domenica 4 gennaio 2009

Befana 2009



Gabriele mi dice: “Non vai pazzo per il tuo lavoro, vero?”.
Faccio una specie di sogghigno.
“Papà, se potessi cambiarlo, cosa ti piacerebbe?”.
“Mi piacerebbe essere un musicista. La musica è la cosa che mi piace più di tutte. Mi piace ascoltarla e mi piacerebbe suonare il sax, se fossi capace. In realtà non sono capace, visto che non ho mai avuto il coraggio di provarci”.
Mi piacerebbe, ma mi rendo conto che è una prospettiva irrealistica.
Simonetta, meccanicamente: “Mario, stasera ci sarà la riunione di condominio”.
Già.
Finta espressione dispiaciuta, la sua.
Grazie per la precisazione, replico.
Vabbè, ammetto il mio falso interesse per la stenditura illegale di bucato, la detenzione abusiva di impianti stereofonici, l’ascensore rotto, i balconi da ristrutturare.
Nel frattempo Alessandro mi ricorda che domani è il 6 gennaio.
Il giorno della Befana.
Amo Babbo Natale.
Però da buon romano gli preferisco la Befana.
Non é uno scherzo.
Ve lo giuro.
Sì sto parlando proprio di lei, della misteriosa vecchina che, a cavalcioni di una scopa, con il suo naso aquilino e indossando un gonnellone scuro e ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle e un fazzoletto in testa, porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e il 6 gennaio.
A quelli cattivi porta invece una calza piena di carbone.
I bambini le preparano, in un piatto, un mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino.
Il mattino successivo insieme ai regali troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.
In definitiva, lei è la personificazione della festività dell’Epifania che ricorda in ambito cristiano l’omaggio che i Re Magi offrirono a Gesù Bambino.
State scuotendo la testa?
E va bene, é giusto così.
Sforzandomi di apparire rispettoso ma risoluto, non mi rimane che cantare allora:
"La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, col cappello alla romana: Viva, viva la Befana!".
Basta così.
Mi sdraio sul letto, giro lentamente la testa e socchiudo un occhio.
Ripenso alle Befane della mia infanzia.
E sono contento.
Disgustosamente contento.
Poi mi addormento.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

Nessun commento: