necessario, mentre si
moltiplicano i tentativi di propagandare gli alimenti geneticamente modificati
come più sicuri e buoni. Serve, invece, grande chiarezza, corretta
informazione, difesa dei prodotti tradizionali e di chi li coltiva, rispetto
dell’ambiente e della salute dei consumatori. Sono molti ormai gli Enti locali
(tra Regioni, Province e Comuni) che hanno già promulgato norme per dichiararsi
“Ogm-free”, liberi da Ogm. Anche io vorrei, oggi idealmente schierarmi su
questo fronte sempre più vasto, armandomi... di buon appetito. Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)
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