A mia moglie piace la vita in campagna. Le piace
stare seduta a guardare il sole che tramonta. Ha sempre desiderato avere una
casa con un panorama meraviglioso, vicino al campo di olivi, alle vigne, al
giardino di rose, ai gelsomini che profumano l’aria della sera. Avrebbe
gradito, infatti, crescere i nostri due figli alla maniera degli antenati. Lei
stessa avrebbe insegnato loro a fare il vino e ad allevare le api. Ed i nostri
figli -a suo dire- sarebbero cresciuti in pace e sarebbero vissuti in serenità
all’ombra di grandi alberi solitari, ascoltando il pigolio degli uccelli che, dopo
essersi rincorsi in cerimonie di corteggiamento, cercano il nido su querce così
alte che sembrano reggere il cielo. Al contrario, a me piace il mare. Il mare è
lo specchio dei nostri pensieri, e sfortunatamente anche di quelli più profondi
e malinconici. Riflette ciò che sta nascosto nelle profondità del nostro animo,
le nostre paure inconfessate, perfino il volto della morte sembra trasparire, a
volte, sotto la sua superficie liquida e mutevole, dietro l’orizzonte che fugge
sempre più lontano, che non si fa mai raggiungere. Di sera, la luna sorge dal
mare illuminandolo. E la superficie scagliosa del mare riflette i raggi della
luna in mille sfaccettature tremolanti. Da 35 anni abitiamo ad Ostia, “il mare
di Roma”. Ma lei appena può fa un salto a Collevecchio, il suo paese. Quindi,
nella campagna sabina. Del resto i coniugi spesso hanno gusti diversi. Infatti,
oltre al mare ed alla campagna, io e Simonetta abbiano sviluppato altre differenti
preferenze. Infatti a me piace Nicole Kidman, a lei Raoul Bova. A me piace Nicole
Kidman, a lei Sean Connery. Io amo il teatro, lei il cinema. Io sono un
colchonero, innamorato di Koke (tifo appunto per l’Atlético de Madrid) lei propende invece per le merengues e ammira
Cristiano Ronaldo. E quando lei e le sue amiche si scambiano battute divertenti
sui mariti, come ad esempio: “Un marito è una persona che, dopo aver
portato la spazzatura fuori, pensa di aver pulito tutta la casa!” mi viene in mente questa frase di Roberto Gervaso
: “Un buon marito deve saper comandare a se stesso di ubbidire alla moglie” (ma non la dico ad alta
voce, per evitare guai!)
Mario Pulimanti (Lido di
Ostia-Roma)
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